Calcio, il punto sul campionato viola: come si misura il cuore di un giocatore?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 novembre 2003 10:19
Calcio, il punto sul campionato viola: come si misura il cuore di un giocatore?

La quattordicesima giornata ha offerto spunti interessanti e confermato qualche dubbio. PARTITA- Squadra sprecona è dire poco. Ieri abbiamo assistito nuovamente ad un secondo tempo da “harakiri” dei viola. Cavasin dice che è un periodo così, la squadra prende gol….”strani”. Ma la parola sarebbe un’altra. Adesso c’è da pensare subito all’Avellino. Ecco , pensiamo agli irpini. E basta. DIEGO DELLA VALLE- Il patron viola non ce l’ha fatta, a fine partita ha convocato nella saletta “VIP” i colleghi “VIR” (very important reporter) e - solo a loro - ha rilasciato le sue dichiarazioni. Che grazie a La Nazione e a Repubblica possiamo conoscere anche noi stamani. Nell’ordine: “Non tutti danno il cuore”; “Qualche giocatore deve farsi l’esame di coscienza”; “A Dicembre faremo il bilancio, qualcuno andrà in tribuna perché non merita di andare in altri posti”; “Parte della squadra si sta guadagnando la pagnotta, altri no”;” Per molti giocatori quest’esperienza sarà una cosa da ricordare per tutta la vita.

E allora sarà bene dare tutto e lavorare bene per rispetto della gente che ti sostiene e di una società che ti dà un sacco di soldi” “La partita era vinta, bastava continuare a giocare. La rimonta del Genoa dimostra che c’è deconcentrazione e poca personalità. In campo non si vede la grinta che serve.”; “ Cavasin dovrà lavorare, noi possiamo solo stargli vicino, ma fino a Dicembre non si può fare nulla”. Questo il Della Valle pensiero. Non vogliamo sapere come e perché è stata scelta la “consorteria” per diffondere il pensiero del patron: la Fiorentina è sempre stata correttissima e professionale con tutte le testate, compresa questa.

Forse a caldo si è ritenuto di diffondere il “vulgata” per dare alcune linee precise senza ricorrere ad una conferenza vera e propria (nel dopopartita la sala stampa del Franchi era gremita di giornalisti, sarebbe stata forse esagerata l’eco del pensiero del patron se avesse incontrato tutti…). Vabbè, lasciamo perdere il metodo. E’ il merito che lascia perplessi. E qui si vede che il signor Della Valle di calcio ne mastica pochino, ma è un grande motivatore aziendale. Solo che i due linguaggi sono un po’ diversi.

Ci sono alcune cose in comune, certamente: la grande attenzione e rilevanza data al pubblico del Franchi. I clienti – customers – sono sempre al centro della businness organization. Oppure rimarcare l’impegno della società e richiamare i propri dipendenti ad un maggiore efficienza ed efficacia su quanto viene fatto. Ma parlare di “chi mette il cuore e chi no” riferendosi ad un organico, ad un complesso di squadra, è un errore grossolano e pericoloso. Chi ha visto la partita ha constatato benissimo che il calo di concentrazione e attenzione ha attraversato tutta la squadra, senza esclusione alcuna. Non può essere diversamente in una squadra che trae dal collettivo la propria concretezza, la personalità, la voglia di superarsi.

Questo è un discorso che tecnicamente passa proprio attraverso l’allenatore, il vero motivatore (o per dirla in termini cari al patron, “facilitatore”) del gruppo. Ieri all’inizio del secondo tempo De Canio, allenatore del Genoa, ha visto i suoi ragazzi nervosissimi mentre rientravano in campo. Li ha fermati, li ha riportati negli spogliatoi (mentre arbitro, Fiorentina e 30.000 spettatori attendevano) e ha fatto loro un discorsetto, più o meno di questo tenore: “Se dobbiamo rientrare così, che cosa andiamo a fare? Siamo un organico di professionisti.

Dobbiamo risalire (in campo) e con decisione provare a riaprire la partita. Non voglio il far west, voglio un secondo tempo di dinamismo e gioco. Abbiamo davanti un avversario degno e dobbiamo provare ad essere più bravi, giocando in modo semplice e deciso. Quindi niente nervosismo perché niente è perduto, ma è tutto nelle nostre mani e in quello che sapremo fare.”. Poi i genoani sono rientrati in campo ed è andata come tutti sappiamo, ma è l’esempio per sottolineare che si perde in undici e si vince in undici. Rimane la domanda: come farà Della Valle a stabilire entro fine Dicembre chi tra i viola ha dato il cuore e chi no? Perché l’impegno e la voglia di sacrificarsi ci sono sempre stati da parte di tutti i giocatori.

Poi ci sono i limiti tecnici, perché la rosa della Fiorentina non è quella del Milan. Come parco giocatori, come varianti possibili, come individualità. Quindi Della Valle avrebbe potuto dire: “C’è chi è da serie B e chi no. A Dicembre decideremo chi resterà in questo campionato e chi sarà dirottato a lavorare in serie C1 e C2”. Questa è la realtà della Fiorentina. Non è questione di cuore dei singoli ma della qualità tecnica che questi possono dare. Cose che Cavasin conosce bene, cercando di ottenere il massimo con il materiale tecnico che ha a disposizione ogni domenica. TIFOSI & BATISTUTA- Se i primi come sempre si sono superati per come sostengono la squadra (sempre e comunque), per Batigol è sempre piacevole tornare a Firenze.

Ricambiato da tutto lo stadio, che ogni volta canta a squarciagola il suo nome. Vedremo quale figura potrà ricoprire in società perché con Salica, Galli, Lucchesi, etc. più passa il tempo, meno posti rimangono. O dovrà accomodarsi nuovamente in campo? Alessandro Signorini

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