Teatro di Rifredi: da martedì 12 a sabato 16 (ore 21.00) La piccola guerra di Alberto Severi , regia di Ugo Chiti, con Massimo Salvianti, Lucia Socci, Dimitri Frosali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 aprile 2005 14:13
Teatro di Rifredi: da martedì 12 a sabato 16 (ore 21.00) <I>La piccola guerra</I> di Alberto Severi , regia di Ugo Chiti, con Massimo Salvianti, Lucia Socci, Dimitri Frosali

Altopiano di Asiago, 1916. Le truppe italiane stanno faticosamente riconquistando il terreno perduto durante la cosiddetta "Spedizione punitiva" degli austriaci. In un casolare sfollato, semidistrutto dai bombardamenti, due soldati trovano un giovane impiccato. Poi, dalle tenebre della casa, spunta fuori anche una strana ragazza che dice di essere la contorsionista di un circo, di chiamarsi Aspasia, "come l’etèra di Pericle", e di essere stata violentata da un soldato ungherese. Comincia così una notte densa di misteri, durante la quale Aspasia prenderà le sembianze della giovane donna amata da uno dei due soldati – e morta di parto – , si preciseranno, o si confonderanno, posizioni ideologiche o confuse filosofie, baleneranno visioni e premonizioni, il soldato più giovane arriverà ad un passo dalla salvezza, ma l’altro, con un truce colpo di teatro, lo riporterà sulla via della perdizione, dentro all’eterno mito maschile e autodistruttivo della Grande Guerra.
La Guerra Piccola – secondo Ugo Chiti, che ha scritto una prefazione al testo, pubblicato nel 2000 dalla casa editrice Jaca Book assieme ad altre due commedie di Severi, col titolo Valzer di Guerra – "è una tragicommedia dove i personaggi sanno prepararsi ad un esemplare punto di partenza, mantenendo poi tutte le promesse annunciate con dolorosa brillantezza drammaturgica, e un giusto equilibrio fra occulto e reale.

(…) Andrea, Giuliano e Aspasia sono presenze tangibili, ombrose e appassionate come tutte le vere creature teatrali".
Il testo ("una lunghissima, irridente risata sulla sacralità della prima Guerra mondiale, ridotta a sfondo per le contorsioni di uomini e donne", come l’ha definita Alberto Pozzolini) ha stravinto nel 1999 il prestigioso premio "Fondi-La Pastora", con una motivazione che pone in risalto "il dialogo serrato e intenso", spesso intriso, nel personaggio di Andrea, di una brutalità sarcastica e di una franchezza sessuale tali da mettere in cortocircuito l’atavico maschilismo del personaggio, il suo bellicismo e le corde più crude e crudeli della lingua toscana.

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