Pergola: Luigi De Filippo in Non ti pago! di Eduardo De Filippo, da martedì 10 gennaio a domenica 15 gennaio 2006

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 gennaio 2006 09:48
Pergola:  Luigi De Filippo in <I>Non ti pago!</I> di Eduardo De Filippo, da martedì 10 gennaio a domenica 15 gennaio 2006

Questa edizione di Non ti pago! è diretta ed interpretata da Luigi De Filippo e dalla sua Compagnia di Teatro. Luigi De Filippo, figlio di Peppino e nipote di Eduardo, depositario della grande tradizione attoriale partenopea.Regista ed autore egli stesso di applaudite ed ironiche commedie come La fortuna di nascere a Napoli o La commedia del re buffone e del buffone re.
Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male, soleva dire Eduardo. Faceva riferimento a quel mondo pittoresco e del tutto partenopeo che ruota intorno ai misteri dell’oltremondo.

Gobbi e fantasmi, cornetti e scongiuri funzionano soprattutto quando di mezzo c’è lo sport nazionale, il lotto, che basa la propria religione su un insieme di riti officiando i quali si può giungere ad una sicura divinazione dei numeri. Con buoni e cattivi, i portafortuna, gli iettatori e i menagramo, e un testo sacro, la cabala che permette di interpretare i sogni e con l’aiuto, magari, di qualche parente defunto che dall’aldilà si scomoda per suggerire ai congiunti ancora in vita la combinazione per una bella quaterna vincente.

È comprensibile il disappunto di Ferdinando Quagliuolo, gestore di un banco del lotto, appassionato del gioco ma eterno perdente, quando scopre che il padre trapassato ha rivelato i preziosi numeri non già a lui, ma all’odiato Bertolini, suo impiegato baciato dalla buona sorte che tenta di impalmare Stella, la figlia di Quagliuolo. È questo l’intreccio di Non ti pago!, surreale sarabanda intorno all’umana cupidigia rivestita di sana e robusta superstizione, che si rivela come sempre in Eduardo una chiave di lettura del mondo; anzi, una chiave di rilettura che l’uomo usa per cambiare un po’ le carte in tavola se il piatto non piace, perciò Ferdinando sottrae il biglietto a Bertolini perché, a suo avviso, il padre nell’indicargli i numeri ha semplicemente compiuto un errore di persona, occupando Bertolini l’ex appartamento dei Quagliuolo.

Nei riti della superstizione si riconosce quell’ironico scollamento dal mondo, quel piccolo diaframma che in Eduardo smaschera le ipocrisie e alla fine aiuta a ricomporre il quadro, apparentemente uguale ma sempre diverso, in realtà, da come si presentava all’inizio. In fondo la superstizione è una forma di fede estrema che ha anche le sue maledizioni e i suoi anatemi, dei quali si serve anche Quagliuolo quando davanti al ritratto del genitore defunto augura a Bertolini ogni male, se e quando tenterà di incassare una vincita che ritiene ingiusta.

È fede e consolazione, la superstizione, speranza e semplificazione dei guai quotidiani. Un tema comune ai due fratelli, trattato in una maniera che ricorda un po’ Non è vero ma ci credo scritta da Peppino (e recitata da Luigi De Filippo alla Pergola nel gennaio 2004), con le peripezie del commendator Gervasio Savastano incerto se assecondare la buona sorte di Sanmaria o rischiare che la gobba di quest’ultimo possa trasmettersi ai nipotini mediante matrimonio con la figlia. Da Non ti pago!, che debuttò nel 1940, fu tratto uno dei film più riusciti dei De Filippo con Eduardo nel ruolo di Quagliuolo, Peppino in quello di Bertolini, la partecipazione di Titina e persino di uno dei fratelli De Rege, Giorgio.

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