Martini scrive a Napolitano e Maroni

Il presidente della Regione Toscana, Cluadio Martini, ha scritto al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ed al titolare del Viminale, Roberto Maroni, per manifestare la propria preoccupazione per l'entrata in vigore del pachetto sicurezza l'8 agosto.

Redazione Nove da Firenze
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29 luglio 2009 19:34
Martini scrive a Napolitano e Maroni

"La norma contenuta nel 'pacchetto sicurezza', che rende obbligatorio esibire il permesso di soggiorno per svolgere le pratiche di anagrafe, di fatto mette a rischio diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, come il nome, la registrazione anagrafica, l'identità. Non solo: può favorire attività criminali, costringendo le famiglie irregolari ad affidarsi a persone senza scrupoli per aggirare il dettato della legge. E anche allontanare le madri dagli ospedali, mettendo a repentaglio la salute loro e dei loro bambini, e incentivando il ricorso agli aborti, per di più clandestini".

Preoccupato per le drammatiche conseguenze della norma che entrerà in vigore l'8 agosto, conseguenze già denunciate dalla Prefettura di Prato, il presidente della Regione Toscana Claudio Martini ha deciso di scrivere due lettere: una al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, una al ministro dell'Interno Roberto Maroni, promotore del 'pacchetto sicurezza'. Dopo aver elencato i rischi concreti rappresentati dall'entrata in vigore della legge, a Napolitano Martini chiede di "farsi interprete delle preoccupazioni diffuse che questa vicenda ha suscitato non solo a Prato ma nell'intero Paese".

Con questa norma del pacchetto sicurezza, sottolinea Martini, "siamo di fronte a una di quelle 'incongruenze' su cui Lei Presidente ha già, con saggezza e responsabilità, richiamato l'attenzione del Governo". A Maroni e all'intero Governo, Martini chiede "di intervenire con grande rapidità, chiarezza e autorevolezza per impedire che questa drammatica prospettiva diventi realtà". Il tempo a disposizione è poco, la data dell'8 agosto è vicina, ricorda preoccupato Martini. Che richiama poi la legge toscana sull'immigrazione, impugnata poche settimane fa dal governo davanti alla Corte Costituz ionale: "Dissi allora, e confermo oggi, che la Toscana rispetta lo Stato e le sue leggi, ma che non rinuncia, né rinuncerà, ad esercitare i poteri che la Costituzione le riconosce".

E a Napolitano e Maroni rinnova l'appello a "intervenire in maniera tempestiva ed efficace in modo da evitare che l'Italia diventi la terra dei 'bambini fantasma'". di Lucia Zambelli

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