Un consorzio e un marchio per tutelare i marmi d’arte

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 maggio 2004 23:53
Un consorzio e un marchio per tutelare i marmi d’arte

Carrara – Si chiama Consorzio Marmo Artistico Carrara (CMAC) ed è stato costituito da un gruppo di 11 aziende artigiane con lo scopo di far fronte comune a difesa delle produzioni carraresi di qualità contro la pressante concorrenza internazionale e in particolare contro i molti tentativi di contraffazione. In proposito, il Consorzio ha dato vita a un marchio, garantito dalla Comunità Europea, che contrassegnerà sul mercato i prodotti delle undici aziende.

L’iniziativa è di questi giorni e sarà presentata ufficialmente nel corso della prossima edizione di CarraraMarmotec, la Fiera internazionale dei marmi, macchine e servizi in programma dal 26 al 29 maggio.

E’ peraltro sicuramente destinata a offrire utili suggerimenti e spunti di dibattito agli oltre 800 espositori e agli operatori del settore.

Il Consorzio è stato varato con il supporto della Camera di Commercio di Carrara in collaborazione con le associazioni di categoria, CNA e Confartigianato. Ne fanno parte la A.M.A. (Artistici Marmi Apuani), la Arte Più, la Corsanini Luigi, la Costa Paolo & C., la Devoti 3d, la Kosmos Marmi, la Felici Dino, la Nuova Marmotecnica, la Pedrini Mario & C., la Poletti & Ghio e Spagnoli Franco.

In totale, compresi i titolari, danno lavoro a 120 persone e rappresentano una fetta importante e qualificata dell’economia dell’area.

“Il marchio”, dice il presidente del Consorzio, Roberto Pedrini, “è una novità assoluta per Carrara e i suoi artigiani. Le vicende di questi ultimi anni hanno del resto reso necessarie simili misure a tutela e garanzia sia della qualità dei materiali, ossia del marmo bianco di Carrara, sia del contenuto estetico-artistico delle nostre sculture.

I nostri artigiani vantano una grande e insostituibile esperienza che va assolutamente difesa. Così come vanno difesi i consumatori purtroppo frastornati e non di rado ingannati da prodotti senza qualità e senza storoia. In latri termini, abbiamo voluto lavorare per il presente e per il futuro, garantendo alla nostra città e alle nostre aziende i riconoscimenti che altrimenti sarebbero negati”.

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