Il Coordinamento nazionale vittime fallimenti immobiliari interviene sul fallimento dell'immobiliare Impresa Edile Salvadori di Reggello

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 ottobre 2004 19:19
Il Coordinamento nazionale vittime fallimenti immobiliari interviene sul fallimento dell'immobiliare Impresa Edile Salvadori di Reggello

E’ ormai a tutti nota la vicenda di Rolanda Ceni, insegnante di scuola a Tosi (frazione di Reggello), vittima del fallimento immobiliare dell’Impresa Edile Salvadori Costruzioni e vittima di norme anacronistiche e vessatorie (Art. 72 della Legge Fallimentare) per le quali il Parlamento ha recentemente approvato una Legge, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale (Legge 210/04), che riconosce lo “status” di vittime a tutti coloro che sono rimasti invischiati in fallimenti immobiliari negli ultimi dieci anni e deciso l’istituzione, tra l’altro, di un Fondo di Solidarietà che dovrà indennizzare in misura significativa quanti avessero perso somme, in gran parte i risparmi di una vita, a coloro che ne avranno diritto.
La battaglia di Rolanda Ceni è balzata subito agli occhi dell’opinione pubblica, prima con la sua partecipazione alla trasmissione televisiva “Mi manda RaiTre” nel marzo del 2000, e successivamente tornata alla ribalta grazie a Conafi e Assocond nella trasmissione “Report” nel marzo 2004, questa volta specificatamente dedicata ai Fallimenti Immobiliari, messa in onda con l’intestazione “Occupanti senza titolo”.

In occasione delle interviste raccolte dal Dott. Bernardo Novene, cronista di “Report”, oltre alla Sig.ra Ceni, fu interpellato telefonicamente anche il costruttore fallito, Giovanni Salvadori, il quale dichiarò, molto convintamente, di essere stato portato al fallimento senza che ve ne fossero reali esigenze, ma per scelte non esattamente corrette (sul piano economico e finanziario) della Cassa di Risparmio di Firenze, che avrebbe, a suo dire, prima volutamente finanziato un’impresa già in stato di decozione e, subito dopo, dato avvio alla procedura fallimentare.

Quali sono stati gli interessi maturati dietro questo fallimento? E’ forse anche questo un dei casi della “Fallimentopoli” fiorentina, per la quale da tempo è aperta una indagine della Procura della Repubblica di Genova? "Una cosa sembra evidente (ma ancora da accertare) e sarebbe quella che nel fallimento immobiliare Salvadori si sono avuti comportamenti quanto meno contraddittori da parte della Banca -afferma Domenico Cotroneo di Conafi/Assocond Toscana- in relazione ai quali sarebbe il caso di accertare l’esistenza di eventuali responsabilità.

A giudizio dei diretti interessati nella vicenda, la Cassa di Risparmio di Firenze ha certamente responsabilità morale di quanto è accaduto. Il tempo e la documentazione si incaricheranno, a partire dai prossimi giorni, di verificare se, a quelle, potessero casomai aggiungersene altre, di natura strettamente giuridica".
La Sig.ra Ceni, se vorrà rimanere nella propria casa, già interamente pagata al costruttore ed (a sua insaputa) venduta all’asta, dovrà restituire le somme spese dai nuovi acquirenti, anche loro invischiati nel perverso meccanismo della “guerra tra poveri”. La Sig.ra Ceni ha urgente necessità di reperire le somme da restituire ai nuovi acquirenti, per riacquistare la casa già comperata e bloccare lo sgombero.

Questo potrebbe essere fatto accendendo un nuovo mutuo e la relativa ipoteca sulla stessa casa, ove si trovasse un Istituto di Credito disposto a dare fiducia ad un dipendente pubblico, quale è Rolanda Ceni. Ma questa è anche la condizione necessaria perché Rolanda Ceni possa accedere ai contributi previsti dal “Fondo di Solidarietà”.
"Nell’eventualità che la Cassa di Risparmio di Firenze cominciasse seriamente ad interrogarsi su questa vicenda, non sarà anche il caso che spendesse il proprio impegno per ricercare una soluzione (almeno temporanea) ai problemi della Sig.ra Ceni? -spiegano alla CONAFI ed Assocond- la Dirigenza della Cassa di Risparmio di Firenze su questa questione, in uno scatto di dignità e di serietà, favorisca questa famiglia, almeno anticipando quelle somme delle quali, con l’istituzione del Fondo di Solidarietà, Rolanda Ceni vedrà riconosciuto (sia pure parzialmente) il proprio diritto".

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