Una mostra alla Limonaia di PalazzoMedici Riccardi racconta come si trasformano le baraccopoli brasiliane

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 febbraio 2005 14:30
Una mostra alla Limonaia di PalazzoMedici Riccardi racconta come si trasformano le baraccopoli brasiliane

(3 febbraio 2005) - Una mostra per raccontare un progetto che Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale) porta avanti ormai da tredici anni. L’obiettivo che l’organizzazione non governativa nata in Italia nel 1972 e presente oggi in 35 paesi persegue in Brasile è ambizioso: ridurre il gap a livello di qualità della vita e dignità della persona che separa nettamente il centro di Salvador Bahia dalla periferia. Mentre infatti dal 1983 una legge “pro-favela” permette la costruzione di baracche intorno alla città, nessun provvedimento garantisce acqua, luce, servizi sanitari, fognature.
Da anni Avsi si impegna costantemente affinché i favelados possano vivere in condizioni più umane.


Sono state create così le strutture di primaria necessità, ma anche asili e centri educativi per i ragazzi dove gli stessi brasiliani possono lavorare e riacquistare così la loro dignità.
“Ci preoccupiamo spesso soltanto delle emergenze umanitarie - ha detto l’assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Firenze Alessandro Martini presentando la mostra - ma dobbiamo preoccuparci anche dello sviluppo e della qualità della vita di chi vive in condizioni disperate”.
Un processo di urbanizzazione che sta dando risultati estremamente positivi, come documenta la mostra “La rinascita della favelas”, allestita alla Limonaia di Palazzo Medici Riccardi dal 3 al 20 febbraio, in collaborazione con il Comune e la Provincia di Firenze, l’Ordine degli architetti e l’Ordine degli ingegneri del capoluogo toscano.
“Siamo molto contenti del lavoro fin qui svolto - ha spiegato Maria Teresa Gatti, responsabile Avsi per l’America del Sud - ma c’è ancora molto da fare.

Si tratta di un lavoro in cui si stabilisce con i favelados un rapporto tra persone, educandoci reciprocamente al rispetto per l’uomo. Lo facciamo quindi anche per noi stessi, e per questo chiediamo a tutti di sostenerci venendo a vedere la mostra”.
La mostra è aperta tutti i giorni escluso il mercoledì dalle 9.00 alle 18.30. Si effettuano anche visite guidate su prenotazione chiamando il numero 338/2144749.

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