Venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 febbraio alle ore 21.15 al Teatro Studio Scandicci uno studio scenico su un pensiero-parola dedicato alla Memoria Collettiva dell’Olocausto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2005 14:55
Venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 febbraio alle ore 21.15 al Teatro Studio Scandicci uno studio scenico su un pensiero-parola dedicato alla Memoria Collettiva dell’Olocausto

Venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 febbraio alle ore 21.15 lo sguardo poetico e inquieto di uno degli artisti più applauditi del nuovo teatro italiano, ENZO MOSCATO, presenta al Teatro Studio Scandicci “KINDER-TRAUM SEMINAR”, uno studio scenico su un pensiero-parola dedicato alla Memoria Collettiva dell’Olocausto.
Scritto, ideato e diretto da Moscato “KINDER-TRAUM SEMINAR” (“Seminario sui sogni dei bambini” o anche “Seminario sui bambini in sogno”: la giusta interpretazione del titolo tedesco è volutamente lasciata nell’ambiguo, così come ambigua è lasciata da Jung, a cui il titolo dello spettacolo è “rubato”) coincide con una struggente e onirica rappresentazione dell’Olocausto visto dai bambini, una sorta di concerto nel quale una raccolta di voci differenti (Janusz Korczak, Tadeusz Kantor, Etty Hillesum, Primo Levi, Elie Wiesel, Gitta Sereny, Tzvetan Todorov, Mary Berg, Bruno Bettelheim, Robert Antelme, Edith Stein, Paul Celan, Marina Cvetaeva), brani letterari, frammenti poetici e cronache dei lager si intrecciano in un inestricabile impasto visivo e sonoro per render conto della più grande tragedia di tutti i tempi.


Come già ha fatto per Rasoi, Luparella, Sull’ordine e il disordine dell’ex macello pubblico, Moscato sceglie la storia per creare scene evocative di fatti lontani, di cui la realtà attuale è ancora spesso tristemente intrisa.
Non si tratta della rielaborazione storico-cronologica del dramma che il mondo intero ha patito più di mezzo secolo fa, ma di una rivivificazione mnemonica-emotiva degli avvenimenti che lo hanno caratterizzato, con tutto il carico emozionale che questo comporta.
La parola - recitata, detta, cantata - trascende il suo stesso significato, incarnando stratificate dimensioni della coscienza non soltanto sullo sterminio collettivo di razze, capi e oppositori politici, ma soprattutto sull’annientamento dei valori su cui faticosamente la società ha costruito sé stessa nei secoli.


Sulla scena di “KINDER-TRAUM SEMINAR” si evidenzia l'insolito contrasto fra la parlata vesuviana - che assurge a lingua dei morti e dei deportati - e le aspre cadenze teutoniche che esprimono gli ordini e la burocratica inflessibilità dei regolamenti che guidano le stragi, nonché il contrasto ancor più lacerante, tra il candore infantile richiamato dalle note di ‘Stille Nacht’ e la memoria dell'atroce, interminabile bagno di sangue.

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