"La tribu del pallone" per ridere sul (e del) calcio assieme a Ziliani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 maggio 2006 17:01

Certo, che se quanto sta accadendo in queste ultime settimane qualcuno lo avesse ‘pronosticato’ un anno fa circa, la risposta che sarebbe scappata dalle bocche di molti (forse troppi), avrebbe suonato più o meno così: “Ma tu sei matto!”
E allora, in attesa, di capire cosa succederà, proviamo a sdrammatizzare un po’, riportando il calcio a quella dimensione di sport proletario, per tutti, persa (purtroppo) da troppo tempo. E lo facciamo iniziando con un divertente racconto di Paolo Ziliani, giornalista sportivo Mediaset e autore delle mitiche pagelline di Controcampo, lavoro pubblicato nel libro (tutto da ridere), “La tribù del pallone”.
Buona lettura…

Svelato il significato della sigla Gea: Gestione Encefalo Allenatori

Profondo sgomento ha suscitato, nel mondo del calcio, l’amaro sfogo di Gigi De Canio, l’allenatore della Reggina che a San Siro - dopo lo 0-3 con l’Inter - si è presentato ai microfoni Rai dicendo: "Sono uscito dal terreno di gioco mortificato e indignato come uomo di sport e di calcio"; sfogo che aprì di fatto il caso Batistuta (denunciato, squalificato, riabilitato dopo il pugno sferrato a Franceschini).

Robot
"Moratti se l’è presa con me - spiega De Canio, - ma le mie colpe sono minime.

Tutti sanno che io faccio parte della Gea; ma ben pochi sanno che Gea significa Gestione Encefalo Allenatori (& Addetti ai lavori). Di che si tratta? E’ presto detto. In cambio della certezza di un ingaggio, le Gea trapianta nel tuo cervello un microchip capace, se attivato, di farti dire qualunque cosa. Dovete credermi! Io ero pronto per dire la solita frase: 'Non è certo con l’Inter che dobbiamo guadagnare i punti salvezza', quand’ecco che ho sentito un 'bip' in testa e sono uscito con la frase dell’uomo di sport indignato e mortificato.

Una puttanata, lo so: ma che ci potevo fare?".

Contratto
"Domando: nel calcio di oggi, c’è qualcuno che non è mai sceso a compromessi? Tutti teniamo famiglia. Prendete Agostinelli, un mio collega, lui pure affiliato Gea. Un anno fa, con Miccoli in squadra, venne cacciato perché stava portando la Ternana in C; beh, una firmetta per l’okay al microchip ed eccolo in serie A sulla panchina del Piacenza. L’hanno già silurato, è vero, ma almeno l’ingaggio è assicurato".

Corto circuito
"Come dice il proverbio, 'pesce grande mangia pesce piccolo'! E alla Gea vogliono fare le cose in grande.

Il loro sogno è arrivare alle Gestione Encefalo non solo di Allenatori & Addetti ai lavori, ma anche di Arbitri & Alti Papaveri. Prendete De Santis, l’arbitro di Inter-Reggina: secondo me, aveva un microchip in prova! In settimana hanno continuato a mitragliarlo di 'bip', 'Ho visto tutto: Batistuta non ha fatto niente', 'Non ho visto niente: Batistuta non l’ho neanche visto'… insomma: ha cambiato sette volte versione, secondo me qualcosa non ha funzionato".

Suonerie
"Pentito di essere entrato nella Gea? E perché mai? Guardate che il microchip - ormai - ce l’hanno tutti.

Trapattoni ha sentito un 'bip' e ha convocato un argentino in Nazionale; Carraro ha sentito un 'bip' ed è pronto a cacciare Trapattoni, assumere Lippi e liberare la panchina della Juve per il mio amico e compagno di scuderia Del Neri. Ah!, a proposito: e voi giornalisti? Dai, non fate i finti tonti! Eravate in 40, dopo Inter-Reggina, nella sala stampa di San Siro e a momenti non riuscivo a parlare, dai 'bip' che sentivo!".

Solidarietà
"Comunque, approfitto dell’occasione per invitare tutti alla presentazione del mio libro: Una vita da pompiere, un giorno da incendiario, 299 pagine, Gea editore.

Prezzo: 29 euro. I proventi saranno devoluti al fondo 'Un microchip a chi non ce l’ha' ".

Tratto da:
“La tribù del pallone – Quando il calcio è tutto da ridere”
di Paolo Ziliani, edizioni Limina

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