Artigianato toscano: rischio di declino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 luglio 2003 18:35
Artigianato toscano: rischio di declino

FIRENZE, 29 LUGLIO 2003 Dalla fase di graduale ripresa, segnalata da più parti a partire dal 2004 e che dovrebbe riguardare in modo forte i paesi asiatici, in modo sensibile gli Stati Uniti, in modo molto più debole i paesi dell'area dell'Euro, l'artigianato toscano appare per il momento tagliato fuori. L'attuale situazione di incertezza a livello internazionale e nazionale conduce, difatti, l'imprenditoria artigiana toscana ad operare in un clima di forte sfiducia, secondo una logica di breve termine, con un basso orientamento al futuro ed al suo sviluppo, tesa prevalentemente ad ammortizzare gli effetti negativi di una recessione che dura ormai da quasi 3 anni.
E' questo il quadro che emerge dall'Osservatorio Regionale sull'Artigianato nell'indagine congiunturale 2003 (consuntivo primo semestre e previsioni secondo semestre), condotta su un campione di circa 6000 aziende, e realizzata da Regione e Unioncamere Toscana, in collaborazione con le organizzazioni regionali della Cna, di Confartigianato, delle Associazioni Sindacali Cgil-Cisl-Uil, e con il supporto tecnico-scientifico di Irpet.
Nel primo semestre del 2003, il settore si è trovato infatti ad affrontare una recessione particolarmente dura, che ha coinvolto pesantemente tutti i settori con una riduzione media del fatturato superiore all'8%.

Oltre al manifatturiero (-11% il dato medio, all'interno del quale appaiono particolarmente colpiti, oltre alla la moda, anche i settori metalmeccanica e orafo), adesso segna il passo anche l'edilizia (-1,7% con la sola eccezione dell'impiantistica), mentre i servizi continuano a registrare perdite (-5,9%), soprattutto quelli dei trasporti e delle riparazioni. Dopo tanti anni diminuisce, seppure lievemente, anche l'occupazione artigiana (-0,1%) e la riduzione riguarda soprattutto la componente subordinata a tempo pieno sostituita da forme di lavoro più flessibili.

Si riduce drasticamente la propensione agli investimenti degli imprenditori artigiani, con livelli bassissimi all'interno dei settori della moda. La recessione colpisce le aree artigianali di tutta la Toscana, soprattutto con riferimento all'area interna la fascia centrale della regione (Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo e Pisa), più danneggiata rispetto all'area costiera (Livorno, Lucca e Massa Carrara, escludendo Pisa) ed a quella meridionale (Grosseto, Siena). L'andamento dell'occupazione diminuisce nelle province di Prato, Pisa e Siena, cresce lievemente nelle province di Grosseto, Massa Carrara e Arezzo, mentre nelle altre province appare stazionaria.
Secondo l'analisi dell'Osservatorio Regionale, i dati ripetutamente e marcatamente negativi dell'artigianato inducono a temere la presenza di una fase di declino, non dei settori in cui le imprese artigiane operano, ma della loro stessa tipologia imprenditoriale, la quale oggi si rivela poco competitiva.

Il rischio è quello di vedere entrare una larga parte delle imprese artigiane in una logica involutiva, caratterizzata da una riduzione degli investimenti, di energie e della loro capacità di intraprendere i necessari processi di evoluzione strutturale.
Sotto il profilo dimensionale, fanno eccezione, le imprese con 6-9 addetti, che continuano a mostrare, grazie al rapporto più diretto col mercato, una maggiore tensione a ristrutturarsi ed a ripensare le loro strategie di impresa.

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