Federpool: imminente l'approvazione del Codice Deontologico per gli investigatori privati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 gennaio 2008 14:37
Federpool: imminente l'approvazione del Codice Deontologico per gli investigatori privati

Da Firenze la Federpol annuncia una buona notizia per gli investigatori privati italiani: si avvia infatti verso l’approvazione definitiva, da parte del Garante della Privacy, il 'Codice deontologico', un testo di norme comportamentali precise e inequivocabili per tutti gli operatori del settore. Il Codice, a cui hanno lavorato allo stesso tavolo, caso unico in Italia, investigatori e avvocati, sara’ il primo in Europa. ''Abbiamo definito la bozza finale - hanno reso noto oggi dal capoluogo toscano Genuario Pellegrino, Presidente nazionale della Federpol e Alberto Paoletti, Presidente regionale della Toscana -.

Per gli 007 italiani sara' un'autentica rivoluzione: ora ci auguriamo che gia' nelle prossime settimane il testo venga definitivamente approvato''. Pellegrino e Paoletti sono i due rappresentati della Federpol all'interno della 'Commissione per il Codice deontologico'. Il 'Codice', una volta approvato, aiutera' a superare alcune zone grigie della legge esistente e rappresentera' per gli investigatori privati una guida unica, condivisa ed omogenea. Regolamentera', ad esempio, il trattamento dei dati personali utilizzati per svolgere investigazioni difensive o per far valere un diritto in sede giudiziaria.

Inoltre disciplinera' aspetti controversi come la conservazione dei dati, il trattamento dei dati genetici e biometrici, l'informativa semplificata per indagini particolarmente delicate, come quelle in ambienti criminali o in casi di concorrenza sleale, anche per la salvaguardia dell’incolumita' fisica dell'investigatore. La notizia della imminente approvazione del 'Codice' arriva all'indomani di un incontro (a Modena) che ha visto riuniti i rappresentati delle principali associazioni dei detective italiani che hanno lavorato dal luglio 2007 alla stesura del testo: sono FEDERPOL (Federazione italiana istituti privati investigazioni informazioni sicurezza), A.I.PRO.S.

(associazione italiana professionisti della sicurezza), SANDIP (sindacato autonomo nazionale degli investigatori privati) e CON.IPI (confederazione nazionale investigatori privati). Queste associazioni, assieme a quelle degli avvocati (CNF-Consiglio Nazionale Forense, AIGA-Associazione italiana giovani avvocati, UAE-Unione avvocati europei, Unione delle Camere Civili e Unione delle Camere Penali), hanno in questi mesi elaborato, insieme e di comune accordo, il testo del Codice che ora, in forma definitiva, sara' sottoposto all’approvazione del Garante della Privacy.

''La comunicazione sulla vicina approvazione del 'Codice deontologico' - ha detto il Presidente regionale della Toscana - e' la risposta della Federpol ad alcune notizie di stampa, apparse nelle scorse settimane, nelle quali e' stato evidenziato che nel 2007, in circa il 20% degli studi di investigatori fiorentini, sono state riscontrate delle irregolarita'. A Firenze - ha sottolineato Alberto Paoletti - la stragrande maggioranza degli investigatori opera nel rispetto delle norme. Per quanto concerne certo le irregolarita' 'burocratico-amministrative', la Federpol fiorentina si e' sempre impegnata in iniziative e studi, anche in collaborazione con le Istituzioni Universitarie, finalizzati a creare tra i suoi associati un sistema di gestione operativa omogenea e ad elevare la qualita’ dei servizi resi, sempre nell'interesse degli utenti: infatti gia' nel 2001 - ha aggiunto Paoletti - sottoponemmo al Prefetto un 'Vademecum', elaborato dagli associati, con indicazioni precise sulle tariffe minime e massime o anche sulle modalita' gestionali-amministrative delle indagini a tutela del cittadino che si avvale dei servizi investigativi privati''.

La Federpol, infine, vuole ricordare che nel 2006, dunque in tempi non sospetti, era stato denunciato al Ministero dell’Interno il proliferare delle licenze che di fatto ha inflazionato il settore. ''Oggi - precisano i presidenti Pellegrino e Paoletti - mentre in ambito civile gli avvocati fanno ampiamente ricorso agli investigatori, in ambito penale questo non avviene perche', nel suo lavoro, l’investigatore privato e' limitato rispetto al collega pubblico. Spesso abbiamo difficolta' anche ad avere un semplice certificato anagrafico''.

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