Uffizi: le «Stanze» di Guido Reni al Gabinetto Disegni e Stampe (15 marzo – 1 giugno 2008)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 marzo 2008 18:59
Uffizi: le «Stanze» di Guido Reni al Gabinetto Disegni e Stampe (15 marzo – 1 giugno 2008)

Nell’alterna fortuna critica dell’arte di Guido Reni, segnata dall’ammirazione dei contemporanei, dall’entusiasmo degli acquirenti del Grand Tour, ma anche dalla svalutazione e dall’oblio, la mostra che si inaugura presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi segna un’occasione per riconsiderare l’opera di un disegnatore senza posa, artista dal tratto sublime quale fu appunto Reni, e il suo ruolo nella grafica del Seicento. Aperta al pubblico dal 15 marzo al 1 giugno 2008, essa getta luce sul percorso artistico e le diverse funzioni della attività disegnativa di Guido, grazie allo scandaglio del fondo grafico degli Uffizi, che conserva un cospicuo nucleo di fogli del pittore bolognese, più volte segnalato dalla bibliografia, ma non ancora fatto oggetto di un’analisi complessiva.
Prendendo spunto dalla biografia che Carlo Cesare Malvasia scrisse su Guido Reni nel contesto della sua celebre Felsina Pittrice, uscita a Bologna nel 1678, la curatrice della mostra, Babette Bohn, si è proposta di esplorare le collezioni dell’Istituto per valutare la presenza al loro interno di artisti appartenenti, secondo il resoconto malvasiano, alla scuola di Reni, quelle famose "stanze" affollatissime che il maestro aprì in tempi successivi tra Bologna e Roma per accogliere i suoi numerosi allievi.

L'esposizione dei più celebri fogli reniani verrà dunque affiancata a quella di disegni dovuti ad artisti talora ugualmente noti (come Simone Cantarini) o comunque rilevanti (come Giovanni Lanfranco, Guido Cagnacci, Domenico Maria Canuti), talaltra strettamente legati al linguaggio del maestro (come Giovan Francesco Gessi e Giovanni Andrea Sirani), infine, in alcuni casi addirittura rari ma significativamente testimoniati ab antiquo nelle raccolte grafiche medicee.
Il percorso che guida l’esposizione delle 112 opere in mostra, che include una scelta mirata anche di fogli reniani in altre collezioni italiane, si apre prendendo in considerazione i maestri e gli artisti che influenzarono Guido Reni, come Denys Calvaert e i Carracci.

Segue un nucleo di 53 disegni autografi che consente da un lato di osservare il debito dell’artista nei confronti dei suoi predecessori e dall’altro di apprezzare come egli sia riuscito a imporre un suo personalissimo stile. Infine l’osservazione della sua eredità artistica presso i contemporanei e i successori, resa possibile grazie alla presenza di un prolifico atelier, corona l’analisi formale e storica qui condotta grazie alla vasta esperienza della curatrice nel campo dell’arte bolognese di Cinque e Seicento.

La mostra intende coniugare alla ricognizione sistematica e filologica delle opere reniane nel vasto fondo del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi una prospettiva storica volta a evidenziare la validità, i limiti e le caratteristiche dell'apporto storico-critico di Malvasia, alla luce delle attuali conoscenze critiche.

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