Crisi occupazionale: le assemblee elettive si mobilitano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 febbraio 2008 23:11
Crisi occupazionale: le assemblee elettive si mobilitano

Si è tenuto questo pomeriggio di fronte a Palazzo Vecchio in concomitanza con il Consiglio Comunale un presidio dei lavoratori precari (tempi determinati, co.co.co., interinali, esternalizzati) del Comune di Firenze. Molti con il 31 marzo saranno mandati a casa, perché i contratti non sono prorogabili. Il decreto Milleproroghe che doveva affrontare attraverso una serie di emendamenti una modifica all’impianto dei contratti a termine, non è andato a buon fine. La situazione rimane pertanto grave sia per i lavoratori sia per gli stessi servizi degli Enti Locali (come il personale degli asili Nido della scuola dell’infanzia ecc.) nei quali è sempre più difficile operare sostituzioni e dove il continuo cambio di personale non è il miglior toccasana per il servizio.

Ci sono lavoratori, in particolare quelli delle piscine e delle attività museali, che con il 31 Marzo cesseranno di avere un rapporto di lavoro più o meno diretto con il Comune e per i quali non si intravede un roseo futuro. Così come è necessario ripensare sull’organizzazione di una serie di servizi dati a terzi e nei quali i lavoratori operano di fatto alle dipendenze del Comune stesso. Nel corso del presidio alcuni consiglieri ed esponenti politici (De Zordo, Pieri, Meucci, Nocentini, Baruzzi, Romanelli, Grassi) si sono intrattenuti con i lavoratori ascoltando le loro richieste ed impegnandosi a riportare in sede politica le loro ragioni.
Seduta tematica sul lavoro per il Consiglio provinciale che si è riunito alla presenza di una delegazione di lavoratori dell’Electrolux di Scandicci, azienda a rischio chiusura con una perdita di 450 posti di lavoro.

“La Provincia – ha detto il Presidente del Consiglio provinciale aprendo i lavori – si è sempre mossa su due versanti: la sicurezza nei luoghi di lavoro e la certezza del lavoro. La sicurezza sui luoghi di lavoro è sempre stata una priorità della quale la Provincia ha sempre tenuto conto e la lotta contro le “morti bianche” deve essere, ancora più incisiva ed efficace. Questa amministrazione ha sempre curato, in particolar modo, i problemi legati alla sicurezza dei propri cantieri con corsi di formazione specifici.

Non solo. Nella consapevolezza che molti incidenti si verificano in situazioni di lavoro irregolare, è attiva in Provincia una commissione per l’emersione del lavoro nero, soprattutto nel settore dell’edilizia. Grazie all’assessore alla formazione sono stati creati dei veri e propri progetti per duemila lavoratori della nostra Provincia che stanno seguendo corsi per la sicurezza sui luoghi di lavoro. La Provincia tiene molto a questa problematica e continua a lavorare per migliorare le condizioni di lavoro di tutti.

Ma non ci dimentichiamo di chi, invece, lotta per il lavoro. Il dramma dell’Electrolux è solo l’ultimo dei tanti, troppi casi di crisi aziendali che hanno interessato la nostra Provincia. Sono sempre di più i lavoratori che, inaspettatamente, vengono posti in cassa integrazione o ricevono preavvisi di licenziamento. Una crisi che si estende nelle grandi aziende come può essere l’Electrolux di Scandicci ma anche, e soprattutto, nel tessuto delle piccole e medie aziende”. Per l’Electrolux è intervenuto Maurizio Sassetti che ha letto una lettera condivisa dalle R.S.U.

dello stabilimento Electrolux di Scandicci intitolata: “La paura del futuro”. “Rischiamo una crisi occupazionale senza precedenti. Ne siamo tutti coinvolti noi lavoratori e lavoratrici dell’Electrolux, dello stabilimento di Firenze e non solo. Il nostro stabilimento fa parte della multinazionale che negli anni ha basato la propria politica economica alla ricerca di profitti sempre maggiori, sì perché il gruppo Electrolux ogni anno chiude con utili in crescita e anche il 2007 a Firenze è andato bene.

Tali scelte politiche ed economiche vengono concepite e realizzate senza guardare quali conseguenze portano sul territorio e i danni che arrecano a tutto l’indotto. Abbiamo già subito una ristrutturazione di 170 lavoratori e lavoratrici nel 2005 e da allora nulla è cambiato, anzi, la nostra paura di perdere il posto di lavoro è aumentata con le conseguenze che immagino conosciate. Investigazione è la parola magica che la multinazionale svedese usa prima di ogni chiusura. Negli ultimi anni nel nostro stabilimento per tale paura, ma anche con la speranza di dargli una prospettiva, è stata fatta flessibilità di orario di ogni tipo, ritmi elevati, recuperi produttivi che non sono altro che olio di gomito dei lavoratori.

Abbiamo dato tanto per questo stabilimento avendo in cambio solo incertezze e la consapevolezza che ci fosse un disegno già definito dall’Electrolux: la delocalizzazione. Molta gente prova disaffezione nei confronti di una politica che ha messo fuori la figura dell’operaio, di quei lavoratori e lavoratrici che guadagnano 1000, 1100 euro al mese e non hanno alcun riconoscimento sociale e culturale. Non siamo più disposti ad accettare questa precisa cultura economica, sostenuta per di più da un sistema legislativo sbagliato.

Non dimenticatevi di noi – è l’appello che ha lanciato Sassetti – perché non abbiamo capitali da investire in borsa e tanto meno ci possiamo permettere di speculare per facili guadagni. Siamo padri e madri con responsabilità familiari che devono far fronte ogni giorno al costo della vita e dobbiamo far crescere i nostri figli e dargli certezze ma quando viene meno il diritto al lavoro, anche questo diventa precario. Abbiamo iniziato una lotta che sarà durissima verso le scelte che la multinazionale Electrolux sta pensando di fare crediamo però che al nostro fianco avremo una comunità intera, a partire dalle istituzioni per finire al singolo cittadino, sapendo che questa, però, deve essere una vertenza nazionale che deve interessare tutti gli 8 mila lavoratori del gruppo italiano”.
E’ stato votato oggi pomeriggio nel corso della seduta del Consiglio Comunale di Calenzano un ordine del giorno sulla vicenda della chiusura della Diddi&Gori per esprimere piena solidarietà ai lavoratori.

L’ordine del giorno è stato approvato con 14 voti favorevoli, 3 astenuti e nessun contrario. L’azienda presente da quarant’anni a Calenzano, la scorsa settimana ha annunciato di voler chiudere, avviando le procedure per la messa in mobilità dei 59 dipendenti. La Diddi&Gori ha giustificato questa scelta con le pressioni del comitato dei cittadini contro le emissioni maleodoranti della fabbrica che avrebbe condizionato l’operato delle amministrazioni. Un atteggiamento non condivisibile da parte dell’Amministrazione anche perché l'azienda, dopo una prima fase in cui rifiutava ogni addebito, si era attivata per trovare una soluzione al problema con spirito collaborativo.

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