Festini hard nella Curia fiorentina: sospetti sul vescovo Maniago

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 settembre 2007 14:55
Festini hard nella Curia fiorentina: sospetti sul vescovo Maniago

Firenze, 19 settembre 2007- Secondo indiscrezioni di stampa, il vescovo ausiliare Claudio Maniago sarebbe implicato nell'inchiesta fiorentina su festini a luci rosse e violenze sessuali nella parrocchia della Madonna della Pace di don Lelio Cantini, il parroco di 82 anni indagato per numerosi e gravi reati. La sentenza di condanna del tribunale della Chiesa sembrava aver chiuso la vicenda. Invece ecc altre accuse pesanti piovere su monsignor Maniago, vescovo ausiliare dal luglio 2003. Fiorentino, classe 1959, sacerdote dal 1984, voci lo vorrebbero in partenza da Firenze.
Naturalmente sorpresa indignazione subentrano non appena viene tirato in ballo il vescovo.

Per la Curia si tratta di notizie infondate. Le Misericordie della Toscana hanno espresso "tutta la loro incondizionata solidarietà".
“Ancora una volta la gogna mediatica e la corsa a sbattere il (presunto e improbabile) mostro in prima pagina ha celebrato i suoi trionfi”. Così Maurizio Dinelli, capogruppo di Forza Italia in Consiglio generale, ha commentato le “lenzuolate” di articoli che, indipendentemente dai tagli e dai toni diversi, hanno occupato in questi giorni le pagine di svariati giornali nazionali e locali sulle vicende della parrocchia fiorentina della Madonna della pace e del suo parroco, don Lelio Cantini, indagato per numerosi e gravi reati.

“Fin qui – dice Dinelli – tutto regolare. Il problema, la sorpresa e l’indignazione subentrano però non appena viene pesantemente tirato in ballo il vescovo vicario di Firenze, Claudio Maniago, che peraltro non risulta nemmeno indagato, sulla base di una serie di testimonianze e indiscrezioni che avrebbero dovuto restare del tutto segrete. Una fuga di notizie clamorosa che finisce per far apparire colpevole e “mostro” chi non solo non è stato giudicato ma neppure è indagato”. “Si tratta di metodi – conclude Dinelli – che molti dirigenti di Forza Italia conoscono bene e hanno sperimentato, con grande sofferenza, sulla propria pelle.

E allora, in via preliminare, c’è da chiedersi a chi giova tutto questo e per quali motivi, confessabili o meno. Allora, probabilmente, potrà essere individuata la “gola profonda” che ha innescato questo nuovo capitolo che chiama in causa il vescovo (il più giovane vescovo d’Italia) e, soprattutto, gli ispiratori di questa operazione. Un’operazione – conclude Dinelli – che a tutto può servire fuorché alla verità”.

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