Teatro della Pergola: Pupa (13/18 aprile) tratto da Foemina ridens di Giuseppe Fava

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 aprile 2004 18:38
Teatro della Pergola: Pupa (13/18 aprile) tratto da <I>Foemina ridens</I> di Giuseppe Fava

Pochi autori contemporanei hanno percorso con tanta lucidità le problematiche che attraversavano la scena politica italiana alla fine degli anni Settanta. Il suo punto analitico di giornalista e una limpidezza di orizzonti spingono Fava a rappresentare in chiave drammaturgica aspetti paradossali della nostra scena politica, esaltando le maschere truculente di una borghesia che iniziava ad inghiottire sé stessa. Coraggioso nella scrittura quanto nella vita, fino al tragico epilogo della sua morte, descrive con commozione i “Vinti”, coloro che difficilmente esprimono un’identità precisa.
Pupa la protagonista di Foemina Ridens è una prostituta che narra la sua esistenza con sagace ironia, senza veli, svela con semplicità angoli intoccabili della sua vita, strappando l’amarezza di fondo a colpi di invettive e trovate auto-ironiche.

Approda come tutte le donne alla maternità, esprimendo tutta la sua tenerezza, l’ansia e il delirio doloroso di fronte alla morte del figlio.
Ida di Benedetto narrando le epoche della maturità e della giovinezza di uno stesso personaggio, Pupa è donna, amante, madre e vive nei palpiti di una parola possente che giunge al PATHOS tragico, senza scossoni, raggiungendo attraverso la penna siciliana di Fava la dimensione del Mito propria dei tragici greci.

INCONTRO IN MEMORIA DI GIUSEPPE FAVA


In occasione della prima rappresentazione fiorentina dello spettacolo Pupa, presentato dalla Titania Produzioni per la regia di Lorenzo Salveti e l’interpretazione di Ida Di Benedetto, l’Ente Teatrale Italiano intende ricordare la figura di Giuseppe Fava, autore di Pupa, trucidato dalla mafia il 5 gennaio del 1984 nella via che porta al Teatro Stabile di Catania, con un incontro-dibattito, che si terrà il 13 aprile alle ore 17.30 presso il Saloncino del Teatro della Pergola.

Un ricordo che percorre due strade perennemente intrecciate nella personalità di Giuseppe Fava: la via del giornalista, testimone impegnato del suo tempo e cantore dei mali della Sicilia, e quella dell’artista, dello scrittore e del pittore.
A portare una testimonianza sul Fava artista e scrittore sarà proprio la protagonista di Pupa, Ida Di Benedetto, più volte interprete dei suoi testi teatrali e protagonista anche del film Palermo oder Wolfsburg, che nel 1980 il regista tedesco Werner Schroeter trasse dal romanzo di Fava Passione di Michele e che fu premiato con l’ Orso d’Oro al Festival di Berlino.

Ida Di Benedetto appare anche in Giuseppe Fava, siciliano come me, viaggio nell’isola relizzato nel 1985 da Vittorio Sindoni in ricordo dello scrittore appena assassinato. L’attrice non ha mai smesso di perpetuare la memoria di Giuseppe Fava, continuando ad allestire i suoi testi. Sarà presente anche Lamberto Puggelli, responsabile della messa in scena di Ultima violenza, rappresentato a Catania pochi mesi prima della morte di Fava.
Le battaglie sociali di Giuseppe Fava saranno invece evocate da Pierluigi Vigna, Procuratore Nazionale Antimafia, da Giuseppe Nicolosi, magistrato della Procura di Firenze, e dalla figlia Elena che presenterà anche il libro Un anno.

Scritti per la rivista I Siciliani, raccolta di articoli, disegni e bozzetti per la rivista che Fava creò e diresse fino all’ultimo. Il libro è edito dalla Fondazione Giuseppe Fava, della quale è presidente proprio la figlia Elena.
All’uscita, prima dello spettacolo, il pubblico potrà ammirare una mostra di venti tele dipinte da Giuseppe Fava, in rappresentanza dei suoi soggetti preferiti, dalle figure femminili alla rappresentazione straniata dei riti della vita quotidiana in Sicilia.
L’ingresso all’incontro è libero.

Lo spettacolo Pupa sarà in scena dal 13 al 18 aprile al Teatro della Pergola (dal martedì al sabato ore 20.45, la domenica ore 15.45).

GIUSEPPE FAVA
Giuseppe Fava, giornalista, scrittore, autore teatrale, nasce a Palazzolo Acreide, piccolo paese dell’entroterra siciliano, vicino Siracusa, il 15 settembre 1925.
Laureato in Giurisprudenza, dal 1952 lavorò come redattore e inviato speciale nei settori dell’attualità, del cinema e dello sport. Capocronista del quotidiano catanese Espresso Sera, lavorò come inviato speciale del settimanale milanese Tempo.

Alternando l’attività professionale con la sua vocazione artistica, Giuseppe Fava aveva palesato straordinario talento artistico anche nella pittura, le sue mostre a Roma e a Catania hanno sempre confermato la forza drammatica del suo stile e della sua ispirazione. Fu però in campo letterario che si espresse la sua più compiuta personalità. Fra i suoi romanzi più conosciuti “Gente di rispetto” (1975) dal quale è stato tratto l’omonimo film per la regia di Luigi Zampa, “Prima che vi uccidano” (Bompiani, 1977) e “Passione di Michele” (Cappelli, 1980) dal quale è stato tratto il film “Palermo oder Wolfsburg” vincitore del festival di Berlino nel 1980.

Nei due volumi “Processo alla Sicilia” (1970) e “I Siciliani” (1978) sono raccolte le sue inchieste giornalistiche più significative. Fra le sue opere teatrali ricordiamo “Cronaca di un uomo” ( Premio Vallecorsi), “La Violenza” (Premio IDI) messa in scena dal Teatro Stabile di Catania nel 1970 e portata in tournee per tutta l’Italia, oltre a “Il proboviro”, “Opera Buffa”, “Bello Bellissimo”, “Foemina ridens”, per arrivare ad “Ultima violenza” rappresentata al teatro Verga di Catania nel novembre e dicembre 1983 e portata in tournee nazionale, nel 1985.

L’ ”Ultima violenza” nel 1988 è stata rappresentata per la prima volta ad Avignone, nel 1989 è stato rappresentato al Palazzo di Giustizia di Parigi, il testo è stato tradotto da Pascal Papinì e Louis Belier con grande successo di pubblico e critica.
Nel 1981 gli venne affidata la direzione del “Giornale del Sud”, idea maturata all’interno dell’ambiente imprenditoriale, politico e giornalistico del tempo. Fu subito un giornale irriverente, senza prudenze, ne ossequi. I notabili furono chiamati a rispondere dei loro misfatti, il sacco edilizio, l’arrembaggio dei mafiosi, la rassegnazione degli onesti.

La rassegnazione al pericolo rappresentato da Fava e dal Giornale del Sud è immediata e forte: la censura, le minacce, gli attentati ed infine il licenziamento.
Nel 1982 Giuseppe Fava costituisce insieme a,quella parte della redazione del “Giornale del Sud” che con lui aveva condiviso le scelte di fondo, la cooperativa Radar, registra una nuova testata “I Siciliani”. La rivista di Fava aveva scelta di raccontare la Sicilia come metafora di quei tempi: la devastazione dell’ambiente, la trappola nucleare di Comiso, la sfida della mafia.

Giuseppe Fava muore la sera del 5 gennaio 1984, alle 21.30 d’un piovoso giovedì. E’ in auto, una Renault prestata da un amico. Gli sparano alle spalle, cinque colpi di una 7,65 alla nuca, cinque pallottole umide di pioggia: non fa in tempo a voltarsi né a stupirsi. Probabilmente non si accorge neppure di morire. Sarà l’unico effimero conforto per la famiglia.

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