I tagli alla Spesa Pubblica: le conseguenze in Toscana
Il sindaco di Siena: "Dovremo tagliare per 12 milioni e mezzo di Euro"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 luglio 2004 17:52
I tagli alla Spesa Pubblica: le conseguenze in Toscana<BR>Il sindaco di Siena:

(23 luglio 2004) – Il decreto n.168/04 (“interventi urgenti per il contenimento della spesa pubblica”) attualmente all’esame del Parlamento per la conversione in legge, introduce misure che colpiscono duramente l’autonomia finanziaria degli enti locali intervenendo a metà anno, a bilanci già approvati, per ridurre di oltre il 10% le spese per consumi intermedi, misure che incidono in maniera sostanziale sulle Province che vengono così considerate non come enti autonomi dal punto di vista costituzionale, ma come enti subordinati alle scelte dell’amministrazione centrale.

Gli effetti principali determinati dall’art. 1 comma 11, che si possono quantificare in un taglio stimato di circa 480 milioni di euro, che corrispondono a riduzioni percentuali medie effettive di circa il 20%, con punte anche del 56%, delle somme stanziate per il 2004.
Gli effetti delle misure proposte si ripercuoteranno inevitabilmente sulla qualità degli edifici scolastici, sulla sicurezza delle strade, sulla qualità dell’ambiente, sulla messa in sicurezza dei territori e bloccheranno i grandi processi di trasformazione in atto dei centri per l’impiego, spegnendo ogni possibilità di intervento sul terreno sociale.

Il Sindaco di Siena Maurizio Cenni interviene in merito all’entrata in vigore del Decreto Legge n° 168/2004, approvato per varare una serie di provvedimenti urgenti per il contenimento della spesa pubblica.
"La Finanziaria 2004 – spiega il sindaco di Siena Maurizio Cenni – aveva già penalizzato gli enti locali con il taglio dei trasferimenti statali.

Adesso la situazione si è ulteriormente aggravata. ai Comuni con più di 5.000 abitanti, alle Province e alle Regioni, viene imposto un taglio della spesa corrente per consumi intermedi del 10%, rispetto a quella prevista dal triennio 2001-2003".
"Quindi – prosegue il sindaco di Siena - per gli enti locali sarà impossibile procedere all’assestamento di bilancio di metà esercizio annuale e i tagli decreteranno un ampio contenzioso con le imprese private affidatarie di servizi il cui onere è già iscritto nei bilanci 2004".


Il Decreto valuta in 19,1 miliardi di Euro la spesa annua per Comuni e Province: questo vuol dire che è un possibile taglio del 10% ammonta a 2,1 miliardi di Euro. Un taglio che, per il 2004, sarà quantitativamente minore considerando che la norma taglia spese avrà effetto solo nel secondo semestre dell’anno.
"Si tratta – sottolinea il sindaco - di una misura che paralizza gli enti locali e contribuisce a disincentivare lo sviluppo, anziché cercare di rilanciare la ripresa economica".
"Un altro aspetto equivoco del decreto – prosegue il Sindaco Cenni –prevede che la minore spesa dei consumi intermedi sia calcolata escludendo i consumi dipendenti dalle prestazioni di servizi correlati ‘a diritti soggettivi dell’utente’.

Equivoco perché il decreto non individua e quantifica tali diritti, che legittimamente dovrebbero essere i servizi per gli anziani, per l’infanzia, la famiglia, le attività sociali, culturali e scolastiche. Inoltre quella dei ‘consumi intermedi’ è una voce presente nel bilancio dello Stato ma assente in quella dei conti locali. Il tutto non fa che rendere ancora più complicata l’interpretazione della norma".
Il taglio del 10% opererà anche sulle spese per studi ed incarichi di consulenza, nonché sulle spese per relazioni pubbliche, rappresentanza e convegni.
"Ostacolando così – continua il Sindaco di Siena - anche la progettazione delle opere pubbliche più importanti, la pianificazione e la difesa del territorio.

il Decreto Legge introduce di nuovo, all’interno dell’ordinamento italiano, norme centraliste imponendo di sottoporre il risultato del controllo di gestione anche alla Corte dei Conti. Questa rendicontazione rappresenta una violazione del Titolo V della Costituzione, che ha abrogato il vecchio sistema dei controlli esterni di merito e di legittimità. Siamo quindi lontani dal riconoscimento dell’autonomia di entrata e di spesa degli enti locali sancita dall’articolo 119 della Costituzione".
Per la nostra realtà l’emendamento presentato provoca un taglio di 12.591.650 euro.


"Tanto per esemplificare – questo è l’allarme che lancia il sindaco - sarà impossibile ottemperare agli impegni presi con le aziende fornitrice di servizi quali ad esempio Train, Siena Ambiente. Sarà impossibile aprire le scuole a settembre e fornire i servizi di mensa, trasporto scolastico, e, sempre secondo l’emendamento, anche la spesa prevista per il Palio di agosto viene bloccata. Siamo nel momento più buio della storia degli enti locali, ed occorre una forte mobilitazione in tutto il Paese per rimuovere un decreto ed un emendamento che, fra le altre cose, mettono gli enti virtuosi, cioè quelli che avevano rispettato il patto di stabilità 2003, in condizioni peggiori degli enti che quel patto hanno violato.

Infatti per questi ultimi il taglio del 10% era obbligatorio a gennaio, per chi invece aveva rispettato il patto, il taglio viene comunicato a luglio, quando i bilanci sono nella fase di gestione avanzata".
"Se inoltre – conclude il sindaco - consideriamo che ad oggi i 2/3 della spesa pubblica per investimenti sono sostenuti dagli enti locali e sul terzo a carico dell’amministrazione centrale una quota consistente è rappresentato dalle spese per il ministero della Difesa, il decreto e l’emendamento, tagliando le tipologie di spesa a prescindere dalla disponibilità degli enti, provocherà un danno per le imprese e l’intera economia italiana.

È opportuno che anche le categorie economiche prendano coscienza di tali effetti".

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