"...io me lo ricordo come ora..." 2003 - 1943: le bombe su Poggibonsi
Sala Quadri del Palazzo Comunale dal 20 dicembre al 31 gennaio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 dicembre 2003 13:09
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“…io me lo ricordo come ora…” una frase ricorrente, pronunciata dalla gente che diventa il titolo di una mostra in cui sono raccolte indimenticabili testimonianze dei ragazzi di sessanta anni fa: le loro esperienze, le emozioni, le paure. “2003-1943: le bombe su Poggibonsi” i racconti dei poggibonsesi che le bombe della Seconda Guerra Mondiale le hanno viste cadere e ne ha constatato l’effetto devastante. Un evento documentato da immagini fotografiche, filmati, manoscritti e oggetti raccolti dai cittadini, che dal 20 dicembre al 31 gennaio 2004 si potranno vedere in una esposizione nella Sala Quadri del Palazzo Comunale.
Il sessantesimo anniversario della ricorrenza viene messo in evidenza dall’Amministrazione Comunale che ha il patrocinio della Provincia di Siena.

L’iniziativa fa parte di un progetto di area valdesana che coinvolge in forma ufficiale i Comuni di Colle di Val D’Elsa, San Gimignano, Certaldo, Castelfiorentino e segue un percorso che rende evidenti fatti drammatici legati alla storia del territorio, ma anche alla storia nazionale. “La mostra sui bombardamenti del ’43 - spiega l’Assessore alla Cultura, Rossella Merli - amplia il suo significato di memoria e propone come valore centrale l’asse resistenza-costituzione-pace e vorrei aggiungere unità nazionale che troverà le sue tappe più significative in una serie di manifestazioni”.

L’esposizione segue la Festa della Toscana, procede verso il 25 Aprile e si concentra con la celebrazione dell’Eccidio dei martiri di Montemaggio. “Negli intendimenti dell’Amministrazione - scrive Rossella Merli nell’introduzione alla mostra – l’iniziativa evidenzia non tanto l’aspetto storico e logistico-militare dei fatti, ormai esaurito in iniziative e pubblicazioni precedenti, bensì punta allo sviluppo del significato del coinvolgimento dei civili nella «guerra dall’alto»”.

I materiali in esposizione sono stati raccolti nella città e portati dalle persone che li custodivano e quindi il risultato è l’espressione di un atto di documentazione spontanea consegnato direttamente. Tutto dipendeva dunque dalla risposta della gente, che è avvenuta in maniera cospicua e toccante. L’esposizione è stata realizzata con il contributo dell’A.Sto.P. (Associazione Storica Poggibonsese), della Soprintendenza di Beni Storici Artistici e Demoetnoantropologico di Siena e Grosseto, del Centro Anziani-Università dell’Età Libera e di quanti in precedenza avevano studiato quel periodo storico.

A rielaborare il tutto, con il metodo dell’antropologia culturale, con l’ausilio di mezzi audio-visivi tecnologicamente avanzati, con il compendio di un cofanetto di memorie, è stato il team diretto dal professor Paolo De Simonis con Isanna Generali e Carlo Orefice, nell’ambito delle attività del Centro di Documentazione di Storia e Cultura di Poggibonsi nel ‘900, che ha trovato, in questa circostanza, piena modalità di esprimere le proprie competenze e un’ampia capacità di aggancio alle risorse locali, lavorando su vicende che segnano il crocevia più decisivo della storia della città e conducono a riflettere su quanti oggi nel mondo tribolano per uguali sofferenze.

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