Lavavetri: il Tar non si pronuncia sui ricorsi contro la delibera comunale

Redazione Nove da Firenze
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05 settembre 2008 14:15
Lavavetri: il Tar non si pronuncia sui ricorsi contro la delibera comunale

Il TAR Toscana ha emesso la sentenza nel "caso lavavetri" dichiarando il ricorso inammissibile perche' l'attivita' di lavavetri non e' "giuridicamente riconosciuta". Il Tribunale nega che esista il lavoro di lavavetri e dunque, non essendo una "attivita' lavorativa giuridicamente riconosciuta", nessuno puo' agire in giudizio contro l'ordinanza fiorentina.
La vicenda. Il 25 agosto 2007 il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, emetteva una ordinanza con cui creava un nuovo reato: "fare il lavavetri".

Il giorno prima dell'udienza, dopo esser stato "cassato" dalla Procura della Repubblica che archivio' tutti i procedimenti in corso, il Sindaco sostitui' l'ordinanza con una seconda in cui, eliminato il "reato di lavavetri", vietava a chiunque "nelle strade cittadine e agli incroci semaforici, di avvicinarsi agli automobilisti, durante talune fasi della circolazione per offrire attivita' di pulizia vetri o fari dell'automezzo e aspettarsi, in conseguenza l'elargizione di danaro".
Il TAR spiega che fare il lavavetri non e' un lavoro poiche' i lavavetri non hanno un tariffario.

Si legge nella sentenza: "Tale non riconducibilita' (ad una attivita' lavorativa) e' comprovata anche dal fatto che alla pulitura del parabrezza o dei fari, da parte del cosiddetto "lavavetri" non consegue un obbligo di corrispettivo di danaro da parte dell'automobilista e, comunque, quand'anche questi elargisca una somma di danaro per tale pulizia, detta somma riveste mero carattere di liberalita' non sussistendo, peraltro, al riguardo alcun tariffario". Infine, spiega il Tar, che bisogno c'e' dei lavavetri quando esistono gli autolavaggi? Letteralmente si legge: "Del resto, esistono apposite strutture (garage, stazioni di servizio, ecc.) debitamente autorizzate al lavaggio di automezzi".
"Il motivo del ricorso era per la tutela del principio di legalità -racconta la Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale/Partito Democratico- un Sindaco non puo' creare norme penali, ne' attribuirsi poteri che non gli appartengono.

Non puo' -in pratica- giocare a fare lo sceriffo in barba alla legalita' e ai poteri che la legge gli conferisce: oggi sono illegali i lavavetri, domani i matrimoni con gli extracomunitari, e dopodomani?"

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