Firenze Mostre spa trasformata in Fondazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2004 19:06
Firenze Mostre spa trasformata in Fondazione

«L'amministrazione ha dato una risposta chiara in tempi rapidi che pone le condizioni per un rilancio delle grandi mostre a Firenze». Così il presidente della commissione cultura Dario Nardella l'approvazione, questo pomeriggio in consiglio comunale, della delibera per il riassetto di Firenze Mostre spa e la sua trasformazione in Fondazione. «Le polemiche del centrodestra su questa delibera sono pretestuose - ha aggiunto - in primo luogo perché la società sta già concludendo la certificazione del suo bilancio per chiarire definitivamente i problemi legati all'esercizio precedente.

Inoltre le varie ipotesi sul futuro amministratore delegato di questa società sono assolutamente premature: al momento non c'è nessuna proposta ufficiale su manager provenienti da altri enti, come Pietro Marchini di Firenze Fiera, per rivestire tale ruolo. La figura di un manager che affianchi il presidente, senza però sostituirlo, porterà comunque vantaggi sulla gestione operativa della società». «E' inutile negare che siamo di fronte ad una operazione corretta, trasparente e positiva - ha sottolineato il presidente della commissione cultura - per aver coinvolto un ente come la Provincia in una struttura nata in ambito comunale.

In questo modo non solo il Comune di Firenze risparmierà 300 mila euro, ma oltre al risanamento della società, porterà ad aumentarne il capitale di ben un milione di euro. Per questo non capisco le critiche dell'opposizione: i fiorentini, a partire dal 2005, troveranno una città capace di raccogliere sfide ambiziose tornando a proporre mostre internazionali come quella su Filippino e Botticelli». «Ad esempio - ha concluso Nardella - Firenze Mostre spa potrebe puntare al grande obiettivo di affiancare alle celebrazioni galileiane del 2008 un evento culturale internazionale con una mostra su "Scienza e Arte".

Infine la decisione di trasformare entro sei mesi la società in fondazione non solo ci consegnerà uno strumento più agile, dal punto di vista organizzativo e di coinvolgimento di nuovi soci, ma ci permetterà anche di rispettare il nuovo codice "Urbani" dei beni culturali sugli strumenti di valorizzazione del patrimonio e di gestione dei servizi culturali».
«La scelta di passare adesso da tassa a tariffa quando lo si poteva fare dal 2000 e l'articolazione della tariffa a tutto svantaggio delle imprese trova il suo presupposto soltanto in motivi di opportunismo politico».

E' quanto ha dichiarato la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci. «In altri Comuni, come ad esempio Arezzo - ha spiegato Gaia Checcucci - si è impostato tale passaggio in mondo graduale e attraverso un confronto continuo con i rappresentanti delle categorie economiche, senza che vi fosse l'aggravio pesante che ci sarà a Firenze. Ciò conferma che, a differenza di ciò che si vuole fare credere, l'automatismo dell'aggravio che peserà sulle tasche dei cittadini e delle imprese non è solo una conseguenza della trasformazione in tariffa ma di scelte affrettate, inopportune e prive di strategia aziendale».

«Anzitutto - ha proseguito la consigliera di Alleanza Nazionale - non si capisce perché proprio adesso che la finanziaria ha consentito la proroga della tassa sui rifiuti, nella prospettiva di un riordino della materia che avverrà con la legge-delega ambientale recentemente approvata, il Comune di Firenze in tutta fretta abbia preferito passare a tariffa senza un preventivo confronto con le categorie economiche e senza il coinvolgimento di Quadrifoglio, azienda che da oggi gestirà le bollette ma che non avrà la possibilità di recuperare i costi di gestione altissimi dovuti alle mancate scelta in termini di termovalorizzazione.

Con la copertura integrale del costo del servizio la tariffa rifletterà del tutto l'immobilismo dell'amministrazione che per anni non ha permesso all'azienda di poter adottare una strategia imprenditoriale di lungo periodo che le consentisse di comprimere i costi di smaltimento e di ottimizzare la gestione con il termovalorizzatore ed il conseguente recupero energetico». «Inoltre, nell'Ato rifiuti dove c'è anche il Comune di Firenze - ha concluso gaia Checcicci - non essendo stato raggiunto il 35% di raccolta differenziata, il passaggio da tassa a tariffa è oltremodo sconveniente perché comporta l'applicazione automatica della cosiddetta "ecotassa" che prevede pesanti penalità per chi raggiunge questo obiettivo.

Anche per questo motivo non si capiscono i motivi della scelta effettuata dall'amministrazione comunale. Come non si capisce come mai la determinazione della tariffa che ai sensi di legge deve essere effettuata dall'Ato rifiuti, sia stata invece determinata dal Comune. Ciò comporterà una inevitabile, ulteriore passaggio perché, non a caso, la legge attribuisce all'Ato la redazione del piano industriale che al suo interno deve contenere la determinazione della tariffe. A cosa serve l'Ato?».

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