Calcio: svalutazioni dei giocatori e decreto spalma debiti.
Oggi via alle procedure contro l’Italia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 novembre 2003 08:39
Calcio: svalutazioni dei giocatori e decreto spalma debiti. <br>Oggi via alle procedure contro l’Italia

La AS Roma ha effettuato negli ultimi mesi svalutazioni del proprio parco giocatori per usufruire del decreto spalmadebiti del Governo. Questa pratica ha portato all’abbattimento delle fantomatiche plusvalenze, necessarie a far quadrare i bilanci o raggiungere i parametri indispensabili per l’iscrizione al campionato. Giocatori della Primavera sopravvalutati, calciatori prestati e girati da una società all’altra con valori nominali assurdi. Qualche esempio della rosa capitolina? Bombardini, che nel bilancio 2001-2002 aveva una valutazione di 11 milioni di euro, ha subìto una svalutazione di 10 milioni e 800mila euro, per cui nel bilancio 2003-2004 la sua valutazione è scesa a 180.000 euro. Lo stesso vale per Paoletti, acquisito per analoghi 11 milioni di euro e valutato adesso 60.000 euro; analogo discorso per Panarelli, che l’anno scorso era contabilizzato per 10 milioni di euro e adesso è valutato 60mila euro. E troviamo anche Raffaele Longo, sceso anch’esso dai 10 milioni e rotti euro a 3 milioni di euro, con oltre 7 milioni di euro di svalutazione in un anno. Stessa situazione in altre società, come le milanesi, interessate anch’esse al risparmio che comporterebbe il decreto governativo. Il meccanismo è quello di spalmare le minusvalenze in dieci anni: se per il Milan il risparmio sarebbe di 247 milioni di euro, per la Roma si tratterebbe di un risparmio di 224 milioni di euro, per l’Inter di 304 milioni di euro e per la Lazio di 313 milioni di euro.

In quattro quasi un miliardo di euro. Oggi Frits Bolkestain, responsabile per il mercato interno, aprirà la procedura d’infrazione per presunta violazione delle direttive contabili europee: quindi capiremo se il provvedimento italiano (come anticipato dal suo collega Monti) che consente di ammortizzare in 10 anni i costi sostenuti per l’acquisto dei giocatori è in regola con le norme sulla concorrenza europea e con i principi contabili societari. Se le cose non andranno come pensano Giovanardi e Pescante (sicuri che non ci sia nessun pericolo perché il decreto non comporterebbe trasferimento di risorse a carico del bilancio dello Stato), rimarranno due strade: o ricapitalizzare le società o portare i libri in tribunale. Se la Juventus non si preoccupa (avendo altri problemi ....dopanti) essendo l’unica che non usufruirà del decreto cosiddetto spalma-debiti, per la Roma la decisione della UE diventa capitale. L’azienda di Sensi (non quella calcistica), con tutto il suo corollario di partecipate e consociate (Immobiliare Patetta, Compagnia Fondiaria romana,Petroli Investimenti SpA, Meridionale Petroli, Roma 2000, Sipic, Immobiliare Valadier, Villino Pacelli, etc.) ha chiuso il bilancio al 30 giugno con 115 milioni di euro di perdita e con la “bocciatura” dei revisori dei conti.

Quindi non è in grado di far fronte agli impegni di liquidità e rischia il collasso. Questo il motivo per cui non ha, alla fine di Ottobre, saldato l’Erario e lo stipendio dei giocatori sui debiti pregressi. Sembra che per il patron giallorosso l’unico salvagente possibile e immediato possa essere l’uscita da Aeroporti di Roma, possedendo il 16% del capitale dell’azienda lussemburghese Leonardo Holding SA, che controlla proprio gli aeroporti di Roma. Sensi potrebbe rivendere questa partecipazione per una cifra intorno a 70-80 milioni di euro, con una plusvalenza finanziaria di 23 milioni di euro, somma che nell’immediato potrebbe essere utilizzata per raddrizzare i conti della AS Roma. Se questa è la situazione dei giallorossi, Milan e Inter non avranno problemi di ricapitalizzazioni con i loro presidenti.

Ma la Lazio, stavolta, chi la salva? Alessandro Signorini

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