Nasce all'albergo popolare "Fioretta Mazzei" un centro polivalente per l'inclusione sociale rivolto ai senza fissa dimora

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2006 14:00
Nasce all'albergo popolare

Un nuovo centro polivalente per i senza fissa dimora, con la costruzione di una nuova ala dell'albergo popolare "Fioretta Mazzei" in via del Leone. Il Comune di Firenze intende promuovere sempre di più l'inclusione sociale delle fasce di popolazione in difficoltà economica o sociale, e delle persone senza fissa dimora della città, e per questo la nuova struttura, adibita a centro polivalente, vuole rispondere ai bisogni più rilevanti di breve, medio e lungo termine.
La nuova ala è composta da tre diversi interventi di particolare rilievo: sulla sinistra dell'immobile un ampliamento dei posti letto dell'Albergo popolare con la messa a regime di 24 nuovi posti letto per l'accoglienza lunga (12 mesi prorogabili di altri 12); al centro nuovi ambulatori dell'associazione Stenone; sulla destra il centro polivalente per l'inclusione sociale.

Inoltre è stato realizzato ex-novo al piano terreno della portineria, un locale parrucchiere podologo, un locale per le visite mediche e i servizi, e al primo piano gli spogliatoi per il personale. Il costo complessivo dei lavori ammonta a 1.034.610,36 euro. Il progetto della Caritas chiamato "Stenone", consiste nella realizzazione di locali adibiti ad ambulatorio per extracomunitari per i quali non è disponibile il servizio medico di base in lavori di ristrutturazione al piano terreno di al primo.

All'interno del centro lavoreranno uno staff di educatori, previsto per la gestione istituzionale, ed i referenti delle associazioni di volontariato e delle organizzazioni del privato sociale per il rapporto con gli ospiti dell'albergo. Con la realizzazione di nuovi locali viene potenziata l'opportunità ai senza fissa dimora, di ottenere la residenza presso il Comune di Firenze. La nuova ala è destinata infatti a tutti i soggetti che vivono una situazione di esclusione sociale, ai quali non è riconosciuto un diritto di cittadinanza pur gravitando stabilmente sul territorio fiorentino: uomini e donne stranieri, comunitari e non comunitari, ma anche italiani, che non possiedono i requisiti necessari per una presa in carico e che non rientrano nell'immediato nei circuiti formali dell'assistenza.

Persone in possesso delle potenzialità necessarie ad uscire da una condizione di isolamento e di marginalità con l'aiuto adeguato. L'accesso alla residenza anagrafica nel Comune di Firenze è ritenuto un diritto assoluto per cui, con l'istituzione della via virtuale via Lastrucci, qualsiasi cittadino senza fissa dimora può dichiarare di risiedere a Firenze e dopo i normali accertamenti viene riconosciuto come residente. Per rispondere ad esigenze più urgenti è stato creato un ulteriore percorso connesso ad "esigenze di sostegno sociale", che è associato ad un percorso strutturato, connesso alla possibilità di avere un risposta immediata ai bisogni (nell'ambito delle risorse disponibili e al progetto dedicate) in collegamento alle risorse del territorio.

La rete dei soggetti coinvolti nella realizzazione del Centro coinvolge la dimensione istituzionale (Comune di Firenze, Assessorato politiche accoglienza e inclusione sociale, Servizio Marginalità e Inclusione Sociale, ASP Fuligno) e quella delle organizzazioni del privato sociale impegnate in tema di inclusione sociale. Tra queste il Tavolo di coordinamento cittadino per l'inclusione sociale che rappresenta una realtà consolidata del contesto fiorentino, costituito dalle associazioni di volontariato che operano nel campo delle nuove povertà e dell'inclusione sociale e che rappresentano la rete all'interno della quale nascono e si sviluppano esperienze significative della realtà fiorentina.

Inoltre, è importante anche il coinvolgimento di istituti di ricerca, fondazioni e università (è iniziata già una fattiva collaborazione con l'università di Psicologia), categorie professionali e lavorative per la promozione di azioni concrete di inclusione anche attraverso prassi sperimentali ma coerenti con la realtà.

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