Servizio civile in protezione civile: a Sesto Fiorentino il ministro Giovanardi e Bertolaso

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 novembre 2003 14:14
Servizio civile in protezione civile: a Sesto Fiorentino il ministro Giovanardi e Bertolaso

FIRENZE- Sono partiti in quaranta - trenta volontari e volontarie e dieci obiettori di coscienza - e sono arrivati in fondo in trentasette: una media di tutto rispetto, con appena tre defezioni tra i volontari. Sono i giovani che hanno partecipato al corso sperimentale toscano di servizio civile in protezione civile, il primo organizzato da una Regione ed il primo in Italia. Oggi nel polo scientifico dell’Università di Firenze a Sesto Fiorentino c’è stata la consegna degli attestati, alla presenza del ministro Carlo Giovanardi e del capo della Protezione Civile nazionale Guido Bertolaso.


“Questa iniziativa – ha sottolineato il vice presidente della Toscana ed assessore alle politiche sociali, Angelo Passaleva - dimostra che l’esperienza del servizio civile può trasformarsi in un periodo qualificante e utile anche per quanto riguarda concrete possibilità occupazionali nei giovani”. Qualcuno firmerà infatti forse un contratto.
“Come Regione – aggiunge - siamo particolarmente soddisfatti per l’esito del corso, noi che siamo stati i primi a legiferare in materia di servizio civile nel 1996.

La prossima fine della leva obbligatoria e le trasformazioni nel servizio della protezione civile, in un paese dove purtroppo non mancano calamità più o meno naturali, rappresentano obblighi che le istituzioni pubbliche e la società civile non possono perdere per elaborare modelli di intervento sempre più efficienti. Il successo di questo corso dimostra che abbiamo imboccato una strada giusta”.
“Considero il servizio civile – ha detto l’assessore regionale all’ambiente e alla protezione civile Tommaso Franci, anche lui stamani a Sesto Fiorentino – un’esperienza molto importante, un periodo della propria vita che ogni cittadino, uomo o donna che sia, può dedicare al bene comune.

Anche per me, che negli anni Ottanta ho fatto il servizio civile alternativo a quello militare, è stata una tappa determinante: un’occasione di formazione che oggi ritengo sia compito della pubblica amministrazione diffondere e promuovere tra le giovani generazioni. Si tratta dell’esercizio di una cittadinanza attiva, che è fatta di diritti e di doveri nei confronti della collettività. In particolare un servizio civile nel settore della protezione civile, come quello che hanno alle spalle questi 37 ragazzi, ha una rilevanza ancora maggiore, perché consente di sedimentare e accrescere il patrimonio di conoscenze diffuse”.

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