In via di approvazione la nuova legga elettorale regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 maggio 2004 18:23
In via di approvazione la nuova legga elettorale regionale

Alcune associazioni si sono opposte con fermezza, nei mesi scorsi, a tali "riforme", sia nel metodo (patto trasversale tra alcune parti maggioritarie della sinistra e della destra, con relativa esclusione degli altri) che nel merito. Ovviamente non sono in grado di fermare alcunchè (l'inciucio, si sa, è una pianta infestante e resistentissima). Alcune componenti della società civile e alcuni partiti avevano addirittura raccolto 20 mila firme per promuovere un referendum su questi temi, ma un ulteriore accordo tra DS e Forza Italia lo ha reso possibile solo nel 2006.

I media se ne sono occupati poco.
In particolare ecco le modifiche proincipali di cui il Consiglio Regionale Toscano sta votando l'introduzione.
L'elezione diretta di un presidente di regione dai poteri sempre più vasti e - alla luce delle prossime riforme- sempre più capaci di influire sulla vita dei cittadini, è una mossa nella direzione della semplificazione, del personalismo, che pare mutuato in toto dai proclami più accesi della destra più intransigente, e che oltretutto squilibra fortemente i poteri anche nei confronti dello Stato Centrale.
L'eliminazione delle preferenze è stata una operazione di piccolo cabotaggio tra segreterie.

Gli eletti al consiglio regionale sono, sopratutto, amministratori. Non una sola giustificazione può essere addotta all'abolizione della preferenza, se non la sfiducia che i partiti hanno nei confronti del libero arbitrio dei cittadini. Stupisce che tale infausta e aggressiva riforma sia stata concordata, principalmente, fra i due partiti maggiori, uno di maggioranza e uno di opposizione, che dovrebbero essere se non incompatibili, almeno alternativi.
L'aumento dei consiglieri da 40 a 55.

La regione Toscana ha come suo vanto quella di essere efficiente ed efficace. La proporzione tra eletti ed elettori è - come in tutte le assemblee italiche- tra le più alte nel mondo. La riforma appare piuttosto come un accordo, stavolta fra tutti i partiti, per aver più materiale da spartirsi. Estendere il numero degli eletti significa, matematicamente, abbassare il quorum necessario per essere rappresentati in consiglio e contemporaneamente accresce il numero di rappresentanti per gruppo; quindi, più gruppi e più incarichi.

Le vicepresidenze si moltiplicheranno, per non tener fuori nessuno, così come le missioni affidate, le deleghe, le cariche. L'impatto economico sarà forte e, a nostro parere, ingiustificabile: più stipendi, più gettoni presenza, più missioni all'estero, più portaborse, più segreterie da attivare, più linee telefoniche, più contributi pensionistici.

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