Il cordoglio della politica toscana per le perdite in Iraq

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 novembre 2003 09:25
Il cordoglio della politica toscana per le perdite in Iraq

“È un profondo dolore che colpisce tutti”.
Pieraldo Ciucchi, segretario regionale dello Sdi, commenta la terribile notizia dell’uccisione dei 14 carabinieri italiani in Iraq e si unisce a nome di tutti i Socialisti Democratici della Toscana al cordoglio alle Forze dell’Ordine e alle famiglie dei caduti.
“È una tragedia tremenda che coinvolge tutti, indistintamente, senza distinzione né di colore politico né di schieramenti pro o contro la guerra. Quattordici servitori dello Stato, quattordici alti rappresentanti della nostra nazione, quattordici famiglie, un Paese intero sono sconvolti da un immenso dolore”.


“Questo non è il momento di parlare di ritiro delle truppe italiane – conclude Ciucchi. – Dobbiamo invece pensare ad intervenire in maniera ancora più determinata contro il terrorismo”.
«Siamo nel Salone dei Duecento per un gesto simbolico e un atto dovuto che interpreta i sentimenti di profondo cordoglio, costernazione e dolore della nostra città». Con queste parole il presidente del consiglio comunale Alberto Brasca ha aperto la seduta straordinaria dell'assemblea di Palazzo Vecchio per «testimoniare il cordoglio all'Arma dei carabinieri ed ai familiari delle vittime dell'attentato di Nassiriya».

«Era doveroso, così come abbiamo fatto in altre dolorose circostanze - ha spiegato Brasca - convocare questo consiglio comunale: questo luogo è la camera di rappresentanza di tutta la città, l'interprete degli umori e della sensibilità dei fiorentini. Avremmo mancato al nostro dovere se non avessimo convocato questa seduta straordinaria». «Oggi vogliamo semplicemente testimoniare il nostro profondo dolore e cordoglio per le vittime dell'attentato - ha proseguito il presidente del consiglio comunale - la nostra profonda solidarietà all'Arma dei carabinieri, alle nostre Forze armate, oggi impegnate in tanti teatri di guerra in uno sforzo di pace e di aiuto alle popolazioni».


«Indignazione e condanna» per l'attentato di Nassiriya è stata espressa dal presidente della commissione per la pace e la solidarietà internazionale Lorenzo Marzullo. « La morte dei nostri militari ci addolora profondamente - ha detto Marzullo - ci sentiamo vicini alle famiglie dei militari uccisi, all'Esercito e all'Arma dei Carabinieri che ancora una volta paga un tributo di sangue altissimo servendo il nostro paese in spirito di lealtà e sacrificio. Ancora una volta la società civile deve rinnovare la sua fermezza e il suo sdegno contro chi pratica la violenza».

Solidarietà ai familiari delle vittime, all'Arma dei carabinieri e all'Esercito è stata espressa dal segretario provinciale e capogruppo dell'UDC in Palazzo Vecchio Federico Tondi e dal segretario cittadino Paolo Tognoni dopo l'attentato di Nassiriya. «L'Arma dei carabinieri e l'esercito - hanno sottolineato Tondi e Tognoni - hanno pagato ancora una volta un prezzo altissimo servendo il nostro paese. Il coraggio dei nostri militari non deve essere vano, la lotta al terrorismo deve continuare, con più fermezza di prima.

In Iraq abbiamo un mandato internazionale, per una missione di pace e non di guerra per garantire libertà, democrazia e giustizia. Valori che sono profondamente radicati nel nostro paese e che i nostri militari rappresentano pienamente anche a costo di sacrificare la propria vita. Ci stringiamo ai familiari delle vittime ed al dolore dei nostri ragazzi che in Iraq hanno perso amici e compagni: siamo con loro e siamo orgogliosi del lavoro che stanno conducendo». «Oggi è un giorno di grande dolore, di fronte al terrorismo dobbiamo reagire con fermezza e determinazione».

E' quanto ha dichiarato, dopo l'attentato di Nassiriya, Giovanni Fittante, capogruppo in Palazzo Vecchio e portavoce regionale di "Insieme per l'Ulivo". Fittante ha anche espresso solidarietà «ai familiari delle vittime, all'Arma dei carabinieri e all'Esercito». «In questo momento così tragico - ha proseguito il capogruppo di Insienme per l'Ulivo in Toscana - dobbiamo riaffermare che la lotta al terrorismo deve proseguire con tutta la determinazione e la fermezza possibili. Oggi è un giorno di lutto nazionale al quale dobbiamo partecipare con la massima unità e con sincera commozione.

Purtroppo dobbiamo constatare ancora una volta, e in modo drammatico, che partecipare a questo conflitto è stato un gravissimo errore. Ci auguriamo che tutta l'operazione sia ripensata nell'ambito delle Nazioni Unite con un progetto che punti a restituire agli iracheni la loro autonomia e metta fine a questa intervento improprio che non sta risolvendo il problema del terrorismo ma, anzi, lo sta drammaticamente ampliando».
«Profondo nostro cordoglio e solidarietà alle famiglie dei caduti e all'Arma dei Carabinieri» sono state espresse dal capogruppo dei Comunisti Italiani Nicola Rotondaro dopo l'attentato di Nassiriya.

«Quanto è avvenuto in Iraq - ha rilevato Rotondaro - conferma che stiamo partecipando ad una guerra e non ad una missione di pace. Il governo deve ritirare le nostre truppe. Questa una tragedia poteva e doveva essere evitata non partecipando a questa guerra e non inviando i nostri militari. In questo momento di lutto nazionale dobbiamo impedire che altri ragazzi italiani possano perdere la vita in una guerra ancora in corso che non abbiamo voluto e non ci appartiene».
"Voglio esprimere profondo cordoglio per i militari ed i civili caduti oggi nell'attentato di Nassiriya e sentita solidarietà nei confronti dei familiari.

Sono stati uccisi soldati che erano impegnati in una difficile missione di pace in un Paese che ha bisogno di ricostruire un percorso che porti alla democrazia". E' questo il commento del consigliere comunale dei Ds Massimo Mattei sul drammatico attentato di Nassiriya. "Il terrorismo non può ammettere indulgenze - aggiunge Mattei - gli attentati nei confronti dei nostri soldati e di quelli americani e inglesi nei mesi scorsi, oltre a rappresentare atti vili verso una forza di pace, costituiscono anche un pericoloso rallentamento nel processo di pacificazione di quel Paese".

"Oggi non è il giorno delle strumentalizzazioni politiche - conclude Mattei - . Oggi è soltanto con il dolore per i caduti e per le loro famiglie e con il rispetto per i Carabinieri e per l'Esercito che si rende un servizio al nostro Paese e si può contribuire a trovare una via di pace in quella tormentata terra".
Solidarietà ai familiari delle vittime, all'Arma dei carabinieri e all'Esercito è stata espressa dai consiglieri della Casa delle Libertà dopo l'attentato di Nassiriya. «In questo momento di grandissimo dolore per le famiglie dei caduti e per tutto il Paese - hanno aggiunto - è inopportuno rilasciare dichiarazioni in risposta a chi, davanti alla morte dei nostri giovani andati in Iraq in missione di pace per portare libertà e democrazia, ha ritenuto abbandonarsi a facili speculazioni politiche».

Secondo i consiglieri della casa delle Libertà «anche questa tragedia conferma la necessità della lotta al terrorismo e, al tempo stesso, di un rafforzamento della collaborazione internazionale per riconsegnare l'Iraq agli iracheni in un contesto di democrazia». «Questo era il nobile compito svolto dai nostri militari e dal personale civile in quella regione - hanno concluso - dall'organizzazione delle infrastrutture, alla protezione degli ospedali, alla riorganizzazione del sistema amministrativo fino alla distribuzione di aiuti alimentari.

Questo attentato è dunque un attentato alla pace».
«Esprimiamo all'Arma dei carabinieri, all'Esercito e alle famiglie dei caduti tutta la nostra solidarietà. Sono stati uccisi militari mentre facevano il loro dovere, per aiutare il popolo iracheno a ritrovare la pace, l'ordine, la sicurezza». E' quanto hanno dichiarato i consiglieri del gruppo dei Democratici di Sinistra dopo l'attentato di Nassiriya. «L'atto di guerra che ha colpito i nostri soldati - hanno aggiunto - conferma la natura barbara del terrorismo, verso il quale non può esserci nessuna indulgenza e giustificazione, e la drammaticità della situazione in Iraq dove la guerra non è riuscita a risolvere i gravi problemi di quel paese ma, anzi, li ha aggravati.

In un momento così triste per il nostro paese la città di Firenze si stringe attorno all'Arma dei carabinieri e all'Esercito che, ovunque si siano trovati nel mondo hanno sempre lavorato per creare le migliori condizioni per il mantenimento della pace e per la protezione delle popolazioni civili».
"Le tragiche notizie che provengono dall’Iraq confermano una volta di più la necessità di mettere in discussione la guerra -afferma un documento del Partito della Rifondazione Comunista di Scandicci- Siamo colpiti dalla tragedia di tante vite umane distrutte, tragedia che oramai in quell’area va avanti quotidianamente da 6 mesi.

Esprimiamo tutta la nostra convinta e partecipata solidarietà alle famiglie delle vittime, ma proprio perché crediamo nel valore della vita umana, proseguiremo nel nostro impegno politico contro la guerra. Vogliamo sottolineare che con noi la maggioranza del popolo italiano ha considerato questa guerra sbagliata, e a una guerra sbagliata ha fatto seguito un dopoguerra tragico con centinaia di vittime che allontana sempre più una pacificazione di quel territorio.
Oggi più che mai siamo convinti che il ritiro delle truppe sia più che mai necessario poiché questa non è una missione di pace e come tale la vivono la stragrande maggioranza degli iracheni, ma piuttosto un’occupazione con un Governo che rappresenta gli interessi degli americani e non di quelle popolazioni.


Rifondazione Comunista invita tutte le forze politiche ad unirsi e a mobilitarsi in nuove iniziative contro la guerra, invitiamo le migliaia di cittadini e cittadine che hanno esposto le bandiere arcobaleno a testimoniare ancora visivamente la loro volontà di pace. Dobbiamo impegnarci a rompere la spirale guerra/terrorismo e ciò avverrà solo quando gli iracheni saranno liberi di scegliersi il proprio futuro. Dobbiamo opporci all’occupazione militare del territorio da parte degli USA e suoi fedelissimi, la pace si ottiene solo ridando dignità ad un popolo che in questi mesi è stato umiliato da una presenza straniera di occupazione".

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