8.500.000 euro per la sicurezza dei cantieri autostradali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 gennaio 2004 18:37
8.500.000 euro per la sicurezza dei cantieri autostradali

FIRENZE- Prevenire il più possibile gli incidenti, e intervenire con la massima tempestività nel caso che questi avvengano. Garantire ai circa 1.500 addetti che da qui al 2009 lavoreranno nei cantieri per l’adeguamento autostradale della A1 Milano-Napoli, nel tratto toscano tra Sasso Marconi e Incisa, la stessa assistenza di cui godono i cittadini toscani. Questo il senso del protocollo firmato stamani da Regione Toscana e Autostrade per l’Italia spa, “per la definizione degli interventi di minimizzazione dell’accresciuta domanda di servizi nel settore sanitario e sociale durante la fase di realizzazione dei lavori”.

Per la Regione, il protocollo è stato sottoscritto dall’assessore per il diritto al salute Enrico Rossi, presente anche l’assessore ai trasporti Riccardo Conti; per Autostrade spa, dall’amministratore delegato, ingegner Vito Gamberale. Il protocollo, definito anche con la collaborazione dei sindacati, prevede che, per la copertura dei maggiori oneri indotti sul Servizio sanitario regionale dalla presenza dei cantieri (servizi di prevenzione, potenziamento del sistema 118, elisoccorso, formazione dei ‘sicuristi’, ecc.), Autostrade per l’Italia dia un contributo complessivo di 8.500.000 euro, che verranno corrisposti direttamente alla Azienda Usl di Firenze, che erogherà le prestazioni.

La rata per il 2004, 1.416.667 euro, sarà versata entro il 27 febbraio. Le successive, entro il 31 dicembre di ogni anno.
“Vogliamo assicurare a tutti i lavoratori impegnati nella realizzazione dell’opera – dice l’assessore Enrico Rossi – le condizioni migliori per la sicurezza e la salute, la stessa assistenza sanitaria che garantiamo ai toscani, e un soccorso sanitario qualificato nel tempo massimo di 20 minuti, come previsto per tutti i cittadini della nostra regione”.
L’intervento, che è il più rilevante di questo tipo in Toscana, dopo quello per l’Alta Velocità, è già stato avviato nel tratto in pianura.

Ma la parte più rischiosa, che deve ancora cominciare, è quella nel tratto appenninico, la cosiddetta Variante di valico. I rischi, dicono i tecnici, sono legati soprattutto a lavorazioni in galleria e, in particolare a ingente movimentazione di materiali in spazi ristretti e con macchine di grandi dimensioni; uso di esplosivi; possibile presenza di gas; possibili cedimenti strutturali e distacchi di materiale dalle pareti e dalla volta; possibili scaturigini d’acqua; presenza di impianti di aria compressa ed elettrici in ambienti umidi; continuo passaggio di automezzi; presenza di fumi, vapori, gas e polveri; esposizione a rumori e vibrazioni.
L’intervento della Variante di valico presenta molte analogie con la realizzazione della tratta ferroviaria dell’Alta Velocità Firenze-Bologna.

Per questo le linee di azione di prevenzione e sicurezza che saranno messe in atto sono state mutuate proprio da quell’esperienza. Le previsioni effettuate dagli esperti prima dell’avvio dei lavori dell’Alta Velocità parlavano di un infortunio mortale per ogni chilometro di galleria realizzato. Altre esperienze europee autorizzavano previsioni di un infortunio mortale ogni 3 chilometri di galleria. Oggi, al 73% dell’opera, con 78 chilometri realizzati, di cui 73 in galleria (pari a circa il 90%), gli infortuni mortali verificatisi nelle gallerie nei versanti toscano e romagnolo sono stati 3.

Proprio per questo è stata ritenuta fondamentale fin dall'inizio un'attenzione particolare delle istituzioni, delle forze sociali, della committenza, delle imprese, al fine di tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori. (lz)

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