Abuso d'ufficio di due medici per concorsi pilotati a neonatologia
Approvato dalla giunta regionale il Piano sanitario regionale 2005-2007

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 ottobre 2004 14:02
Abuso d'ufficio di due medici per concorsi pilotati a neonatologia<BR>Approvato dalla giunta regionale il Piano sanitario regionale 2005-2007<BR>

firenze- Il sostituto procuratore Nicolosi ha terminato gli accertamenti sul caso che riguarda il professor Firminio Rubaltelli e la dottoressa Giovanna Bertini. All'origine dell'illecito ci sarebbe una relazione sentimentale fra i due. Ciò avrebbe portato la dottoressa a vincere un concorso a Careggi nel 2002 e a vedersi pubblicato un bando "su misura" nell'aprile di quest'anno. Per entrambi il pm chiederà il rinvio a giudizio.

Continuità con il piano precedente ma anche contenuti fortemente innovativi affidati a 12 progetti speciali di interesse regionale dedicati ad altrettanti grandi campi di intervento: Le azioni per la prevenzione e la cura dei tumori; Gli interventi di sorveglianza attiva a favore della popolazione anziana; Il controllo del dolore come diritto del cittadino; L’odontoiatria: un percorso sostenibile; Nascere in Toscana; Il percorso organizzativo “Artroprotesi dell’anca-Ortopedia chirurgica” come modello di programmazione e di governo clinico; La strategia di miglioramento del sistema di emergenza urgenza intra ed extra ospedaliero; Le unità di cure primarie, un nuovo modello organizzativo; Visite specialistiche: un obiettivo di qualità; Alimentazione e salute; La salute nei luoghi di lavoro: i rischi emergenti; La sicurezza alimentare.
“Le persone e gli obiettivi di salute che le riguardano – spiega l’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi – costituiscono il centro intorno a cui ruota l’intero servizio sanitario regionale e la stella polare che orienta le nostre scelte e l’intera organizzazione del sistema.

Con il Piano sanitario 2002-2004 avevamo disegnato una sanità aperta a tutti e ispirata ai valori di universalità e equità, partecipazione e sostenibilità. Avevamo compiuto alcune scelte strategiche che costituivano un vero e proprio patto per la salute, scelte che riguardavano l’appropriatezza delle prestazioni, il governo clinico, i tempi di attesa, i percorsi assistenziali, all’interno di un sistema complesso organizzato per Aree vaste e, tramite le Società della salute, fortemente integrato.

I risultati ottenuti in questi tre anni sono sotto gli occhi di tutti e riconosciuti a livello internazionale: il modello toscano di sanità ha migliorato le sue prestazioni, si è riorganizzato eliminando sprechi e sovrapposizioni, senza pesare sulle tasche dei cittadini nonostante il pesante giro di vite finanziario del governo”. Sono queste, secondo l’assessore, lo motivazioni che hanno spinto il nuovo Piano sanitario regionale 2005-2007 su un binario di continuità rispetto al precedente.

Si tratta naturalmente di un aggiornamento che tiene conto delle modificazioni che nel frattempo sono intervenute, quelle legislative a livello nazionale e regionale ma anche quelle avviate con l’entrata in scena, proprio con il Piano sanitario 2002-2004, di nuove realtà come le Società della salute, le Aree vaste e i relativi Consorzi, che continuano a costituire, anche nel nuovo piano, punti di riferimento essenziali.
La parte più fortemente innovativa è rappresentata dai 12 nuovi progetti speciali di interesse regionale, che corrispondono a specifici obiettivi di salute.

A questo progetti il Fondo sanitario regionale assegna un finanziamento di 30 milioni di euro l’anno nei tre anni, per un totale di 90 milioni di euro. Il Fondo sanitario assegna il 52% delle risorse disponibili all’assistenza territoriale, il 43% all’assistenza in regime di ricovero ospedaliero e il 5% alla prevenzione. Inoltre incrementa in maniera significativa il sostegno all’attività di ricerca e per l’innovazione (24 milioni di euro nei tre anni), e assegna rispettivamente 125,5 milioni di euro ai Centri di riferimento regionali e alle attività delle aziende ospedaliere non sufficientemente remunerate, 77,5 milioni alle Aziende ospedaliere per l’innovazione, 200,4 milioni alle attività con funzione di didattica e ricerca, 25,5 milioni ai programmi per le zone insulari e montane, 15,6 milioni al Fondo servizi territoriali, 7,65 al Fondo per la sperimentazione delle Società della salute, 1,8 milioni all’integrazione delle medicine non convenzionali, 48 milioni al Fondo per l’Area metropolitana fiorentina, 21,0 milioni per il Fondo a sostegno trapianti e prelievo organi e tessuti, 35,4 milioni per finanziamenti finalizzati allo sviluppo dei servizi di prevenzione.

Il capitolo degli investimenti (per strutture e strumentazioni) raggiunge un impegno di 50 milioni di euro nel 2005. Infine il piano prevede che nel prossimo triennio la crescita annuale della spesa non sia superiore al 3%.

La vera novità del Piano Sanitario Regionale 2005-2007 è costituita dai 12 Progetti speciali di interesse regionale, su temi che sono stati individuati come prioritari per la salute dei cittadini toscani e che verranno finanziati con 90 milioni di euro nei tre anni.

Eccoli:

Le azioni per la prevenzione e la cura dei tumori
Oltre a consolidare le attività già previste dal precedente Piano Sanitario Regionale e realizzate nel corso del triennio, si estenderà la copertura degli screening oncologici, soprattutto di quelli per i quali le evidenze scientifiche dimostrano vantaggi concreti sulla salute della popolazione. Un ruolo fondamentale sarà svolto dall’ITT, l’Istituto Tumori Toscano, nella sua accezione di sistema integrato di tutte le risorse organizzative e professionali presenti sul territorio regionale.
Interventi di sorveglianza attiva a favore della popolazione anziana.

L’azione prende le mosse dagli interventi effettuati dalla Toscana sull’emergenza caldo per gli anziani. E’ previsto un ruolo attivo dei medici di medicina generale per un censimento costante dei soggetti a rischio. Il metodo messo a punto in occasione dell’estate verrà poi applicato anche per altre criticità presentate dalla popolazione anziana.
Il controllo del dolore come diritto del cittadino. L’intervento prende le mosse dal precedente Piano e porta avanti l’azione già intrapresa dalla Toscana sul fronte della lotta al dolore.

L’obiettivo è quello di costituire una vera e propria rete ospedali-territorio, in modo che in tutte le strutture ci sia un approccio omogeneo al problema del dolore. Saranno definiti gli interventi, le modalità di organizzazione del lavoro, i servizi che dovranno essere garantiti su tutto il territorio regionale.
L’odontoiatria: un percorso sostenibile
L’obiettivo è quello di introdurre l’intervento pubblico in un settore tradizionalmente lasciato all’iniziativa privata.

Per alcune categorie di utenti ‘deboli’ (per età e reddito) saranno previsti interventi di supporto specifico da parte del pubblico, in sinergia con il privato.
Nascere in Toscana
Già il precedente Piano aveva dedicato particolare attenzione al tema della nascita, e nel triennio è stata avviata una riqualificazione dei servizi di assistenza alla nascita. L’azione continua, con l’obiettivo di garantire a tutte le donne la più ampia libertà di scelta coniugata con il massimo livello di sicurezza.

Nell’ottica di ricondurre l’evento nascita il più possibile alla sua naturalità, si punta, per esempio, alla riduzione del ricorso al parto cesareo e a favorire il più possibile l’allattamento al seno.
Il percorso organizzativo ‘Artroprotesi dell’anca – Ortopedia chirurgica’ come modello di programmazione e governo clinico. L’intervento è volto a ridurre i tempi di attesa e a garantire risposte il più vicino possibile al luogo di residenza degli utenti. Interessata prevalentemente la popolazione anziana (oltre l’80% degli interventi sono effettuati su una popolazione ultrasessantacinquenne).

La strategia di miglioramento del sistema di emergenza urgenza intra ed extra ospedaliero
Su questo fronte, gli interventi della Toscana si sono caratterizzati da sempre per il forte aspetto innovativo.

Sarà potenziata la rete di elisoccorso con una maggiore diffusione delle piazzole di atterraggio; sarà sviluppato il sistema del volo notturno. Sarà riorganizzato il sistema di accesso al pronto soccorso, riconducendo il PS alla sua funzione specifica, che è quella di garantire l’emergenza-urgenza e il ricovero appropriato.
Le unità di cure primarie, un nuovo modello organizzativo territoriale
Le unità di cure primarie rappresentano il punto di massima integrazione tra il sistema della medicina convenzionata (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, guardia medica, convenzionata specialistica) e il sistema aziendale.

L’obiettivo è duplice: da un lato dare risposte alle domande degli utenti che finora si rivolgevano, anche in modo inappropriato, ai pronto soccorso; dall’altro, consentire di soddisfare in modo più completo la domanda degli utenti già al primo livello di accesso al sistema, che è appunto quello dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scetla.
Visite specialistiche: un obiettivo di qualità
Sarà messo a regime il sistema dei codici priorità. Attualmente il tempo medio di attesa per una visita specialistica è di 30 giorni.

L’obiettivo è di ridurlo a 15 giorni.
Alimentazione e salute
Obiettivi sono la prevenzione primaria dell’obesità, attraverso la diffusione di corretti stili di vita; e la prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, ecc.), malattie che interessano percentuali crescenti di popolazione, soprattutto giovanile. Sarà stimolato e favorito il supporto multidisciplinare (internisti, nutrizionisti, psichiatri, psicologi), e l’apporto di competenze non sanitarie.
La salute nei luoghi di lavoro: i rischi emergenti
La globalizzazione della produzione, la forte spinta competitiva, la presenza di mercati a basso costo di produzione, il ricorso crescente a forme di contratto flessibili, il lavoro regolare, portano con sé crescenti rischi di abbassamento dei livelli di attenzione sui problemi di sicurezza nei luoghi di lavoro.

La sanità da sola non può rispondere a tutte le sollecitazioni che giungono dal fronte della produzione in termini di sicurezza dei lavoratori. Ma la Regione Toscana sta mettendo in atto tutta una serie di inziative articolate per garantire una maggiore e migliore tutela della salute dei lavoratori.
La sicurezza alimentare
La crescita delle relazioni della filiera alimentare, le nuove disposizioni normative, in particolare quelle emanate dall’Unione Europea, la necessità di garantire adeguati standard sanitari al settore alimentare, richiedono il superamento di una logica fondata esclusivamente sul controllo esercitato da parte delle strutture sanitarie, soprattutto in una realtà come la Toscana, dove le produzioni tradizionali costituiscono una caratterizzazione di assoluto rilievo.

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