11 settembre: domani Chiesa in facoltà a Novoli per parlare delle incongruenze della versione ufficiale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 febbraio 2007 19:12
11 settembre: domani Chiesa in facoltà a Novoli per parlare delle incongruenze della versione ufficiale

Contribuire ad abbattere il muro di silenzio che è stato eretto attorno ai fatti dell’11 settembre. Questo l’obiettivo che si pone l’iniziativa dal titolo “11 settembre 2001: Mistero americano”, organizzata da Sinistra universitaria, (ore 15,30 al Polo delle Scienze sociali di viale Guidoni) e che vedrà come ospiti l’europarlamentare PSE Giulietto Chiesa, il professore di Comunicazione politica Marco Tarchi e in collegamento da Los Angeles, il regista di “Inganno globale” Massimo Mazzucco.

“Accertare la verità sui fatti di quel giorno – spiegano i ragazzi di Sinistra universitaria - è un dovere morale nei confronti delle vittime afgane e iraquene morte sotto le bombe lanciate proprio col pretesto dell’11 settembre: senza dar seguito a nessuna teoria cospirativa, obiettivo del dibattito sarà quello di mostrare alcune delle più gravi discrepanze presenti all’interno della Versione ufficiale dei fatti”. E così oltre all’ormai noto dilemma su cosa possa aver effettivamente colpito il Pentagono, l’incontro, grazie anche al contributo degli ospiti e all’ausilio di filmati video, cercherà di dare una risposta ad altri innumerevoli interrogativi; fra tutti, il perché della totale inerzia della difesa aerea americana, le cause del crollo verticale delle 3 (tre) torri di New York, che cosa prevedeva il piano Northwoods agli inizi degli anni ’60 e cosa si caldeggiava a chiare lettere appena 9 anni fa nel PNAC (project for a new american century), vero e proprio manifesto dei neoconservatori.

A arricchire il dibattito non mancheranno inoltre importanti riflessioni sugli scenari geopolitici prossimi venturi, dell’europarlamentare Giulietto Chiesa, alla luce anche dell’uscita del suo ultimo libro “Prima della tempesta” che già dal titolo sembra non lasciar presagire niente di buon per l’intero Occidente.

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