Trasporto pubblico locale: parte la liberalizzazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 luglio 2003 13:02
Trasporto pubblico locale: parte la liberalizzazione<BR>

Dal primo gennaio 2004 i servizi di trasporto pubblico locale saranno affidati tramite gare e contratti di servizio. Beni e personale passeranno agli eventuali nuovi gestori. Per regolare la fase di passaggio ed il futuro del settore, la Toscana si è dotata di una nuova legge regionale, approvata in Consiglio con il voto favorevole di Ds e Margherita, l’astensione di Comunisti italiani, Forza Italia e Udc ed il voto contrario di Rifondazione comunista. Il gruppo di Alleanza nazionale non ha partecipato al voto.

“E’ una legge importante, che dà il via libera alla liberalizzazione ed introduce forme di concorrenza nel settore – ha commentato il presidente della commissione Territorio e ambiente, Sirio Bussolotti (Ds), che ha presentato il testo in aula – Allo stesso tempo, assegna un ruolo forte alle Province, che dovranno preparare i bandi di gara”. I bandi dovranno essere pronti entro il 31 ottobre 2003 ed i servizi affidati entro il primo gennaio, pena la sospensione dei finanziamenti regionali.

Deroghe saranno possibili per un massimo di nove mesi e solo per cause non dipendenti dall’ente che appalta il servizio. La Giunta regionale stabilisce lo schema di bando e di contratto di servizio, che gli enti potranno adeguare e adottare. Potranno partecipare alle gare imprese individuali, anche artigiane, società commerciali, società cooperative, consorzi tra cooperative o tra imprese, società consortili stabili, associazioni temporanee di impresa; nel bando si potrà prevedere l’obbligo, per chi partecipa, di costituire un consorzio in fomra di società per azioni o a responsabilità limitata.

E’ prevista la possiblità di “subaffidamento” di una parte di servizi, non superiore al 5% di quelli oggetto di gara; dal limite sono fatti salvi i subaffidamenti in atto limitatamente alla prima gara. Questa disposizione è stata introdotta con un emendamento proposto dalla Giunta regionale. La legge stabilisce inoltre che i beni essenziali allo svolgimento del servizio (come veicoli, infrastrutture di via, depositi, impianti di fermata) vengano acquisiti dalla ditta subentrante al prezzo di mercato.

Anche il personale dev’essere assunto dall’eventuale nuova impresa, secondo modalità comunque concertate con i sindacati. Altre disposizioni riguardano la programmazione dei servizi, la tariffazione, gli obblighi delle imprese e degli utenti. La norma finanziaria prevede oneri pari a 391.723.462,64 euro per il 2003, 391.040.222,08 euro per il 2004 ed altrettanti per il 2005. Nel centro-destra, Forza Italia e Udc hanno scelto di astenersi. Jacopo Ferri (Fi) ha posto innanzi tutto una questione formale, considerando irricevibile il parere espresso dal Consiglio delle Autonomie locali, che aveva espresso un parere “favorevole con condizioni”.

Per Franco Banchi (Udc) la direzione imboccata dalla Regione è corretta ma, per garantire alo stesso tempo la liberalizzazione del mercato, i diritti dei lavoratori e la qualità del servizio per i cittadini, l’ottica d’impresa avrebbe dovuto essere più marcata. Anche secondo Maurizio Dinelli (Fi) “la Regione sta tentando di arrivare in modo accettabile alle gare, ma la legge è ancora insufficiente ed il rischio è che si passi semplicemente da un monopolio pubblico ad un monopolio privato”.

Dinelli ha presentato anche alcuni emendamenti, poi respinti dall’aula, per inserire l’obbligo di abbonamenti annuali e settimanali oltre che mensili. Il gruppo di Alleanza nazionale non ha partecipato al voto. E’ stato Maurizio Bianconi a motivare la decisione: “I servizi pubblici devono essere gestiti dal pubblico – ha detto – Noi siamo contro la privatizzazione, è un andazzo che non ci convince, la via da perseguire è l’efficientizzazione del pubblico”. L’unico gruppo contrario alla legge è stato quello di Rifondazione comunista.

“Bisognerebbe fare una seria riflessione sulle conseguenze che i processi di liberalizzazione stanno portando nei servizi pubblici – ha dichiarato Mario Ricci – A noi sembra che non aiutino né la crescita né la qualità, mentre fanno aumentare i costi che gravano sui cittadini e non tutelano i lavoratori”. Opinioni tutto sommato simili quelle di Luciano Ghelli dei Comunisti italiani, che, dichiarando l’astensione del proprio gruppo, ha espresso preoccupazione per la situazione dei lavoratori e dubbi sui miglioramenti promessi dalla riforma.

Pieraldo Ciucchi (Sdi) ha parlato della necessità di far crescere la cultura d’impresa, unico modo per garantire anche la tutela dei lavoratori. Per Ciucchi nella riforma ci sono luci ed ombre, ma nel complesso porterà ad un’ulteriore razionalizzazione e al miglioramento del servizio. Il consigliere ha chiesto il carattere di urgenza per il provvedimento, condizionando a questo il suo voto favorevole; la richiesta è stata accolta. Per i Ds, oltre a Bussolotti è intervenuto anche il capogruppo, Paolo Cocchi, criticando i “pregiudizi” di chi vede in questa riforma una “privatizzazione selvaggia”.

Per Cocchi, bisogna essere lungimiranti e riconoscere ai servizi pubblici un ruolo strategico, non residuale, da valorizzare innalzandone la qualità e azzerando le discussioni ideologiche. Il dibattito è stato chiuso dall’assessore ai trasporti, Riccardo Conti, che ha ricordato che la riforma non parla di privatizzazione ma di liberalizzazione: “Le gare le possono vincere anche aziende pubbliche al 110% - ha detto – Ma il punto è che il pubblico deve esprimere efficienza e managerialità, perché al centro della riforma c’è la necessità di dare risposta alle esigenze dei cittadini”.


“Un emendamento salva-sciopero”. Così l’assessore ai trasporti della Regione Riccardo Conti ha definito la modifica all’articolo 17 del testo di riforma della legge sul trasporto pubblico presentata nel corso del Consiglio regionale e successivamente approvata con il fine, ha detto l’assessore, “di evitare lo sciopero dei trasporti pubblici in programma il prossimo 11 luglio”. L’articolo in questione riguarda la possibilità per le aziende che vinceranno le gare d’appalto del trasporto pubblico locale di subaffidare a piccole imprese servizi, a domanda debole.

L’emendamento proposto da Conti fissa una soglia massima (il 5 per cento del totale dei servizi) per i subaffidamenti, facendo salvi quelli già concessi. “Con l’approvazione di questo emendamento da parte del Consiglio - ha aggiunto - credo che siano venuti meno i motivi che erano alla base dello sciopero. D’altra parte con i sindacati abbiamo condiviso punto per punto tutto il lungo cammino verso la definizione della riforma. Quello del subaffidamento era rimasto l’unico aspetto che presentava ancora qualche cirticità: mi pare che la formulazione della legge possa rispondere ai reciproci punti di vista”.

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