Immigrati cittadini come gli altri

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 novembre 2004 23:59
Immigrati cittadini come gli altri

"Non conterà la nazionalità ma l’appartenenza alla comunità di residenza -scrive Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana, nella propria newsletter- È questo il senso della “cittadinanza di residenza”, un nuovo concetto che sarà compreso nella legge regionale sull’immigrazione che approveremo entro la fine di febbraio. Oggi diritti e doveri sono riservati solo a chi è italiano per nascita o lo è diventato. Ma ci sono tanti immigrati che, pur non essendo italiani, fanno parte a tutti gli effetti della nostra comunità: abitano qui, lavorano qui, pagano le tasse.

È dunque giusto prevedere anche per loro dei diritti e dei doveri. Questa è la “cittadinanza di residenza”, uno dei punti più innovativi della nuova norma regionale: una legislazione d'avanguardia, coerente con la storia e la tradizione della Toscana. Nel nuovo Statuto Regionale abbiamo previsto il diritto di voto amministrativo per gli immigrati regolari; Il Governo ha deciso di impugnarlo e adesso lo Statuto è all’esame della Corte Costituzionale. Aspettiamo il giudizio della Consulta, e restiamo convinti che oggi, e ancora di più nel futuro, avremo bisogno degli immigrati per far progredire la Toscana, sia dal punto di vista economico che culturale.

La nostra società invecchia, ci sono lavori e imprese, ad esempio nel settore dell’edilizia e della lavorazione della pelle, che senza il prezioso apporto dei lavoratori extracomunitari sarebbero già in crisi e destinate alla chiusura. Integrare a pieno titolo nella nostra comunità gli immigrati è quindi una necessità oltre che un dovere. Nella nostra legge riaffermeremo inoltre il diritto all'assistenza minima per tutte le persone presenti sul territorio regionale: anche per i migranti privi di permesso di soggiorno ed irregolari.

Già lo facciamo oggi. Rilanceremo la tutela del diritto di asilo per i rifugiati politici, costretti per mesi in un limbo legislativo, affogati tra procedure burocratiche. Da ogni parte sono arrivate pesanti critiche alla Bossi-Fini, una legge sbagliata che deve essere ripensata. La Toscana non si limita a criticare, ma fa anche proposte innovative. E lo facciamo perché siamo convinti che una moderna cultura dell’accoglienza, che porta con sé l’opportunità di un dialogo multiculturale e multireligioso, sia più che mai necessaria".

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