Teatro della Pergola: da martedì 25 a domenica 30 marzo Mariangela D’Abbraccio ed Elisabetta Pozzi in Maria in Maria Stuarda

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 marzo 2003 15:36
Teatro della Pergola: da martedì 25 a domenica 30 marzo Mariangela D’Abbraccio ed Elisabetta Pozzi in Maria in Maria Stuarda

"Cara cugina e sorella… c'era un tempo che si diceva: se una delle due fosse un uomo sarebbe il matrimonio più sensato della storia… io vi avrei sposato volentieri, se così fosse stato oggi saremmo felici, avendo unito l'Inghilterra alla Scozia in un nodo d'amore e di concordia".
CUGINE NEMICHE
La Compagnia delle Indie Occidentali ha sempre avuto un’attenzione particolare per gli autori contemporanei e soprattutto per quelli che scrivono direttamente "sulle tavole del palcoscenico".
Questa volta la scelta è caduta su un testo di Dacia Maraini, scrittrice fra le più eclettiche del nostro paese e fra le più rappresentate all’estero ma, soprattutto, è di quelle rare autrici che il Teatro "lo scrive sul palcoscenico".

In Italia paradossalmente questo testo è quasi sconosciuto, la sua ultima messa in scena risale a 20 anni fa, mentre all’estero è la sua opera più tradotta (in ventidue lingue) e rappresentata, 48 regie diverse in 40 paesi.
La storia delle due regine nell’opera di Dacia Maraini si sdoppia in quattro personaggi tutti interpretati dalle due attrici che oltre ai ruoli delle regine: Maria regina di Scozia cattolica, imprigionata e condannata a morte ed Elisabetta, regina d’Inghilterra, protestante che la tiene incarcerata interpretano anche i ruoli delle rispettive dame di compagnia: Kennedy, anziana nutrice di Maria; e Nanny, giovane dama di compagnia di Elisabetta.

Le due regine non sono mai presenti in scena contemporaneamente, quando parla una, l’altra interloquisce con lei nel ruolo della governante e viceversa, anzi nel dividersi fra i due personaggi di serva e regina, non cambiano nemmeno d’abito e acconciatura. Si crea dunque un effetto straniante, uno sdoppiamento di senso che partendo dai corpi delle attrici mira a rappresentare la complessità e contraddittorietà dei sentimenti. Amplifica questo sdoppiamento la scenografia costituita da due piattaforme girevoli che aprendosi di volta in volta, l’una nell’altra, descrivono i vari quadri dell’azione.


Per questo progetto di spettacolo sono insieme sul palcoscenico del Teatro della Pergola Mariangela D’Abbraccio ed Elisabetta Pozzi, due prime donne della scena italiana di grande talento, che nel loro personale percorso artistico, si sono già cimentate in spettacoli altrettanto forti e di grande impatto, visitando sia personaggi antesignani dell’intelligenza femminile moderna, che grandi figure classiche. Dice Mariangela D’Abbraccio, a proposito della sfortunata regina di Scozia: Maria è ossessionata dal passato.

In prigione rivede se stessa e gli errori commessi si accorge del sangue speso inutilmente. Ha avuto molti uomini, mariti, amanti, ma tutti sbagliati, l’hanno solo usata. È una persona che si sgretola, un’eterna perdente. Elisabetta Pozzi descrive invece la sua regina d’Inghilterra come una donna forte, vincente, ma che paga molto caro il suo potere. E se è rigida, severa lo deve proprio all’aver rinunciato ai sentimenti, all’amore per il quale Maria ha perso tutto. Le due attrici sono dunque impegnate in un vero e proprio viaggio nella mente, un percorso introspettivo nell’anima di due donne nemiche, ma ossessivamente attratte l’una dall’altra.

Anche il manifesto dello spettacolo, molto provocatorio, è un simbolo del rapporto estremamente conflittuale tra le due, o come spiega Mariangela D’abbraccio, è il simbolo di un’utopia, di due poteri che s’incontrano, dell’unione fra Inghilterra e Scozia, fra la religione protestante e quella cattolica. Ma Maria Stuarda è soprattutto una riflessione sulle donne e il potere, sulla difficoltà dell’essere "donne" legate da vincoli di sangue e legami di affetto, che combattono per le loro scelte politiche e religiose.

In evidenza