L’indulto a Sollicciano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 settembre 2006 18:47
L’indulto a Sollicciano

Abbiamo seguito -si legge nel numero di Settembre 2006 dell'Agenzia d’informazione dell’Associazione Pantagruel- con molta attenzione e con forte partecipazione quello che è avvenuto a Sollicciano dal primo di agosto fin verso il 20 dello stesso mese, periodo in cui sono usciti numerosi detenuti e detenute per l’indulto. Non ci voleva molto a capire che sarebbe stato difficile il rientro nella società di alcune centinaia di persone, ma siamo rimasti stupiti sull’inesistenza a livello nazionale dei ministeri competenti e a livello locale degli enti preposti (regione, provincia, comune), anche il volontariato avrebbe potuto e dovuto fare di più.
Il primo agosto sono usciti i primi 30 uomini e le prime 12 donne e per oltre due settimane è stato un susseguirsi di rientri nel territorio.

Ma fuori chi c’era e cosa c’era? Togliamo le poche unità che avevano i familiari ad aspettare davanti al cancello di Sollicciano, per il maggior numero dei casi c’era il poco o il nulla. Senza una borsa o una valigia ma con i grandi sacchi neri dell’immondizia con dentro i vestiti, senza schede telefoniche; lontani dalla stazione e dal centro (sì, il Comune aveva messo a disposizione qualche biglietto dell’ATAF e una “guida”, cinque pagine fotocopiate con informazioni, tre per cittadini residenti nel comune di Firenze e due per non residenti nella nostra città.

Pagine non fatte bene mandate al carcere in una cinquantina di copie finite rapidamente e mai più rifotocopiate e ridistribuite!). E poi all’esterno i posti letto (per i detenuti uomini) del Samaritano che si sono quasi subito riempiti e che non sono previsti per gli stranieri senza fissa dimora (ma se neppure una struttura religiosa è disponibile a dare un appoggio di poche notti, queste persone dove dovrebbero andare?). E qui si aprono problemi enormi della cattiva gestione dell’indulto… I numerosi stranieri che non avevano un permesso di soggiorno ricevevano all’uscita del carcere due fogli: uno con scritto esci per indulto e l’altro esci dall’Italia entro cinque giorn i…e se ti ritroviamo al sesto giorno ti rimettiamo in carcer! e perché sei andato contro la legge Bossi-Fini, che è ancora legge dello stato italiano.
E poi chi è regolare (straniero) o italiano dove avrebbe dovuto andare? Alcuni non avevano i biglietti ferroviari per tornare a Roma o a Verona o a Milano o a Pisa, altri non avevano un posto letto, altri (pochi, ma vi erano anche loro) non avevano la possibilità di uscire perché non erano autonomi dalle terapie psichiatriche che prendevano (e dove dormivano? E chi li accompagnava alla stazione?).

E il lavoro? Nei primi giorni dell’indulto esce su tutta la stampa locale che ci sono 40 borse lavoro proprio per loro…ma la notizia è falsa…ora si stanno aspettando i primi fondi…quando arriveranno? Come saranno dati? Ma soprattutto ed intanto ad agosto e a settembre e finchè non arriverà questo aiuto concreto come dovrebbero e devono vivere queste persone?

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