Ieri sera Fennesz alla stazione Leopolda

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2004 14:29
Ieri sera Fennesz alla stazione Leopolda

Sono le 22.30 circa quando Christian Fennesz sale sul palco allestito alla stazione Leopolda per l’XI edizione di Fabbrica Europa, il pubblico lo attende silenzioso. La scena, allestita in maniera molto semplice, vede protagonisti un computer caratterizzato dalla famosa mela stilizzata, una chitarra elettrica e un po’ di strumenti per la distorsione. Fennesz ha alle sue spalle un grosso schermo su cui vengono proiettate immagini elaborate da Jon Wozencroft, il fondatore dell’etichetta discografica Touch.

Una volta alle macchine, Fennesz inonda immediatamente la sala con le sue celebri sonorità composte essenzialmente da suoni fluidi e graffianti, disturbati da fruscii che costruiscono complessi suondscape ipnotici e ammalianti. I suoni sono prevalentemente tratti dalla sua ultima produzione Venice (Touch, 2004) vero e proprio elogio della città di Venezia, non mancano però riferimenti alla sua opera più “pop” Endless Summer (Mego,2001) in cui convivono perfettamente melodie e suoni fortemente dissonanti. Fennesz lavora essenzialmente con le basse frequenze su cui monta frammenti armonici di chitarra, il tutto mescolato in una miscela elaborata con la massima cura e precisione, che riesce ad essere compatta, densa e allo stesso tempo eterea e priva di una forma definita. Il risultato finale è un oceano di suoni che si diffondono nello spazio e finiscono per sommergere la stazione Leopolda. [ U.

T.]

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