Violenza nel calcio, prosegue l’impegno della Regione Toscana
Nella stagione corsi per steward, lavori nelle scuole e famiglie allo stadio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 agosto 2007 15:32
Violenza nel calcio, prosegue l’impegno della Regione Toscana<BR>Nella stagione corsi per steward, lavori nelle scuole e famiglie allo stadio

L'avvio di percorsi di formazione per gli steward impegnati negli stadi, lo studio di iniziative, da promuovere assieme alle società e agli enti locali, per una maggiore presenza delle famiglie nelle partite di campionato, l'inserimento di una corretta cultura dello sport nella sperimentazione del modulo didattico sulla legalità che quest'anno sarà attivato per la prima volta in diverse scuole toscane. E poi, ancora, la rilevazione, valorizzazione e ulteriore diffusione di tutte le 'buone pratiche' già avviate sul terreno dell'educazione ai valori dello sport, che potrebbero confluire in un archivio nazionale che la Toscana si candiderà a ospitare, magari con l'istituzione di un premio annuale.

Sono queste alcune delle iniziative e delle proposte su cui il governo regionale, nell'ambito delle sue competenze, intende lavorare nel corso della stagione sportiva 2007-2008, proseguendo un percorso imboccato con decisione lo scorso gennaio, con il convegno nazionale al Centro tecnico federale di Coverciano che, organizzato assieme all'Ussi (Unione stampa sportiva italiana), mise a confronto intorno al tema della prevenzione della violenza negli stadi istituzioni, forze dell'ordine, società e stampa sportiva.
"Gli stessi soggetti con cui intendiamo proseguire la collaborazione per riuscire a voltare pagina una volta per tutte – spiega il vicepresidente Federico Gelli, che nell'ambito del governo regionale ha anche le deleghe alle politiche per la sicurezza – Veniamo da una stagione tragica, segnata da lutti e gravissimi episodi di violenza, e anche questa stagione, basti pensare alla vigilia di Genoa-Milan, non si annuncia nel modo migliore.

Però sono convinto che la risposta non possa risiedere nella militarizzazione degli stadi, che possiamo fare molto per prevenire e alimentare una diversa cultura dello sport, dove il calcio torni a essere davvero una grande festa popolare. E già portare le famiglie allo stadio aiuterà molto, perché le statistiche dimostrano che dove ci sono donne e bambini le intemperanze diminuiscono".
Tra le altre idee su cui la Regione intende lavorare, una seconda edizione del convegno di Coverciano, dedicato a un attento monitoraggio di tutte le 'buone pratiche' avviate in Italia e in Europa, con una particolare attenzione agli effetti positivi dell'eliminazione delle barriere all'interno degli stadi.


E ancora l'assegnazione di una specifica priorità all'interno dei contributi che nei prossimi anni la Regione assegnerà per i progetti sulla sicurezza. "Sono convinto – spiega Gelli – che così come sul terreno della legalità abbiamo allargato la nostra attenzione dalla criminalità organizzata a una più complessiva cultura del rispetto delle regole, anche sul piano della sicurezza possiamo allargare sensibilmente il nostro intervento. Per questo prevedremo contributi anche per progetti che ci aiutino a vivere al meglio la partita e l'ambiente dello stadio.

Con una particolare attenzione, aggiungo, agli incontri nelle serie minori, su cui finora si è investito meno in termini di sicurezza, benché spesso siano teatro di gravi episodi di violenza. E in Toscana quello che è successo per un'amichevole estiva come Viareggio-Spezia suona già come un campanello d'allarme".

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