Tornando con la mente a Messina, ecco l'analisi tecnica della partita del Livorno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 febbraio 2004 22:47
Tornando con la mente a Messina, ecco l'analisi tecnica della partita del Livorno

Livorno - Ci sono voluti alcuni giorni prima di riuscire ad analizzare la partita di Messina, mettendo da parte la rabbia e la frustrazione provate per la pessima direzione arbitrale di Racalbuto che ha portato gli amaranto a subire una immeritata sconfitta. Si temeva molto questo incontro alla vigilia, sia per il buon momento attraversato dalla formazione peloritana, sia per le condizioni ambientali in cui si sarebbe giocato l’incontro. E’ noto a tutti infatti come il Celeste di Messina sia un campo su cui è difficile, se non impossibile, fare risultato.

Per questi motivi appunto, mister Mazzarri non se l’è sentita di schierare una formazione a trazione anteriore come quella vista sette giorni prima con l’Albinoleffe, ed ha preferito cautelarsi maggiormente presentando una squadra più coperta. Davanti a Pavarini infatti, Mazzarri ha schierato il terzetto composto da Cannarsa, Vanigli e Fanucci che al momento attuale da le migliori garanzie di tenuta e stabilità. Nel tentativo di limitare la manovra del Messina e per chiudere i rifornimenti agli attaccanti giallorossi il mister amaranto ha presentato un inedito centrocampo a cinque con Balleri, Ciaramitaro, Ruotolo, Chiellini e Vigiani lasciando davanti Protti e Danilevicius anche se in realtà quest’ultimo, in molte occasioni, si è trovato ad essere l‘uomo più avanzato degli amaranto.

Questo schieramento ha sicuramente dato i suoi frutti e lo dimostra il fatto che il Messina, nei primi quarantacinque minuti, è riuscito ad impegnare Pavarini soltanto con tiri dalla distanza, che solo in un paio di occasioni hanno messo in seria difficoltà la retroguardia amaranto. Come accaduto già molte altre volte la ripresa ha visto la squadra amaranto molto più tonica, anche se questa volta ad accelerare i ritmi dell’incontro ha contribuito lo splendido gol in apertura realizzato da Danilevicius ottimamente servito da Vigiani.

Il gol del lituano è il giusto e meritato premio per questo giocatore che sta esprimendosi su livelli mai mostrati finora a Livorno. A Messina Danilevicius ha messo in mostra tutto il repertorio del bomber di razza, lottando su tutti i palloni, movendosi con velocità negli spazi stretti e facendo molto spesso, come detto in precedenza, reparto da solo. Un giocatore ritrovato che consente agli amaranto di vivere con meno apprensione il periodo di assenza per infortunio di Lucarelli. Tornando all’incontro bisogna dire che purtroppo, come accaduto a Palermo, il Livorno non è riuscito a mantenere il vantaggio a lungo e dopo appena tre minuti Lavecchia, in mischia, ha riportato il risultato in parità.

E’ stata questa forse l’unica sbavatura di una ottima prestazione, senz’altro una delle migliori in trasferta della squadra amaranto ma è sicuramente un aspetto su cui Mazzarri dovrà lavorare per evitare il ripetersi di simili errori. Raggiunto il pareggio il Messina ha provato a far sua l’intera posta ma, nonostante l’assurda espulsione di Chiellini fino a quel momento uno dei migliori, sono stati proprio gli amaranto a rendersi più pericolosi. Clamorosa l’occasione di Ruotolo che dopo una ottima penetrazione in area peloritana si è visto respingere il tiro dal piede dall’estremo difensore Storari.

Su questa azione si sono un po’ spente le velleità dell’undici livornese che comunque sarebbe sicuramente tornata dallo stretto con un risultato positivo senza i torti arbitrali subiti e senza, bisogna riconoscerlo, il bel gol nel finale di Coppola. Nonostante la sconfitta bisogna riconoscere i molti meriti di questo Livorno e del suo allenatore che sono riusciti ad interpretare questo difficile incontro nel migliore dei modi. Peccato poi che Racalbuto sia riuscito a rovinare tutto. Sbollita quindi l’amarezza e la rabbia per una immeritata sconfitta, si può tranquillamente dire che il Livorno visto al Celeste è senz’altro una squadra che potrà dire la sua nella corsa alla serie A fino al termine del campionato.

E se i nuovi arrivati Gambadori e Passoni porteranno nuova linfa e soprattutto qualità al centrocampo, settore nevralgico per eccellenza di ogni squadra di calcio che si rispetti, allora potremo davvero vederne delle belle. In fondo se a Firenze e Torino parlano ancora di serie A non vediamo perché non possiamo farlo anche noi. (Francesco Bartolini)

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