Il sindaco attacca le soprintendenze e annuncia una tassa di 1 € a turista
Autonomia speciale per i beni culturali e ambientali in Toscana?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 agosto 2003 18:48
Il sindaco attacca le soprintendenze e annuncia una tassa di 1 € a turista<BR>Autonomia speciale per i beni culturali e ambientali in Toscana?

Il sindaco attacca le soprintendenze «Basta con l'uso strumentale e politico che certi funzionari dello Stato fanno del loro ruolo» Paolucci contrattacca «Difenderemo le nostre competenze». Poi Leonardo Domenici ha ribadito l'idea di una tassa di euro a turista. Più o meno venti miliardi di vecchie lire che potrebbero essere accantonate su un conto corrente e usate per riparare ai 'danni' dei turisti in città.
L'assessore alla cultura Simone Siliani ha incontrato oggi padre Antonio Di Marcantonio, rettore della basilica di Santa Croce.

Durante l'incontro, nel quale, tra l'altro, è stata consegnata la chiave della cripta, è stata ribadita la reciproca volontà di stabilire un rapporto di collaborazione duraturo anche per la valorizzazione della cripta di Santa Croce che rappresenta un ruolo di memoria e di cultura. "Abbiamo avviato un rapporto, nato dalla comune volontà, di reciproca informazione e comunicazione - ha detto l'assessore Siliani - per la valorizzazione della cripta e di ogni genere di attività per la tutela della basilica.

Lo stesso padre Di Marcantonio ha riconosciuto l'impegno anche finanziario che il Comune ha profuso dal 1966 ad oggi per il recupero, il restauro e il ripristino della cripta di Santa Croce fino ai prossimi interventi di messa a norma per le barriere architettoniche e per i servizi igienici". La prossima settimana l'assessore Siliani incontrerà anche i padri di Santa Maria Novella, "con i quali abbiamo una tradizione di collaborazione come ha dimostrato la vicenda dell'introduzione del biglietto" sottolinea Siliani, e con i padri di Santo Spirito "nella cui chiesa stiamo facendo i maggiori investimenti per migliorare le condizioni della basilica" conclude l'assessore.
"I due interventi di risposta del sindaco e dei suoi assessori, quello verso la Curia prima e quello verso la Soprintendenza poi, hanno una stessa matrice: chiunque ha qualcosa da ridire sull'operato degli amministratori viene incriminato di 'lesa maestà".

Così i consiglieri comunali di Forza Italia Massimo Pieri e di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi commentano le dichiarazioni del sindaco in risposta alla Curia e alla Soprintendenza. "Il sindaco dopo la Curia se la prende anche con la Soprintendenza, colpevole, secondo lui di 'esplicita tendenza alla politicizzazione da parte di funzionari dello Stato, che dovrebbero essere esclusivamente al servizio delle istituzioni'" aggiungono Pieri e Toccafondi. "Alcuni esponenti della Chiesa fiorentina prima, e la Soprintendenza poi, hanno scelto di lanciare un allarme rispetto alla situazione in cui versa Firenze - concludono Pieri e Toccafondi -.

E questo allarme è stato peraltro condiviso dallo stesso assessore alla cultura e anche dal sindaco Domenici che ha ricordato che i problemi esistono. Non si capisce, dunque, perché, se i problemi esistono, alcuni tra i soggetti che li vivono non dovrebbero esprimerli a chi amministra la città".
"Desidero esprimere solidarietà al soprintendente Antonio Paolucci per lo strumentale, pretestuoso e infantile attacco subito da parte del sindaco il giorno dopo le critiche sul degrado del patrimonio artistico espresse dal soprintendente condividendo la denuncia della Curia".

Così il capogruppo in consiglio comunale e segretario provinciale dell'Udc Federico Tondi commenta il dibattito che si è aperto in questi giorni sulla tutela e la gestione dei beni artistici a Firenze. "Intendo stigmatizzare il comportamento del sindaco che dovrebbe essere punto di mediazione tra le varie anime della città - aggiunge Tondi - e che invece si pone come punto di rottura per la città. Il sindaco deve lavorare per la concordia e non per la vendetta: l'uscita improvvisa sulla gestione del David di Michelangelo il giorno dopo la presa di posizione di Paolucci non mi sembra vada nel senso della concordia".

"Ben sappiamo che i rapporti tra enti locali e soprintendenze sulla gestione del patrimonio artistico hanno aperto un dibattito a livello nazionale - sottolinea Tondi - ma non crediamo che il David possa essere usato come mezzo di lotta politica attraverso le stizzite risposte del sindaco al soprintendente Paolucci". "Evidentemente - conclude Tondi - a Firenze non è possibile un dibattito aperto con questo sindaco e questa maggioranza al governo della città. Il sindaco e i Ds si comportano come se fossero assediati in una cittadella: reagiscono in modo scomposto perché si sentono franare il terreno sotto i piedi.

A questo punto ci chiediamo a chi toccherà la prossima volta".

"La polemica estiva sulla appartenenza del David non può che lasciare strabiliati -commenta il consigliere Mencaraglia del Partito della Rifondazione Comunista a Scandicci- Negli ultimi giorni del maggio u.s. davati al presidente della repubblica Domenici sosteneva (e concordo) come l'attentato ai georgofili fosse un atto contro l'umanità. E' troppo allora suppore che il David (come la Gioconda, il Partenone, i templi di Angkor, le pitture rupestri ecc) sia anche esso un patrimoni della umanità? E che invece di litigare su chi possa iscriverlo nel proprio inventario sarebbe meglio ideare un percorso attraverso cui poterlo fare conoscere meglio e sopratutto (visto che si parla anche di turismo) far conoscere meglio il contesto culturale in cui è nato? In altre parole: il David come stimolo per un turismo più 'riflessivo', che valorizzi anche le zone meno conosciute, insomma un turismo meno mordi e fuggi".
Sul tema riceviamo e volentieti pubblichiamo dall'Associazione di volontariato Idra un intervento del presidente Girolamo Dell'Olio e del vice presidente Pier Luigi Tossani:
"Anche il più sprovveduto dei visitatori che osservi di questi tempi Firenze, con un occhio al patrimonio naturale e storico ereditato da secoli, e l'altro all'informazione quotidiana, non potrebbe che rimanere perplesso di fronte alla richiesta formulata dalla giunta Martini (in esclusiva in Italia!) di "autonomia speciale" in materia di beni culturali, paesaggistici e ambientali.

Se non altro a Firenze, tutti i segnali suggeriscono piuttosto la massima prudenza. Le cronache delle ultime settimane descrivono polemiche a vasto raggio, che riguardano proprio le capacità e la credibilità delle amministrazioni locali, destinatarie dell'"autonomia" rivendicata da Palazzo Bastogi. Il visitatore che percorra a piedi, con mezzi ecologici o affidandosi (sciagurato!) a mezzi pubblici la capitale della cultura si troverà deluso, affannato, smarrito. Ma rifugiarsi in un bar per sfogliare un giornale non gli darà sollievo: dal 'caso' Forte Belvedere alla gestione disinvolta del patrimonio arboreo storico, dalla cantierizzazione di fasce sempre più ampie di città proibita fino al degrado dei sagrati e della piazze, troverà anche sulla carta stampata l'eco concreta delle sofferenze e dei conflitti che si respirano nelle strade della città.

Il minimo che gli possa capitare sarà di formarsi un ragionevole dubbio, che è poi anche il nostro: stiamo assistendo a un ignobile complotto ai danni di una classe politica responsabile e lungimirante che - come sostiene l'assessore regionale alla Cultura Mariella Zoppi - ama il suo territorio, oppure invece gli interrogativi posti dai Gurrieri, dai Nannucci, dai Verdon hanno qualche serio fondamento? E' davvero il momento giusto per affidare a questa classe di amministratori anche i beni fin qui tutelati dallo Stato? Cosa succederebbe se avessero le mani libere? Cosa sarebbe già successo se le avessero avute? Rispondere non appare così difficile.

A suo modo emblematica, e ancora testardamente attuale, attualissima, la vicenda del progetto di penetrazione rotabile del parco delle Cascine, che ha visto l'amministrazione locale tenere aperti sul parco per costruire un ponte mai autorizzato cantieri rimasti inoperosi per 568 giorni, e farsi contestare violazioni dai suoi stessi vigili urbani. Un'amministrazione che ha poi finalmente preso atto dell'illegittimità di questo operato, e ha dato pubblicamente notizia per bocca del vice sindaco della rinuncia al progetto perché incompatibile con la pedonalizzazione delle Cascine.

Ma che ancora l'altro ieri (la mano destra sa cosa fa la sinistra?) ha annunciato con un presidente di Quartiere un esposto in Procura proprio nei confronti di quell'autorità di tutela dello Stato, il soprintendente ai beni ambientali e architettonici, che bisognerebbe forse ringraziare per aver fermato per tempo il progetto, ottemperando peraltro ai propri compiti istituzionali, e tuttavia sospettato di una posizione di carattere politico, contro questa Amministrazione. Dove l'avventurismo e l'arroganza progettuale dei primi 568 giorni appaiono rimpiazzati ora da schizofrenia in piena regola, se a nome della stessa Amministrazione con la a maiuscola vice sindaco e presidente di quartiere possono legittimamente e contraddittoriamente pronunciarsi.

Ebbene, è proprio questo il personale politico-amministrativo che si candida a gestire senza ulteriori impacci il patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale del Bel Paese nella capitale della ricercata Toscana…".

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