Dall’analogico al digitale: cosa accade in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2007 08:26
Dall’analogico al digitale: cosa accade in Toscana

Firenze - Come è vissuto dalle emittenti toscane il passaggio dall’analogico al digitale? A questa domanda ha cercato di rispondere una ricerca del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom), che ha inviato un questionario alle quarantuno emittenti regionali. I risultati sono stati presentati questa mattina nel corso del seminario di lavoro "Il Corecom incontra le tv della Toscana: premiare la buona televisione". Le televisioni che già usano il digitale sono l’89,2%, mentre le altre non hanno ancora avviato la sperimentazione.

La stragrande maggioranza di queste ultime prevede comunque di mantenere le frequenze e chiedere la licenza di fornitore di rete e di contenuti, anche se le incertezze legislative sono molte e l’utenza potenziale è ritenuta ancora insufficiente. In genere il passaggio dall’analogico al digitale richiede notevoli risorse economiche e professionali, che frenano le televisioni più piccole. Gli investimenti interessano sia la distribuzione del segnale, sia la digitalizzazione delle infrastrutture.

"Molte emittenti speravano nel calcio come applicazione del digitale terrestre in grado di sfondare tra gli utenti - ha rilevato Giacomo Amalfitano, che ha realizzato la ricerca - Ma questo si è avverato solo in parte". Oggi il 35% guarda alle applicazioni di T-Government, ossia ai servizi forniti dalla pubbliche amministrazioni, come possibile fattore di penetrazione, mentre il 22,5% ritiene più interessante il T-Commerce, ossia le transazioni commerciali, nonostante la concorrenza di internet.

Il 20% giudica con favore la possibile interattività ‘ludica’, come quiz e sondaggi mente il 18% pensa con favore alla pubblicità interattiva. Attualmente solo un terzo delle tv 36,4%, oltre al segnale video, trasmette dati e solo la metà garantisce un’interattività bidirezionale. (dp)

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