L'Atalanta chiede riammissione in A, ma anche a Firenze c'è molta rabbia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 agosto 2003 18:05
L'Atalanta chiede riammissione in A, ma anche a Firenze c'è molta rabbia

L’Atalanta Calcio S.p.a. ha conferito mandato all’Avv. Mattia Grassani del Foro di Bologna per la tutela dei diritti degli azionisti della compagine orobica, dell’immagine della società, nonchè della tifoseria a salvaguardia del titolo sportivo alla partecipazione alla Serie A nella stagione 2003-2004. Il Presidente Ruggeri ha inviato al Presidente Federale, ai componenti il Consiglio Federale, al CONI, alla Giunta nazionale, al Consiglio Nazionale ed al Ministero dei Beni Culturali puntuale ed ampia replica alla missiva fatta pervenire dal Dott.

Franco Carraro in tarda serata di ieri. In particolare, la società contesta le procedure adottate dalla FIGC in occasione del Consiglio Federale del 30-31 luglio 2003 rispetto a palesi ed insanabili irregolarità poste in essere da Roma e Napoli.
«Il calcio è un bene di tutti, le polemiche ideologiche sono un modo patetico e moralista per affrontare i problemi, cioè sono un modo per lasciarli come sono. Ho semplicemente detto che la Fiorentina ha pagato duramente e che ora bisogna usare il pugno di ferro nei confronti di chi non ha rispettato le regole.

Vorrei che si commentasse se questa richiesta è legittima oppure no, il resto è inutile». Questo il commento del consigliere di Forza Italia Massimo Pieri. «A quanti sono così indignati per il provvedimento varato dal Parlamento, il cosiddetto decreto "spalma debiti" - ha aggiunto Pieri - vorrei ricordare che proprio il diessino Walter Veltroni, allora vicepresidente del consiglio con delega allo sport, varò una legge che, in pratica, diminuiva i poteri della Covisoc, la commissione di vigilanza sui bilanci della Federcalcio, nel controllo degli equilibri contabili delle società calcistiche.

Da quel momento ci dovevano pensare solo la Consob o il tribunale mentre alla Covisoc rimaneva solo il compito di dire di sì o no all'iscrizione per il campionati. E così sui conti delle società, Fiorentina compresa, nessuno ha più messo il naso per anni». «Stando così le cose - ha concluso l'esponente di Forza Italia - è più grave cercare di salvare centinaia di società calcistiche da una fine sicura o aver chiuso gli occhi per anni? Certo, questo provvedimento non è il massimo. Resta il fatto che era l'unica misura possibile per impedire il tracollo dello sport più amato dagli italiani.

Se veramente vogliamo fuggire da sterili polemiche ideologiche allora cerchiamo di avanzare proposte serie e concrete per migliorarlo: come ho già detto possono essere introdotte nuove regole e sanzioni per chi non è in regola nei confronti dello stato per Irpef e contributi previdenziali».

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