Il Teatro del Legame in carcere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 giugno 2008 00:24
Il Teatro del Legame in carcere

Per FI.ESTA 2008 il Teatro del Legame, guidato dal regista e drammaturgo Daniele Lamuraglia, porta nella rinata piazza Madonna della Neve un percorso di scritture, movimenti, immagini dedicati al carcere. Le prospettive nascoste dell'ex carcere delle Murate diventano dal 23 al 27 giugno gli attori principali dello spettacolo "Scritture Murate. Il carcere di Doestoevskij, Wilde e Kafka": tra le case abitate ed i segni di passate reclusioni, la compagnia farà riecheggiare tre monumentali esperienze di scrittura, fiorite realmente e simbolicamente tra quelle pietre di crudeli suddivisioni.

In scena la modernità, raccontata attraverso la realtà del carcere come metafora di una reclusione collettiva, nella brutalità etica ed estetica di un'intera società. Tre luoghi per tre autori in questo spettacolo itinerante e suggestivo. Si comincia con l'interno del complesso carcerario, luogo di rappresentazione delle "Memorie di una casa di morti", scritto da Dostojevskij nel 1861 dopo esser stato arrestato per attività politica. Lo spettacolo descrive i reclusi ed i carcerieri facendone emergere la nascosta umanità, mettendo in tragica relazione la vita e la morte.

Ci si sposta nel Cortile delle Colonne, il posto deputato per "La ballata del carcere di Reading" di Oscar Wilde, scritta nel 1898 dopo che l'autore fu imputato di grave immoralità per la sua omosessualità. Nella ballata, il supplizio di un condannato diviene metafora del rapporto con la morte dell'umanità tutta, attraverso una regia poetica e suggestiva. Si chiude il percorso con Kafka in Piazza Madonna della Neve: tratto dall'opera "Nella colonia penale" (1919) in scena emerge la figura del condannato, icona dell'uomo comune che non comprende più il suo destino, e diviene egli stesso inconsapevolmente la 'macchina' dell'esecuzione.

L'adattamento teatrale è qui di registro fortemente mimetico e istrionico, e l'allestimento scenico di forte impatto. Il punto di vista dei tre autori è rivisitato secondo la prospettiva di tre donne borghesi (impersonate da Caterina Fusi, Rosaclelia Ganzerli, Elena Martongelli) che, a cavallo fra '800 e '900, consegnano allo spettatore i tre grandi racconti, simbolo della condizione umana e del carcere come metafora di un'intera società che tende a disperdere le sue radici culturali, e ad "imprigionare" chiunque nella rete di ignoranti conformismi.

"Lo spettacolo è una protesta contro l'analfabetizzazione generale presente nel nostro paese – sottolinea il regista La muraglia - dato dalla tv e dal mondo dello spettacolo. Riporto alla luce ciò che, tra gli altri, era stato preannunciato da Dostoevskij, Wilde, Kafka, nel loro splendido linguaggio artistico: la prigione di cui si parla non è che un modello, ora diffuso in rete con il resto delle prigioni fisiche e mentali presenti nella nostra società".
Molto importanti le scelte delle musiche: tutto lo spettacolo è accompagnato dalle composizioni di Alessandro Lamuraglia con i suoni e i rumori del carcere e dalle musiche che vanno da Wagner (Siegfried's funeral March) a Donizetti, da Puccini a Tosca, dai Pink Floyd (Welcome to the machine) a Joe Satriani.
Lo spettacolo è in collaborazione con Versiliadanza, con il sostegno del Quartiere1 e dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze - rassegna FI.ESTA 2008.

Si ringraziano la Quadrifoglio SpA, il Ristorante Le Carceri, la Scuola di Musica di Scandicci e l'Accademia Musicale di Firenze per il supporto tecnico.

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