Feste del Maggio sull’Amiata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 aprile 2006 15:23
Feste del Maggio sull’Amiata

Si avvicina l’ultimo giorno di aprile e con esso la tradizionale festa del maggio, che porta ovunque sull’Amiata i canti per celebrare la rinascita della bella stagione. Nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, gruppi di maggiaioli canteranno le Maggiolate ad Arcidosso (Cantamaggio di antiche melodie per le vie del paese e dei villaggi), Selva (Canto del Maggio) e, naturalmente, nelle campagne intorno a Castiglion d’Orcia (Maggiolata).
I gruppi di cantori si riuniscono infatti in questa occasione per festeggiare l’arrivo della primavera e il risveglio della campagna, cantando e suonando madrigali per le strade, passando di podere in podere per ricevere oboli e omaggi.


La Maggiolata è una classica festa toscana apotropaica: serve per togliersi di dosso il ricordo del freddo inverno che ci portiamo sulle spalle e per lasciare spazio alle giornate soleggiate. Canti ormai antichi, rigorosamente interpretati secondo la tradizione (spesso accompagnati da elementi delle bande locali, come la Castigliana di Castiglion d’Orcia, o dalle corali, come la Giuseppe Verdi di Arcidosso), vengono intonati dai cantori per le campagne, fino a tarda notte, in celebrazione dell’arrivo del maggio.



Tornano le tradizionali feste di inizio primavera a Santa Fiora: il primo maggio, l’Albero del Maggio, il 3 la Festa delle Croci.
Si tratta di due appuntamenti tradizionali di diversa ispirazione: uno più legato al mondo pagano (Il primo), l’altro invece di ascendenza religiosa.
L’albero del Maggio ha anche una tradizione fortemente politica, allacciata alla festa dei lavoratori: nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, infatti, un abete alto più di 20 metri viene issato nella piazza principale di Santa Fiora, i rami e la corteccia tagliati, una bandiera rossa sventolante in cima.

Intorno all’albero tradizionalmente si cantava, danzava e beveva (oggi si preferisce farlo fare a musicisti professionisti), in ricordo delle feste della bella stagione, ma anche dell’uso giacobino di issare l’albero della libertà.
La grande processione con i tre immensi tronchi di sambuco viene invece effettuata il 3 maggio (a conclusione, una fiera di merci la cui componente principale è il cedro, simbolo sessuale non diverso dalla pina di Montelaterone) per celebrare il miracolo del crocefisso, che avrebbe salvato la popolazione dalle conseguenze del grande terremoto del 1778, oppure per evocare le feste della Croce di Cristo che in quei giorni si tengono in numerose cittadine.

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