Gay pride di Mosca: impedita la discussione in consiglio comunale a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 maggio 2007 09:50
Gay pride di Mosca: impedita la discussione in consiglio comunale a Firenze

E’ polemica anche a Firenze il giorno dopo gli scontri al Gay Pride di Mosca. Uova marce, pugni, calci davanti alla polizia che non interveniva. Mentre il governo italiano chiede chiarimenti a Mosca sugli incidenti, nei quali sono stati coinvolti parlamentari, a Firenze una risoluzione che condanna «il divieto a svolgere una manifestazione pacifica del gay pride imposto dal sindaco di Mosca e le aggressioni ed arresti operati nei confronti di cittadini europei» è stata presentata ieri dai gruppi Sinistra Democratica, Comunisti Italiani, Rifondazione Comunisti, Unaltracittà/unaltromondo, Sdi e Verdi.

Il documento è stato sottoscritto anche dal capogruppo del partito democratico. Con questo atto si invita anche il sindaco a «far pervenire al primo cittadino di Mosca la netta condanna della città di Firenze per il divieto operato nei confronti di una manifestazione pacifica a favore dei diritti civili»; «ad intervenire presso il governo affinché si adoperi per la liberazione dei cittadini europei arrestati ed intervenga, di concerto con l'Unione Europea, perché siano ripristinate in Russia le garanzie democratiche».

«Siamo preoccupati - si sottolinea nella risoluzione - per il clima di minaccia ai diritti umani e democratici che si sta verificando in Russia, di cui le vicende legate al gay pride sono l'ultimo episodio». «Volevamo votare questo atto nella seduta di oggi pomeriggio - hanno spiegato i firmatari - ma il gruppo di Alleanza Nazionale ha negato la sua firma e quindi, a norma di regolamento, non si è potuto metterlo all'ordine dei lavori. Vista l'importanza e l'urgenza della questione, chiederemo di discuterlo la prossima settimana.

Resta l'amarezza che un gruppo consiliare abbia impedito di poter discutere di un argomento, quella delle libertà di espressione, che dovrebbe accomunare tutti le forze politiche democratiche».

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