Viveva come un indigente in una casa stipata di libri, masserizie e rifiuti, ma aveva un tesoro in lingotti d'oro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 agosto 2007 11:09
Viveva come un indigente in una casa stipata di libri, masserizie e rifiuti, ma aveva un tesoro in lingotti d'oro

Viveva come indigente in una casa stipata di libri, masserizie e rifiuti, ma aveva un "tesoro" (800.000 euro) in lingotti d'oro. L'uomo, 64 anni seguito da tempo dai servizi sociali e in chiaro stato di disagio psichiatrico, è stato individuato e portato in ospedale dalla Polizia Municipale allertata dai servizi sociali del Comune. La vicenda, raccontata ieri dall'assessore alle politiche sociosanitarie Graziano Cioni e dal comandante della Polizia Municipale Alessandro Bartolini, inizia in aprile quando ai vigili arriva una segnalazione da parte dei servizi sociali a loro volta avvisati da un cittadino.

Questi, abitante nella zona di Porta a Prato, ha spiegato di sentire odori strani provenienti dall'appartamento sovrastante aggiungendo che, per quanto ne sapeva, l'alloggio doveva essere pieno di materiale vario portato lì dall'uomo che vi abita. I servizi sociali a questo punto contattano la Polizia Municipale e viene emessa un'ordinanza per verificare la situazione e, se necessario per ragioni di sicurezza dei solai, procedere allo "sbratto" (ovvero la rimozione) dei materiale. Ma l'ordinanza rimane sulla carta visto che gli agenti di Polizia Municipale non riescono a notificare l'atto all'inquilino della casa, che rimane nascosto, non apre la porta e non si fa vedere per giorni e giorni.

I vigili però non si arrendono: per settimane controllano l'abitazione in attesa di sorprendere l'uomo ma non riescono a notificargli l'ordinanza. Alla fine, con l'aiuto del vicino di casa, riescono a sentire alcuni rumori provenienti dall'appartamento che testimoniano la presenza dell'uomo nell'abitazione. Pertanto viene emessa una nuova ordinanza contingibile e urgente, questa volta per motivi igienico-sanitari, per entrare in casa. La porta però è blindata e l'uomo, pur essendo presente, continua a rimanere barricato dentro.

Il 31 luglio gli agenti della Polizia Municipale chiamano quindi i vigili del fuoco e, grazie ad una scala aerea riescono ad entrare nell'appartamento, da una finestra sul retro. Lo spettacolo che gli agenti trovano è sconcertante: le stanze della casa sono stipate di libri, masserizie, cibo, rifiuti ed escrementi. L'uomo è nell'alloggio, nascosto dietro una porta, in uno stato mentale molto precario. Scatta quindi l'accertamento sanitario obbligatorio e, sulla base della valutazione dello psichiatria contattato, l'assessore Cioni dispone il Tso (trattamento sanitario obbligatorio).

L'uomo viene quindi condotto in ospedale per le cure del caso. A questo punto iniziano le operazioni di pulizia dell'appartamento, effettuate da una cooperativa alla presenza degli agenti di Polizia Municipale. E' nel corso di questo lavoro che è emerso il "tesoro" custodito in casa dall'uomo che tutti pensavano indigente: 43 chilogrammi di oro puro in lingotti un etto del valore di circa 800.000 euro, custoditi in scatole e sacchetti nascosti in cassetti, sotto i libri e i rifiuti. A questo "tesoro2 in oro si aggiungono monete, sempre d'oro, assegni circolari e vaglia per il valore di circa 13mila euro.

La Polizia Municipale avvia quindi le indagini da cui emerge, prima di tutto, che l'uomo non era affatto indigente, nonostante i servizi sociali l'assistessero come tale. Per esempio da oltre un anno andava a pranzo e cena a Montedomini esibendo, la maggior parte delle volte, il buono erogato dai servizi alle persone in stato di disagio economico. Inoltre è emerso che l'uomo è proprietario di una farmacia di cui riscuote puntualmente l'affitto. Le operazioni di pulizia sono ancora in corso: l'oro e gli altri valori sono stati presi in custodia dalla Polizia Municipale, il materiale recuperabile (libri e mobili) saranno sistemati in un deposito, il resto verrà buttato via e la casa ripulita e disinfettata.

"L'uomo è ancora in cura e soltanto al termine del ricovero, forse, sarà possibile capire cosa è scattato nella sua testa - commenta l'assessore Cioni - e chiedergli spiegazioni del suo comportamento. Comunque, se le cure funzioneranno, non potremo fare a meno di esigere quando i servizi sociali hanno speso per lui quando, evidentemente per motivi di salute, viveva come indigente. Ringrazio la Polizia Municipale per il lavoro svolto: la tenacia dimostra in questa occasione ha evitato problemi ben più gravi, soprattutto per quanto riguarda la salute dell'uomo che adesso è affidato alle cure dei medici" conclude l'assessore Cioni.

Per quanto riguarda infine la custodia e il destino del "tesoro", il comando della Polizia Municipale è in contatto con il Procuratore della Repubblica Ubaldo Nannucci per gli adempimenti eventuali necessari.

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