Montemagni:‘Finanza locale, rischi di un nuovo centralismo’

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 settembre 2004 00:00
Montemagni:‘Finanza locale, rischi di un nuovo centralismo’

firenze- Le incertezze per la finanza regionale e locale derivanti dal quadro nazionale, i rischi di un ritorno indietro a un sistema fondato su finanza derivata e centralismo, lo stallo in cui si trova l’attuazione del federalismo fiscale. Questi i punti critici del quadro nazionale, alla vigilia dell’approvazione della legge finanziaria, sottolineati dall’assessore a finanze e bilancio Marco Montemagni nella relazione introduttiva al convegno odierno promosso dalla Regione Toscana e dall’Irpet sulla finanza locale.

Di fronte a un quadro decisamente pesante a livello nazionale, la Regione riafferma con forza le scelte fatte e, anche in sede di definizione del bilancio 2005, si propone un ulteriore aumento degli investimenti per rafforzare ulteriormente l’obiettivo strategico di “investire sul futuro”. “Anche per il 2005, in una fase di forte contenimento della spesa corrente – sottolinea l’assessore – la Regione ha deciso di salvaguardare i trasferimenti per il settore sociale agli enti locali.

Mentre proponiamo di aumentare di ulteriori 250 milioni di euro le risorse regionali per il Programma straordinario di investimenti che vedrà così salire le risorse a oltre 2 miliardi e 500 milioni di euro: il più grande intervento mai fatto dalla Regione”.
Questi, in sintesi, i temi toccati dall’assesssore che ha aperto la sua relazione avvertendo dei rischi derivanti dalle modifiche ipotizzate dalla proposta del governo di ‘riforma costituzionale’, che risulta “confusa, contraddittoria, pericolosa”.

“Ad aggravare la già pesante situazione della finanza regionale e locale è intervenuto il cosiddetto ‘decreto taglia spese’”. “Un attto unilaterale del governo – lo definisce Montemagni – del quale non condividiamo né il metodo di adozione né i contenuti. Esso è infatti fortemente invasivo delle competenze e delle funzioni proprie delle Regioni e delle Autonomie locali, con pesanti ricadute sull’economia e sulla società”. Quanto alla finanziaria, “la previsione di un tetto del 2% alla crescita delle spese rispetto al consuntivo 2004 - afferma l’assessore – appare difficile da accettare per le Regioni e gli Enti locali, anche perché accompagnata dal controllo sulla spesa per investimenti.

Dovrà inoltre essere attentamente valutato il preannunciato scongelamento delle addizionali e la possibilità di istituire tasse di scopo”. La finanziaria, insomma, secondo Motemagni sarà “il vero banco di prova per i rapporti fra Stato, Regioni ed Enti locali e per le disponibilità indicate a suo tempo dal ministro Siniscalco”. Anche in questo caso il metodo non convince. “Il governo – osserva Montemagni – dovrebbe inviare in anticipo i documenti contenenti le proposte findamentali e le relative tabelle e, su questi, avviare un confronto”.

Fra le cause delle incertezze che caratterizzano la situazione finanziaria di Regioni e autonomie locali anche il “grave ritardo nei lavori dell’Alta commissione per l’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione. E’ un processo fermo ormai da anni. L’auspicio è che oggi questo percorso possa riprendere, con un positivo confronto fra tutti i soggetti istituzionali coinvolti. E’ questa una necessità fondamentale per sbloccare l’attuale fase di difficoltà e di stallo e riprendere a concretizzare quel federalismo, solidale e unitario, di cui ha bisogno il Paese”.

L’assessore delinea anche i criteri cui dovrà ispirarsi la finanza locale nel quadro del nuovo federalismo fiscale, un federalismo che dovrà assicurare, afferma, “una stabile compartecipazione ad uno o più importanti tributi erariali il cui andamento di gettito rifletta la dinamica della ricchezza nazionale. E’ inoltre necessario affiancare strumenti perequativi in grado di sostenere le realtà locali più povere e i comuni montani”. “Per dare alcune risposte ai problemi degli enti locali la Regione ha messo in campo nuove leggi.

Fra queste la legge 39 del luglio 2004 prevede inteventi a favore di Comuni, imprese, residenti in zone disagiate. Per il 2004 2 milioni di euro come contributi a fondo perduto e altri 2 milioni di euro per istituire un fondo di rotazione a favore dei Comuni più disagiati. A questo si uniscono i finanziamenti, raddoppiati rispetto al periodo precedente, previsti dal Primo piano di indirizzo per la montagna: 6 milioni di euro per ogni anno (nel triennio 2004-2006)”. (bc)

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