In Iraq serve una scelta radicale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 maggio 2004 12:55
In Iraq serve una scelta radicale

"La situazione in Iraq peggiora di giorno in giorno -afferma Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana, nella propria newsletter settimanale- E’ evidente a tutti che non si può continuare sulla strada intrapresa da Bush e dalla coalizione dei “volenterosi”. Dobbiamo tornare a casa, non ci sono più le condizioni per restare in Iraq. E’ questo il sentimento di gran parte dei cittadini toscani e credo sia doveroso che la Regione lo rappresenti. Andarsene dall'Iraq non significa rinunciare a svolgere un ruolo attivo, né disconoscere ciò che di buono hanno fatto i nostri militari.

L’Italia non deve abbandonare l’Iraq, al contrario, deve partecipare al processo di pace e alla costruzione della democrazia. Deve esserci, ma con la bandiera dell’Onu e con un credibile mandato di pacificazione, stabilizzazione e aiuto per la rinascita. Solo così possiamo far comprendere al martoriato popolo iracheno che esiste un Occidente, che noi rappresentiamo, che non ha nulla a che vedere con la tortura e i bombardamenti. Agli iracheni dobbiamo mostrare il vero volto dell’Occidente, quello dei diritti, della cooperazione e del dialogo.

Oggi invece siamo percepiti come forza di occupazione ed i nostri militari corrono rischi gravi e con loro gli ostaggi e l’Italia stessa. Per questo dobbiamo fermare una guerra, che fin da subito abbiamo condannato, e imboccare la via della cooperazione e del dialogo. E’ un percorso che come Regione abbiamo già intrapreso. Attualmente sono 15 i bambini iracheni accolti e curati nei nostri ospedali. Gli ultimi 4 sono arrivati giovedì scorso. Così come è importante l’iniziativa di Rondine Cittadella della pace che il 24 maggio promuove una giornata di preghiera a La Verna, chiamando al dialogo interreligioso cristiani, ebrei ed islamici.

Occorre impedire che il conflitto in atto si trasformi in una inarrestabile guerra di religione o in uno scontro di civiltà. Non sarebbe la prima volta che proprio dalla Toscana parte un’idea, un gesto, un’intuizione, capace di rilanciare la pace dicendo no alla guerra".

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