Riecco la camionale TAV a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 dicembre 2003 14:10
Riecco la camionale TAV a Firenze

La camionale rispunta nel progetto definitivo, con buona pace di quanto deciso nel '99. L'ha scoperto l'Associazione di volontariato Idra, che ha voluto verificare i contenuti delle relazione generale sugli aspetti ambientali della cantierizzazione progettata da Italferr. "Tutto l'approvvigionamento e lo smaltimento dei materiali, eccetto lo smarino, avverrà su camion", si legge a pag. 15 della relazione. E a proposito della definizione dello schema di accessibilità al sito che ospiterà la nuova stazione dell'Alta Velocità, Italferr precisa: "Di fatto, si crea un corridoio bimodale ferro/gomma, denominato Corridoio Attrezzato, destinato all'approvvigionamento ed allo smaltimento dei materiali di cantiere (…).

Il corridoio si sviluppa per circa due chilometri, dalle aree di cantiere della stazione AV fino all'altezza della Stazione di Rifredi, sul lato sud del rilevato ferroviario".
Che tipo di mezzi e materiali viaggeranno lungo questa lunga pista di cantiere su gomma? Ecco le novità contenute nel documento di Italferr.
"La tipologia di automezzi che utilizzerà il Corridoio Attrezzato sarà composta da autotreni anche con rimorchio e autoarticolati di peso superiore a 3,5 tonnellate, mentre i camion fino a 3,5 ton e le automobili delle maestranze potranno anche utilizzare la viabilità ordinaria entrando in cantiere dagli accessi secondari di via Circondaria, viale Corsica e viale Francesco Redi.

Il tipo di materiale trasportato in ingresso su gomma sarà composto principalmente da tondini di ferro sciolti per confezionare gabbie, inerti per cemento, polvere di cemento in appositi camion cisterna, elementi prefabbricati, ecc... Il tipo di materiale trasportato in uscita su gomma sarà prevalentemente quello superficiale inquinato".
Per un anno, peraltro, questo corridoio attrezzato non sarà disponibile. Lo scenario atteso diventa anche più fosco.
"Resta inteso - precisa Italferr - che fintanto che non verrà realizzato il Corridoio Attrezzato tutto il trasporto del materiale da allontanare dal cantiere dovrà avvenire su gomma (…) La durata di questo periodo transitorio è di circa 12 mesi dalla data di inizio dei lavori della Stazione AV ".

Ecco i numeri concreti: "Si stima un flusso medio settimanale dei viaggi di andata e ritorno (a/r) per il trasporto dei materiali pari a circa 230-360 viaggi, nei 5 anni di lavori previsti (…). Si stima inoltre che il maggior numero giornaliero di viaggi a/r che interesserà via Circondaria sarà pari a 87 spostamenti di a/r all'Anno 3; "mediamente" si stima un flusso variabile da 40 a 60 viaggi a/r al giorno. Relativamente alla prima fase dei lavori (12 mesi per il completamento del Corridoio Attrezzato), occorre inoltre considerare i volumi relativi alla bonifica dei terreni, che verranno trasportati su gomma (…): risultano (…) circa 45 viaggi a/r al giorno aggiuntivi, che interesseranno la viabilità ordinaria".
La media per settimana dei viaggi di andata e ritorno compiuti dai camion nei primi 12 mesi di lavori - spiega il documento Italferr - sarà di 500 viaggi di andata e ritorno per la zona Centrale del Latte e di 512 viaggi di andata e ritorno dalla zona Centrale del Latte verso l'area ex Macelli per via Circondaria.
Dove sono finite le rassicurazioni fornite a suo tempo dal sindaco Mario Primicerio? Dov'è il "tutto su ferro" del 3 marzo del '99 e dell'accordo procedimentale?
Italferr non nasconde le difficoltà che potranno derivare al sistema viario cittadino da questa 'innovazione alla rovescia': "Possibili disagi - si ammette - potrebbero manifestarsi lungo il percorso che dall'autostrada porta all'accesso al corridoio, nei pressi della stazione di Rifredi".
Idra manifesta dunque la massima preoccupazione, e ne scriverà al sindaco Leonardo Domenici nelle prossime ore: è noto che la principale fonte di inquinamento atmosferico è rappresentata dalle emissioni dei motori delle macchine operatrici, dagli scarichi dei mezzi in transito all'interno dei cantieri e lungo la viabilità, oltre che dal sollevamento di polveri a seguito delle attività di cantiere e di trasporto.

E' vero che è prevista - lungo il corridoio attrezzato - la predisposizione di "idonee barriere antirumore", ma è altrettanto certo che queste non potranno evitare le emissioni in atmosfera dei mezzi pesanti impiegati lungo il corridoio stesso e in giro per la città: l'itinerario seguito dagli automezzi con peso superiore alle 3,5 tonnellate per raggiungere il corridoio attrezzato in corrispondenza della stazione di Rifredi si snoda infatti lungo le arterie cittadine (Viale Guidoni, Viale XI Agosto, Via Perfetti Ricasoli, Via Barsanti, Via delle Tre Pietre), mentre - l'abbiamo visto - i camion fino a 3,5 tonnellate e le automobili delle maestranze potranno utilizzare la viabilità ordinaria addirittura fino agli accessi di via Circondaria, viale Corsica e viale Francesco Redi.
Si tratta, come si vede, di nuove modifiche sostanziali - dopo quelle apportate al sistema-stazione e all'area di Castello - rispetto al progetto uscito dalla conferenza di servizi nel '99.

Variazioni che da una parte tradiscono la superficialità dell'approccio al progetto all'atto dell'approvazione, e autorizzano dunque a nutrire serie riserve sulla credibilità della classe politica che non ha esitato a definire "storica" quella firma. Dall'altra esigono che - quanto meno - venga adottata come correttivo la pubblicazione del nuovo progetto, così profondamente modificato, e la riapertura del procedimento di valutazione di impatto ambientale, alla quale i cittadini possono portare un contributo forse più libero da condizionamenti e pregiudizi.

Quale interesse può mai avere il Comune di Firenze, del resto, a firmare un atto peggiorativo dei già critici accordi siglati quattro anni fa per la penetrazione TAV di Firenze? Bene ha fatto l'ARPAT a non dissimulare - nel parere espresso il 20 ottobre 2003 sulle modifiche nel tratto Castello-Rifredi e nel progetto di nuova stazione AV - le proprie preoccupazioni per le "gravi carenze di valutazione degli impatti conseguenti alle opere descritte nella variante ed alla fase di cantierizzazione necessaria alla loro realizzazione".

Con altrettanto rigore si comportino le amministrazioni locali (Comune, Provincia, Regione), teoricamente le più vicine alle esigenze delle comunità.

Collegamenti
In evidenza