E' di poche ore fa l’iniziativa della magistratura e dei carabinieri al centro Godzilla di Livorno. Il sindaco Alessandro Cosimi tiene a sottolineare che la città e le sue istituzioni hanno iniziato un percorso che guarda al dialogo come la via principale per superare i problemi di alcune frange di giovani, tifosi e non. Per questo ha chiesto la convocazione del comitato provinciale dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Serviranno nuovi esami per capire l'esatte cause della morte del detenuto di 30 anni, trovato senza vita all'interno della sua cella nel carcere fiorentino di Sollicciano lunedi' scorso.
Dall'autopsia, disposta dal pm Tommaso Picazio, non e' emerso alcun particolare rilevante. Non e' il primo caso di morte all'interno del penitenziario: solo poche settimane fa due detenuti si sono infatti uccisi nella loro cella.
In meno di una settimana un tentato suicidio ed uno riuscito, in tutto tre morti nel giro di neanche un mese, dopo l'evasione di 5 detenuti di nazionalità albanese. Proprio l'evasione di due detenuti era costata il posto al
direttore Giordano, sostituito da
Cacurri precedentemente al carcere
di Livorno.
Per gli albanesi sarebbe in atto la sospensione dal lavoro, da tutte le attività (per un periodo addirittura i colloqui con l'avvocato), aria e docce a turni, sulla base della sola appartenenza etnica. Cacurri ha pubblicamente smentito. Ma ben quattro delegazioni si sono susseguite negli ultimi tempi in ispezioni nel carcere di Sollicciano, con relative relazioni di denuncia delle condizioni rilevate. Come in altre città, a Sollicciano su un organico di 600 agenti si rileva la carenza di di polizia penitenziaria.
E dunque due suicidi a Bologna, tre morti a Firenze, altri 4 in tutta Italia.
