L'artigianato toscano è ancora controvento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 luglio 2007 14:08
L'artigianato toscano è ancora controvento

Firenze 26 luglio 2007. Il primo semestre 2007 non porta novità all'artigianato toscano. La situazione difficile non risparmia settori e territori, segnando una flessione per fatturato (-3,6%) e numero di addetti (-0,1%). Tuttavia, cresce la quota di imprese che hanno aumentato la spesa degli investimenti (il 14,7% nel I semestre 2006; il 16,3% nel I semestre 2007). Più titubanti, invece, le aspettative per la seconda parte dell'anno.
E' questo il quadro che emerge dall'indagine congiunturale relativa al periodo gennaio-giugno 2007 dell'Osservatorio Regionale Toscano sull'Artigianato - realizzata da Unioncamere Toscana con la Regione Toscana, le federazioni regionali di CNA e Confartigianato Imprese, le sigle sindacali CGIL, CISL e UIL e con il supporto tecnico di IRPET.

FATTURATO
La flessione (-3,6%) del fatturato artigiano nel I semestre 2007 interessa quasi tutti i comparti.

Arretra il sistema moda (-5,3%) con il tessile (-10,9%), la maglieria (-5,7%) e la pelletteria (-3,8%) che registrano flessioni rilevanti. Non vanno bene le altre manifatture (-2,3%), complici le perdite sul fatturato di settori molto rilevanti per l'economia toscana come l'oreficeria (-5,4%) e l'alimentare (-3,2%); mentre contribuiscono ad innalzare la media le manifatture varie (+1,9%) e la ceramica (+0,2%). Arretra il complesso della metalmeccanica (-1,2%), causa la flessione della meccanica (-4,0%) alla quale si contrappongono, per la buona tenuta, la lavorazione dei metalli (+1,9%) e la cantieristica (+0,1%).

Perdite molto consistenti nell'edilizia (-6,0%), sofferente soprattutto nei lavori di costruzione (-9,6%). Male anche il sistema dei servizi (-3,7%), con riparazioni (-7,4%) e trasporti (-4,3%) che lasciano sul terreno elevate quote di fatturato.
A livello provinciale si registrano importanti flessioni a Livorno (-6,0%), Prato (-5,7%), Massa-Carrara (-4,5%) e Firenze (-3,9%). Valori negativi anche sui fatturati di Arezzo e Pistoia (entrambi -3,6%), Lucca (-3,3%), Pisa (-3,2%). Migliore è la situazione di Siena (-0,3%) grazie al positivo spunto dell'edilizia.

Prosegue la fase critica dei distretti manifatturieri toscani con punte negative nel tessile-abbigliamento di Prato (-10,3%) e nell'abbigliamento del Casentino e dell'Empolese (-6,3% e -5,3% rispettivamente). Male l'orafo aretino (-5,5%), ma avanza il pelli-calzature del Valdarno (+4,0%) e di Castelfiorentino (+0,8%).
Nella dinamica del fatturato soffrono specialmente le imprese più piccole: la classe 1-3 addetti perde l'8,8%; quella con 4-5 addetti il 5,6%. Male anche la categoria 6-9 addetti (-3,8%), mentre tiene l'impresa artigiana più strutturata (+0,1% con oltre 9 addetti).

Tra le piccole imprese perde molto il manifatturiero (-10,1%), mentre tra quelle più grandi arretrano le costruzioni (-4,1% oltre i nove addetti). Migliori negli altri settori le evoluzioni della classe più elevata (oltre 9 addetti) dove il fatturato aumenta nelle manifatture (+0,5%) e nei servizi (+1,7%) ed in particolare nella lavorazione dei metalli (+8,5%), nell'abbigliamento (+3,4% ), nei servizi alle imprese (+5,4%) e nei trasporti (+1,9%).

OCCUPAZIONE
In leggera diminuzione il numero degli addetti nel I semestre 2007 (-0,1% pari a 222 addetti in meno rispetto alla fine del 2006).

Flette, in particolare, il manifatturiero (-0,3%) a causa del sistema moda (-0,8%). Avanza dello 0,5% l'edilizia. Perdite nel sistema dei servizi (-0,1%), specialmente nel comparto delle riparazioni (-1,0%).
La dinamica occupazionale continua ad essere positiva soltanto nella piccola impresa di 1-5 addetti (+1,1%, pari a +2.062 unità), mentre le imprese con più di 6 addetti segnano un -1,4%. Crescono nel semestre i lavoratori dipendenti (+0,1%), grazie al contributo dei lavoratori a tempo parziale (+12,3%); proseguono le perdite dei dipendenti a tempo pieno (-1,2% nel I semestre 2007); diminuiscono i lavoratori indipendenti (-0,2%).
Nelle province, l'occupazione artigiana scende a Pistoia (-2,9%), Prato (-2,6%) e Livorno (-2,4%); mentre aumenta a Lucca (+1,9%) e Siena (+1,7%).

I distretti manifatturieri registrano una diminuzione marcata nei settori di specializzazione produttiva: calzature della Valdinievole (-6,7%), abbigliamento del Casentino (-6,0%), cartario di Capannori (-5,1%), orafo di Arezzo (-2,7%). Recuperano il legno-mobili di Poggibonsi (+2,7%) e Sinalunga (+2,3%), il pelli-calzature di Castelfiorentino (+2,1%) e del Valdarno (+1,2%).

DINAMICA IMPRENDITORIALE
Secondo la banca dati Infocamere-Movimprese continua la crescita numerica delle imprese artigiane toscane (+1,2%, pari a 1.388 imprese) a causa di un maggiore incremento della natalità (il relativo tasso annualizzato è passato dal 9,2% del I semestre 2006 al 10,3% del I semestre 2007) rispetto alla mortalità (passato dall'8,8% al 9,1%).

A livello settoriale si conferma quale settore trainante l'edilizia (+5,1% la variazione delle registrate, pari a 2.389 imprese in più negli ultimi 12 mesi) raggiungendo il 42% circa delle imprese artigiane registrate in Toscana. Per contro il contribuito alla crescita del numero delle imprese toscane artigiane registrate da parte degli altri settori è stato negativo con -638 imprese nel manifatturiero (-1,7%) e -466 imprese nei servizi (-1,6%).

INVESTIMENTI
Sempre più imprese aumentano la spesa per investimenti, in particolare nel manifatturiero (dal 15,1% del I semestre 2006 al 16,2% del I semestre 2007) e nell'edilizia (dal 12,4% al 16,1%).
A livello dimensionale, le quote di imprese con investimenti in aumento sono consistenti tra le classi con: 4-5 addetti (il 19,0% delle imprese); 6-9 addetti (18,4%) e con più di 9 addetti (28,8%).

Al di sotto della media, invece, la quota delle imprese con 1-3 addetti (14,6%).

PREVISIONI PER IL SECONDO SEMESTRE 2007
Le aspettative sul secondo semestre 2007 rimangono improntate alla cautela. La crescita prevista del fatturato complessivo (+0,8% rispetto al I semestre 2007) risulta infatti frenata da un sistema moda (-0,9%) che, salvo la pelletteria (+2,1%), non mostra segnali di ripresa. Positive invece le prospettive per la metalmeccanica (+4,1%) e per le altre manifatture (+2,2%).

Ulteriore peggioramento invece per l'edilizia (-1,9%).
Leggermente negativo (-0,3%) il saldo percentuale tra la quota di imprese che intendono aumentare e quella che intende diminuire gli addetti nel secondo semestre 2007 rispetto al I semestre 2007.
Rispetto al semestre precedente, si riduce anche la quota di imprese con investimenti previsti in aumento: dal 10,9% del II semestre 2006 al 10,5% del II semestre 2007. Colpisce però l'aumento della quota di imprese con investimenti in crescita nel settore della metalmeccanica passata dal 13,1% al 14,8%.

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IL PUNTO DI VISTA DI LUCA RINFRESCHI - VICE PRESIDENTE DI UNIONCAMERE TOSCANA
"Nei primi sei mesi del 2007 l'artigianato toscano si trova ancora alle prese con una crisi di carattere strutturale: -3,6% il fatturato, -0,1% gli addetti e circa mille imprese registrate in meno, eccettuata l'edilizia.

I segnali positivi relativi all'economia regionale nel 2006, presentati un mese fa assieme ad IRPET e confermati da un positivo primo trimestre 2007 per l'industria, ci avevano spinto a sperare in un risultato migliore, benché già nel rapporto annuale si evidenziasse come la Toscana fosse alle prese con una complessa fase di riorganizzazione. Tuttavia, se da un lato la delusione c'è, dall'altro incoraggia rilevare come sia ancora viva la voglia di "fare artigianato". Cresce infatti, nonostante la flessione del giro d'affari, la quota d'imprese che dichiarano investimenti in aumento: il 16,3% nel I semestre 2007 contro il 14,7% nel I semestre 2006.

Per il rilancio del settore sono importanti anche politiche creditizie che agevolino la crescita e che premino la progettualità delle imprese. Tuttavia l'investimento da solo non è sufficiente: anche la strada dell'internazionalizzazione deve essere battuta. Guardare oltre confine però non è facile per le imprese artigiane: ci sono costi rilevanti da sostenere che rapportati alle micro-dimensioni sono spesso insostenibili. Si devono, quindi, cercare delle soluzioni per superare gli ostacoli che frenano lo sviluppo all'estero.

Purtroppo, in questo campo, spesso non solo è difficile creare le necessarie sinergie tra imprese, ma è anche complesso avere il supporto necessario in termini di servizi: servizi che rappresentino soluzioni complete per l'imprenditore. Se il compito del privato riguarda principalmente le scelte di investimento e di internazionalizzazione il pubblico, comprese le Camere di Commercio, deve aiutare il sistema produttivo favorendo questi processi ma, soprattutto, creando le condizioni perché la Pubblica Amministrazione sia meno costosa e più rapida nelle decisioni.

Il costo della burocrazia, nonostante le riforme avviate, è infatti ancora molto alto per il sistema imprenditoriale. Pesa ancora di più per le piccole imprese, dove è spesso il titolare a doversi occupare anche degli adempimenti amministrativi sacrificando ore di lavoro produttivo."

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