Elba: troppe le varianti urbanistiche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 novembre 2003 19:41
Elba: troppe le varianti urbanistiche

Strumenti urbanistici vecchi, a volte risalenti agli anni ’70 e ’80, più una “girandola di varianti”: sono 85 per la precisione quelle approvate facendo ricorso alle procedure del regime transitorio solo dal 1995 al 2003. Sembra questa la strada preferita da diversi Comuni elbani per le trasformazioni del loro territorio. Il dato è emerso nella prima seduta che la commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale, guidata da Sirio Bussolotti (Ds), ha dedicato all’indagine conoscitiva sulla programmazione urbanistica all’Elba.

“Atteggiamenti troppo autonomistici non fanno bene al territorio – ha commentato il presidente Bussolotti – La collaborazione e il coordinamento, anche se complicati, in questa materia sono più che mai necessari”. Alla seduta di commissione erano presenti gli assessori regionali all’urbanistica e all’ambiente, Riccardo Conti e Tommaso Franci, e l’assessore allo sviluppo del territorio della Provincia di Livorno, Claudio Vanni. Il ricorso alle varianti e l’approvazione dei piani strutturali con meccanismi che escludono la concertazione tra gli enti, secondo Conti, hanno reso di fatto impossibile il coordinamento ed hanno limitato i possibili interventi della Regione, che ha avuto a disposizione solo lo strumento, troppo debole, delle osservazioni.

Oltre alla scarsa coerenza dei diversi strumenti urbanisitici tra loro, ulteriore confusione viene dagli altri atti settoriali che entrano in gioco sul territorio (ciclo integrato delle acque, smaltimento rifiuti, rischio idraulico, mobilità, porti). Per questo Regione e Provincia hanno preso l’iniziativa di convocare tutti gli enti competenti firmando, il mese scorso, il protocollo d’intesa che dovrà portare ad un atto di programmazione strategica generale. “Non si tratta di una forma di commissariamento – ha precisato Conti – ma di mettere in moto meccanismi che stimolino la coesione istituzionale”.

Anche l’assessore Franci, per quanto riguarda l’ambiente, ha parlato della necessità di fare un salto di qualità, stante l’attuale indisponibilità spesso manifestata dagli enti di aderire alle forme ordinarie di gestione associata dei servizi. Importanti novità – ha detto - potranno venire anche da alcuni atti ora in corso di definizione, come il piano di bacino ed il piano di assetto idrogeologico del bacino Toscana Costa, oltre che dal piano del Parco dell’Arcipelago. L’assessore infine ha suggerito alla commissione di prendere in considerazione anche la tutela degli ambienti marini e costieri.

L’assessore provinciale Vanni ha parlato in particolare della “propensione alla variante” da parte degli enti locali elbani, strumento che “si presta bene alle speculazioni e salta qualsiasi possibilità di programmazione”. I Comuni che ne fanno un uso maggiore sono, nell’ordine, quelli di Campo nell’Elba, Porto Azzurro e Rio Marina. Per Vanni, in realtà, gli eccessi urbanistici si stanno rivelando controproducenti anche dal punto di vista economico: lo dimostrano il calo dei flussi turistici e la contrarietà di tutte le associazioni di categoria.

La via da seguire, quindi, dev’essere la definizione di strumenti più stringenti che vincolino le quantità di trasformazioni possibili alla disponibilità delle risorse ambientali. “Le informazioni ricevute oggi ci danno un quadro della situazione più preciso per proseguire l’indagine – ha commentato in conclusione Bussolotti – I prossimi passaggi riguarderanno incontri con i Comuni e gli altri enti competenti, compreso il mondo delle associazioni di volontariato e di categoria”.

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