L'Amministrazione "vincola" la destinazione di librerie, cinema e teatri del centro storico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 aprile 2004 23:00
L'Amministrazione

Una norma per tutelare i teatri, i cinema, le librerie quali attività che rappresentato uno dei tratti distintivi e peculiari del centro storico fiorentino. Una variante al Piano regolatore approvata dalla giunta nell'ultima seduta e che presto arriverà in consiglio comunale individua quali locali saranno tutelati. L'obiettivo è semplice: vincolare alcuni immobili a specifiche e definite attività caratteristiche del centro storico e che proprio per questo devono rimanere nella zona centrale della città.

Il centro storico infatti è caratterizzato da una pluralità di funzioni che rappresenta una ricchezza per l'intera città e che pertanto deve essere tutelato da improprie trasformazioni. Nel centro deve rimanere quel mix di funzioni residenziali, commerciali e produttive, terziarie, direzionali che rappresentano l'elemento fondamentale della città storica. Obiettivo dell'Amministrazione comunale è quindi quello di garantire il permanere anche di quelle attività storiche o comunque caratterizzanti la città storica che sono al servizio sia della residenza sia del turismo.

Ecco quindi che si pone con forza il tema del riuso di alcuni immobili che per dimensione, localizzazione e funzioni sono diventati elementi caratterizzanti del centro, come i cinema, le librerie, i caffè storici, i negozi di antiquari e tutte quelle attrezzature che, seppure gestite da privati, sono attività di interesse collettivo. La soluzione individuata dall'assessorato all'urbanistica è semplice: identificare per questi immobili e locali le destinazioni d'uso ammissibili in relazione alle loro peculiari caratteristiche in modo da assicurare il mantenimento di quel livello di qualità necessario per la conservazione di caratteri peculiari e distintivi del centro storico.

Dal punto di vista tecnico si tratta di inserire un nuovo simbolo di funzione "Attrezzature private caratteristiche del centro storico" che disciplina appunto una serie di locali e immobili individuati dall'atto: ovvero libreria Seeber via Cerratani, Teatro Niccolini via Ricasoli, Cinema Teatro Nazionale via dei Cimatori, Cinema Odeon via Sassetti, Cinema Gambrinus via Brunelleschi, Cinema Teatro della Compagnia via Cavour, Teatro della Pergola via della Pergola, Cinema Astra 2 piazza Beccaria, Teatro Verdi via Ghibellina, Cinema Goldoni via dei Serragli, Librerie Feltrinelli via Cavour e via Cerretani, Libreria Martelli (ex Marzocco) via Martelli, Libreria Mondadori (ex Le Monnier) via San Gallo, Libreria Alfani via degli Alfani, Libreria LEF via Ricasoli, Libreria Gozzini via Ricasoli e Libreria Edison piazza della Repubblica.

L'elenco sarà oggetto di valutazione sia in sede di esame da parte del consiglio comunale che in seguito in modo da eventualmente inserire ulteriori attività e locali da tutelare. "Abbiamo lavorato di concerto con l'assessorato alle attività produttive per porre un primo argine al fenomeno di dismissione progressiva di locali storici della città - spiega l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi - facendo in modo che non solo tali locali siano tutelati, ma che questi possano essere utilizzati per una serie di funzioni pregiate capaci di coesistere armonicamente e che al tempo stesso consentano l'equilibrio economico della gestione".

Per esempio in un cinema si potranno avere anche spazi per librerie, per bar e ristoranti. "Dopo aver sollevato alcuni mesi fa il problema - spiega l'assessore alle attività produttive Francesco Colonna - con l'assessore Biagi è stata trovata questa soluzione di tipo urbanistico, ma per garantire meglio la sopravvivenza e la continuità dei locali storici e tipici del centro dobbiamo aspettare una normativa regionale che ridia ai Comuni poteri oggi scomparsi". Per quanto riguarda l'ipotesi di trasformare il cinema Goldoni in un parcheggio recentemente apparsa sulla stampa, l'assessore Biagi precisa che non è stato presentato nessun progetto.

"E comunque con questo atto tale ipotesi viene meno".

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