Una guida per i senza fissa dimora e le iniziative di Natale della Comunità di Sant'Egidio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2005 17:25
Una guida per i senza fissa dimora e le iniziative di Natale della Comunità di Sant'Egidio

Firenze, 21 dicembre 2005- Un regalo di Natale speciale, preparato soprattutto per i senza fissa dimora e quanti sono nella necessità. Verrà loro consegnato durante i giorni di Natale dalla Comunità di Sant’Egidio che il 25 dicembre preparerà il pranzo di Natale nella chiesa di San Gaetano, in via Tornabuoni, insieme all’Arcidiocesi di Firenze, e che ha realizzato a Firenze la terza edizione di ‘Dove mangiare, dormire, lavarsi’, una sorta di bussola da tenere in tasca per muoversi a Firenze.

Sono scritti i luoghi dove si può avere aiuto e accoglienza ma sono segnalati anche i posti dove si può aiutare ed essere accoglienti. La guida è stata realizzata grazie al contributo del Comune di Firenze, in collaborazione con l’assessore comunale alle Politiche e interventi per l'accoglienza e l'integrazione Lucia De Siervo, e dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. La cartina della città è stata fornita da Ataf.

Tanti i paragrafi – da dove dormire, lavarsi, curarsi fino alle scuole di italiano per stranieri, con tutte le indicazioni, le spiegazioni, gli indirizzi e i telefoni a cui potersi rivolgere: un vademecum della sopravvivenza che rende conto della vita della città solidale e che è stato fatto anzitutto perché chi vive per strada possa avere dei punti di riferimento; è una mappa per sapere come è possibile soddisfare alcuni bisogni primari.

Un altro motivo che ci ha portato a raccogliere tutte queste informazioni è la necessità concreta di saper rispondere alle domande che proprio i senza fissa dimora ci facevano e ci fanno. Un terzo motivo di utilità che la guida offre è la possibilità, per chi lo desidera, di sapere anche come e dove aiutare.

La guida è frutto di una ricerca, che è stata condotta attraverso una scheda compilata dai membri della Comunità insieme a responsabili e operatori delle diverse associazioni nelle loro sedi.



"Abbiamo potuto verificare – spiegano i rappresentanti che esistono luoghi e realtà di solidarietà consolidate, che sono divenute punti di riferimento per molti. Alcune associazioni hanno aumentato i servizi, i tempi e i luoghi di accoglienza". Diversi i centri di ascolto, non molti luoghi di prima accoglienza e pochi luoghi dove si offre assistenza sanitaria specialistica e gratuita.

Le tipologie di persone che incontriamo sono soprattutto giovani stranieri e uomini italiani di mezza età, ma sono in aumento gli anziani che chiedono un pasto, un luogo dove lavarsi e/o una stanza dove abitare.



Un altro problema che si rileva sempre più spesso è la necessità di un luogo di accoglienza per persone con dimissioni protette dall’ospedale, o per chi non è tanto malato da essere ricoverato, ma abbastanza per stare molto male per strada.

Si è potuta registrare la permanenza nella precarietà di alcune persone, soprattutto italiani di 40-50 anni. Ci sono persone che conosciamo alla stazione da 5, 6, 8 anni. Essi sopravvivono in Emergenza Freddo durante l’inverno e passano da un tipo di aiuto all’altro durante tutto l’anno.

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