Basket: Livorno Mabo, con Milano coach Banchi costruisce la vittoria sul carattere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 ottobre 2003 19:37
Basket: Livorno Mabo, con Milano coach Banchi costruisce la vittoria sul carattere

Livorno Mabo ha carattere. Di slancio, recuperando e vincendo una partita che ad un certo punto sembrava perduta, ha superato nientemeno che Milano Breil, una Milano a cui mancavano Vanuzzo e Topic, ma pur sempre la Milano di Caja. La squadra di Banchi ha dimostrato, oltre al carattere, ha dimostrato di avere anche qualche freccia d'argento nel proprio arco. Di Bell sapevamo già. Da ieri sera sappiamo che Garri, un emergente, può davvero diventare una stella del basket italiano. Ma attenzione: il gioco è stato di squadra ed è questa la vera forza di Livorno.

Giovedì prossimo al Palamacchia arriva Avellino, che in questo turno ha battuto eloquentemente Trieste, e quella sarà la prova del nove. E veniamo al match. La gara inizia nel segno dell'equilibrio. Le squadre lottano testa a testa nei primi sette minuti, poi Garri scalda la mano e mette a segno due bombe da tre che fanno volare Livorno sul 10 a 6. E' il primo piccolo segnale di una Livorno che c'è e vuol far sentire la propria voce. Entrambe le difese, però, sembrano poco determinate.

I relativi attacchi ne possono approfittare. Inoltre Livorno ha i soliti problemi sotto le plance. Milano pare capirlo e dà il primo strappo. Sellers mette a segno undici punti in otto minuti. E' il momento peggiore per Garri, che se la deve vedere proprio con Sellers, destinato ovviamente ad appannarsi col salire in cattedra del centro livornese. Comunque sia, anche se in certi momenti sembra arrancare, Milano non molla e grazie alle incursioni di Sconochini, riprende Livorno sul 15 a 15.

Poco dopo entra Young per Brown, ma Livorno non migliora in attacco. Due indecisioni di Garri e Cotani sotto canestro dei lombardi e Milano, con quattro punti in fila di Sconochini, vola sul 22 a 30, punteggio col quale si chiude il primo quarto, punteggio non ingiusto ma forse un po' troppo punitivo per gli amaranto. Il secondo quarto inizia all'insegna dell'agonismo. Una stoppata a testa per Brown e Garri nei primi tre minuti. Livorno si incattivisce in difesa, anche per l'innesto salutare di Rozic, e Milano trova qualche difficoltà a penetrare.

Il croato di Mostar, poi, ne mette dentro due in apertura, si va dunque sul 24 a 30, e tre un minuto dopo, col vantaggio di Milano che si ridimensiona sul 27 a 32. La squadra di Banchi è cambiata, lo si vede bene, è più aggressiva e determinata in attacco, più attenta e meno pasticciona in difesa. Di conseguenza peggiora la precisione al tiro dei milanesi. Livorno arriva al 29 a 32 con Garri al quindicesimo, poi Milano scappa di nuovo con Sellers, che si avvicina come e quando vuole sotto canestro, fino a portarsi sul 29 a 37.

E' a questo punto che inizia il festival degli argentini. Banchi butta nella mischia il giovane Porta, uno che l'anno scorso ha fatto tanta ma proprio tanta panca, il quale senza timori reverenziali conduce la squadra amaranto, dandole fosforo ed ordine nell'impostazione di gioco, a farle rimettere il naso in avanti sul 42 a 41 grazie ad una bomba di Garri. Nel versante milanese Caja opta per Mario Gigena, ex Livorno assieme a suo fratello Silvio, che con due triple di fila, dopo esser stato lasciato colpevolmente, si porta sul 44 a 49 e con questo punteggio si chiude il secondo quarto e si va all'intervallo.

Riprende la gara, dopo un tè caldo ed un integratore salino, e in campo scende un altro Bell. Il furetto di Flint, così chiamato dalla località in cui è nato, fa capire a tutti di che pasta è fatto. Quattro punti in pochi secondi e Livorno si porta sul 48 a 49. E' il segnale giusto. Banchi, dalla panchina, capisce che ci si deve credere, che l'impresa è possibile, e dà la carica ai ragazzi in canotta biancoamaranto. Ed i canestri arrivano, anche dal perimetro. Una bomba a testa per Brown e Cotani lanciano Livorno sul 58 a 55 prima e sul 60 a 55 poi, con una Milano sorpresa più che annichilita, e con Caja che chiede tempo per rimettere ordine nella testa e negli schemi dei suoi.

Ed i frutti, per Milano, non tardano ad arrivare. Entra Coldebella, che piazza subito il 60 a 58, poi la battaglia si inasprisce. La partita potrebbe degenerare. Ma Livorno non perde la testa e questa è la sua grandezza. Una stoppata di un Garri in crescendo innesca la tripla con Brown e si porta sul 69 a 62. Coach Banchi torna dunque a dare fiducia a Porta, che lo ripaga con la penetrazione del 71 a 64, ed in pratica con l'acquisizione della sicurezza mentale rispetto a questa gara.

Il terzo quarto finisce 74 a 66 ma fino a pochi secondi dalla sirena il punteggio è di 74 a 62 con la particolarità che Livorno, nel terzo quarto, ha messo dentro la bellezza di trenta punti esatti, contro di diciassette di Milano che, solo a pochi minuti dalla fine del tempo, ne ha fatti quindici, esattamente la metà. Sulle ali dell'entusiasmo Livorno riparte nell'ultimo e decisivo quarto con la chiara volontà di chiudere al più presto il match. Parente si rivela determinnate in difesa.

Un'incursione di Garri, ormai stratosferico, porta la squadra sul 77 a 69. Milano passa a zona sentendo che non è aria, ma nulla cambia. Livorno è sempre più sugli scudi. Rozic, tornato sul parquet, porta lo score sul 79 a 71. Il pubblico esplode ed inizia a cantare vittoria ricordando a Milano lo scudetto "rubato" alla Libertas nel 1989. In campo c'è la migliore Livorno di questa prima parte di campionato. E Bell la dà ordine in questo momento cruciale. Il suo 88 a 80 è il segnale più importante di un'attenta difesa.

Ed è in questo momento, a quattro minuti dalla fine, che Garri va a subire, quasi conquistandoselo, un importante fallo di sfondamento. Ma la squadra non ne approfitta. La conseguenza, come spesso avviene nel basket come nella vita, è chi non è stato ucciso, spesso risorge, così Livorno va un po' in confusione mentre Milano riprende fiducia. Forse è la paura di vincere. Un passaggio sbagliato a testa di Garri e Bell permettono un parziale di cinque a zero per i lombardi che riaprono il match.

Si va sull'88 a 85. Oltretutto Garri sbaglia due liberi importanti. Ma nonostante ciò si ha la sensazione che la partita sia ormai segnata a favore di Livorno. Manca un minuto ed il margine di vantaggio è solo di tre punti. Ma Milano si rivela pasticciona quanto e più di Livorno. Naumoski sbaglia da sotto canestro una facile conclusione ed il rimbalzo è di Garri. E' il segnale della vittoria di Livorno. Che negli ultimi secondi neppure tenta l'affondo e tiene palla. Il risultato finale di 90 a 85 rende giustizia al team di Banchi che grazie alla grinta e alla determinazione ottiene così la seconda vittoria in cinque turni, una vittoria maturata contro una squadra che era partita a spron battuto, che voleva violare il Palamacchia, facendo così rivivere anche per questo lo spirtito della Libertas.

Marco Ceccarini

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